La rubrica “Tutti i Santi giorni” del 13 luglio: Sant’Enrico II.
Il 13 luglio ricorre la memoria di Sant’Enrico II Enrico II. Il Santo nacque a Bad Abbach o ad Hildesheim il 6 maggio del 973. Le notizie biografiche sono raccolte in due versioni della sua Vita, attribuite a Adalberto di Utrecht e Adalberto di Bamberga. Nato nel 972 dal duca bavarese Enrico II, detto il Litigioso, e da Gisella di Borgogna, Enrico fu istruito nella fede cattolica dal vescovo di Ratisbona, San Volfango. Ebbe un fratello, Bruno, che rinunciò agli agi della vita di corte per la carriera ecclesiastica, divenendo vescovo di Augusta, e due sorelle: Brigida, che si fece monaca, e Gisella, che andò in sposa al celebre Santo Stefano d’Ungheria. Nel 995 succedette al padre come duca di Baviera e nel 1002 al cugino Otone III al trono di Germania. Nel 999 sposò Cunegonda, figlia di Sigfrido, conte di Lussemburgo, matrimonio che gli assicurò una vasta rete di contatti nei territori occidentali della Germania. Contro di lui insorse Arduino d’Ivrea, che aveva ottenuto la corona d’Italia, ma Enrico lo sconfisse e raggiunse Roma con la consorte per ricevere la corona imperiale da Papa Benedetto VIII, divenendo così guida del Sacro Romano Impero. Molto legato alla Chiesa e al pontefice, restaurò le sedi di Hildeshein, Magdeburgo, Strasburgo e Meersburg e nel 1006 fondò la diocesi di Bamberga. Qui fece edificare la cattedrale ed un monastero, in modo da rafforzare il suo potere in quei territori a discapito dei vescovi di Wurzburg ed Eichstatt, che videro ridurre l’estensione delle loro diocesi.
Sant’Enrico fu strenuo sostenitore della riforma cluniacense e sollecitò l’introduzione della recita del Credo nella Messa festiva; tuttavia, per ragioni di Stato, non esitò a compiere azioni di forza anche contro territori spiccatamente cristiani come la Polonia. Pur di perseguire i suoi scopi, strinse alleanze con alcune popolazioni pagane, consentendo di praticare liberamente altri credi e di condurre in battaglia stendardi con immagini di dei. Questo atteggiamento fu molto criticato da San Bruno di Querfurt, missionario in terra pagana, poiché in contrasto con il compito tradizionale dell’Imperatore di conversione dei gentili. Fu anche per questo motivo che i primi biografi ebbero qualche difficoltà nel presentare Enrico II come un santo, ciononostante, nel tempo, si vennero a creare leggende edificanti in cui venne descritto come un governante riluttante e un monaco sincero, intento a condurre uno stile di vita ascetico, vivendo il matrimonio in castità. Sant’Enrico tornò in Italia nel 1021 per una spedizione in Puglia contro i bizantini, ma si ammalò; sulla via del ritorno fu portato a Montecassino, dove secondo la leggenda, guarì miracolosamente pregando sulla tomba di San Benedetto. Restò tuttavia storpio per il resto dei suoi giorni, fino alla morte avvenuta a Bamberga il 13 luglio 1024. La moglie Cunegonda si ritirò in un monastero benedettino da lei fondato e alla sua morte fu sepolta accanto al marito nella cattedrale di Bamberga. Nonostante la condotta non sempre lineare e probabilmente grazie all’appoggio concesso al papato, Enrico II fu canonizzato nel 1152, o secondo altre fonti già nel 1146, da papa Eugenio III.
Nella tradizione iconografica, Sant’Enrico II viene raffigurato con gli abiti imperiali e gli attributi della corona, del globo e dello scettro; spesso compare accanto alla moglie, Santa Cunegonda, mentre sorreggono il modellino di una chiesa, a ricordo dell’appoggio dato al pontificato e alla fondazione della diocesi di Bamberga e della sua cattedrale.
