Politica

Elezioni Chieti, le forze politiche discutono in vista del 2026

Elezioni a Chieti attese nel 2026, sarà una partita centrale per la politica regionale. Le posizioni e le strategie dei partiti

Il prossimo capoluogo di provincia in Abruzzo in cui si terranno elezioni comunali sarà Chieti, che andrà al voto con tutta probabilità nel 2026, assieme ad altre città come Avezzano, Lanciano e Sulmona.

All’Aquila toccherà nel 2027. A Chieti si sarebbe dovuto votare nel 2025, così come nel capoluogo marsicano, tuttavia lo slittamento è dato per scontato: le ultime consultazioni si tennero nel 2020 ma solo a settembre, a causa della pandemia. Nel giro di due anni eleggeranno quindi i nuovi sindaci e Consigli comunali cinque città di peso in Abruzzo, con le forze politiche regionali che già ragionano su come dividersi postazioni e candidati su un unico tavolo. La scelta di un candidato di un partito piuttosto che di un altro dipenderà, per forza di cose, anche da un gioco di incastri.

Il risultato del 2020

È presto per ipotizzare quadri e scenari, ma visti la centralità delle elezioni comunali a Chieti, e l’esito inatteso del 2020, qualche movimento si registra già. Il centrodestra era strafavorito ma l’ultima volta si spaccò e perse al ballottaggio a favore di Diego Ferrara, sindaco del Partito Democratico preso dalla società civile, benché questi avesse raccolto al primo turno solo poco più del venti per cento delle preferenze. Mauro Febbo, Forza Italia, allora assessore regionale, non accettò la candidatura del leghista Fabrizio Di Stefano, e confluì con i consiglieri comunali di riferimento su Bruno Di Iorio, che per un soffio non arrivò a giocarsela al secondo turno contro Di Stefano. Alla fine, come detto, fu il terzo incomodo a beffare tutti.

Qui centrosinistra

Ferrara ha annunciato già ad aprile scorso la sua ricandidatura a sindaco alle elezioni comunali a Chieti. Non si registrano voci contrarie, al momento, nell’ambito della coalizione che lo sostiene e che vede assieme Pd, Movimento Cinque Stelle, forze di sinistra e il cosiddetto polo civico. La consiliatura è particolarmente complicata: l’amministrazione Ferrara deve navigare schivando e governando tra un buco finanziario – che ha portato alla dichiarazione di dissesto e alla procedura del “bilancio stabilmente riequilibrato”, in sostanza sotto controllo del Ministero dell’interno – il fallimento della società partecipata Teateservizi e problemi vari tra cui quello dell’organico sottodimensionato. Luigi Febo, presidente del Consiglio comunale dem, che quattro anni fa fu tra i principali artefici della coalizione, sulla ricandidatura di Ferrara dice al Capoluogo di “non avere obiezioni personali, come credo il resto della coalizione, ma a dire il vero non abbiamo mai ancora affrontato questo tema. Passata l’estate e affrontate le questioni amministrative sul tavolo, si tornerà anche a fare politica, e naturalmente ne parleremo”. Il vicesindaco Paolo De Cesare, del polo civico, prende tempo: “È presto per parlare di elezioni, servirà un confronto con la base e con gli amministratori del nostro movimento”.

Qui centrodestra

Su Chieti pesa anche la mancata elezione di un consigliere regionale della città, né in maggioranza né in opposizione. Carla Di Biase, capogruppo in Comune di Fratelli d’Italia, facendo riferimento alle consultazioni del marzo scorso, dove lei stessa era candidata, parla di “ampio consenso per la nostra lista, che sottolinea la leadership del nostro partito”, confermata alle elezioni europee. Aggiunge: “Per quanto riguarda il discorso sulle elezioni comunali abbiamo iniziato a discutere tra forze politiche a livello cittadino, su strategie e programmi, perché siamo convinti che l’alleanza del centrodestra sia necessaria e sia necessario lavorarci da subito. Ci farebbe certamente piacere esprimere un candidato sindaco di Fratelli d’Italia, o almeno siamo pronti a determinarlo. Vogliamo essere coinvolti nelle decisioni che ci saranno a livello nazionale, e siamo aperti al contributo della società civile. Per il resto, abbiamo fiducia nell’operato dei nostri rappresentanti di partito in Abruzzo e in provincia di Chieti”.

Ma per Mario Colantonio, capogruppo della Lega, la lettura sulla situazione del centrodestra è diversa: “E’ il tavolo nazionale che si deve esprimere, come del resto accadde quattro anni fa: poi personaggi locali alterarono il risultato. Sono preoccupato perché non vedo emergere figure di spicco e le forze politiche non si parlano, nemmeno in Consiglio comunale. Tra l’altro, faccio notare che in città il risultato delle regionali ha visto il centrodestra prevalere di circa 400 voti. Non si è quindi certo stravinto. Se Fratelli d’Italia e la Lega hanno ottenuto rispettivamente il 19 e il 9,3 per cento, è da notare che questi sono rispettivamente per i due partiti il peggiore e il migliore risultato in Abruzzo”.

Il centrodestra insomma deve lavorare per trovare percorso e nome. Da vedere come si risolverà in Forza Italia il duello tra Febbo e il sottosegretario regionale Daniele D’Amario, leader delle due correnti sul territorio. Si registra in questo ambito la recente dichiarazione del consigliere comunale Maurizio Costa, passato dall’area di Febbo a quella di D’Amario, che ha proposto le primarie per scegliere il candidato sindaco, avanzando la propria disponibilità. Febbo, rispondendo al Capoluogo, si limita ad auspicare “una coalizione unita: penso che ci siano i presupposti perché avvenga”.

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