Il caso

Turismo in Abruzzo: costa teramana in affanno, bene l’aquilano

I primi dati di Assoturismo mostrano un turismo in Abruzzo a due velocità: in sofferenza la costa teramana, bene altri territori, aquilano compreso. Ma c’è tanto su cui lavorare

Il turismo in Abruzzo è a due velocità. Tiene, ma fatica a cogliere le opportunità e ad esprimere il suo potenziale. La costa teramana, da sempre riferimento, soffre, ma il suo calo è compensato dalla crescita di altri territori e di altre modalità di fruizione.

La lettura, quando si approssima la fase più importante della stagione estiva, la fornisce al Capoluogo Gianluca Grimi, presidente regionale di Assoturismo, la Federazione sindacale rappresentativa delle imprese operanti nel settore turismo della Confesercenti: “È presto per fornire cifre precise, ma in generale possiamo affermare sulla base delle prenotazioni e delle nostre impressioni che replicheremo in termini di presenze la stagione dello scorso anno. Non c’è un boom del turismo in Abruzzo. La costa teramana sta mostrando la corda, ma andiamo bene nell’aquilano, nell’Alto Sangro, sulla Costa dei Trabocchi e in generale nel chietino”.

turismo abruzzo

I dati

La difficoltà del turismo estivo sulla costa teramana non può che ripercuotersi sul bilancio complessivo regionale, dato che la quota di questo territorio totalizza circa la metà dell’intero Abruzzo. Il cambiamento è in atto, spiega Grimi, visto che già lo scorso anno e per la prima volta il contributo sulle presenze totali abruzzesi dei centri sul mare nella parte settentrionale della regione è sceso, rileva riferendosi a dati Istat, sotto al 50 per cento (48 per cento): nel 2016 era al 56, nel 2019 al 53. Il punto è che “la costa teramana soffre perché risente della bassa percentuale di stranieri, ferma in Abruzzo a poco più del 10 per cento, in crescita ma troppo contenuta, e quindi incamera la crisi economica della famiglia italiana”.

Questo fa sì che la ripresa regionale rispetto alla fase pre – pandemica sia ancora parziale. Le sette milioni 250mila presenze in Abruzzo del 2012 sono ancora lontane: nel 2023 se ne sono contate 6milioni 800mila. Si registra tuttavia una crescita contenuta e costante, anno dopo anno. Grazie a nuovi territori che emergono, nuove forme e modalità di fruizione che si impongono: “Andiamo bene sul turismo esperienziale soprattutto nell’aquilano e nell’alta Maiella. L’Aquila città della cultura comincia a sostenere i dati con un certo vigore“.

Dove intervenire

Per il presidente regionale di Assoturismo non può e non deve bastare, perché l’Abruzzo ha potenzialità in larga parte inesplorate. Per la ricchezza e la varietà di attrazioni “siamo una regione vocata al turismo destagionalizzato ma ci siamo sempre fossilizzati sul turismo stagionale. C’è da lavorare“.

Per Grimi innanzitutto sulla governance visto che “c’è un’eccessiva frammentazione tra più strutture che nel complesso sono anche sottofinanziate. Sarebbe bene che la Regione Abruzzo, come le altre, si dotasse di un apposito capitolo di bilancio sul turismo per riuscire a fare promozione e politiche anche sul medio e sul lungo termine. Tutto quello che viene fatto deve di volta in volta andare a ‘pescare’ da altri capitoli di bilancio“.

Poi il gap più evidente è quello che riguarda le infrastrutture. L’elenco di esempi del presidente regionale di Assoturismo è eloquente: “La linea ferroviaria ad Alta Velocità di fatto si ferma nelle Marche, che hanno anche il triplo di fermate di Frecciarossa rispetto all’Abruzzo; l’autostrada A14 è a tre corsie fino a Civitanova, le autostrade A24 e A25 sono in condizioni disastrate, i trasporti locali mostrano la corda (basta pensare che la città lineare della costa teramana è ben lontana dal conseguire il biglietto unico), l’intermodalità esiste praticamente solo sulla Costa dei Trabocchi. A questo si aggiunge che la prossima realizzazione dell’Alta velocità ferroviaria tra Bari e Napoli taglierà ancora più fuori l’Abruzzo come territorio di transito verso il Centronord, quando se va bene ci vorranno dieci anni per concludere il miglioramento del collegamento ferroviario tra Roma e Pescara“.

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