Curiosita'

Nell’ex castello di Paganica riemerge un pezzo di storica risorgimentale

Scoperta una scritta di Rodrigo de Paulis, patriota del Risorgimento Italiano, in una grande sala dell'ex Castello di Paganica.

Nell’ex Castello di Paganica, riemerge durante i lavori di ricostruzione, un altro pezzetto di storia risorgimentale e non solo. Una scritta di Rodrigo De Paulis, patriota del Risorgimento, confinato poi nel carcere di Ventotene, da “Tomba dei Vivi” a “Centro Studi Europeo” intitolato a David Sassoli.

Rodrigo de Paulis classe 1816, primogenito di 6 figli, aveva intrapreso la vita ecclesiastica, vestì gli abiti talari raggiungendo gli ordini minori, ma prima di essere ordinato prete, rinunciò. Nel 1821 in seguito ai fermenti risorgimentali, a Paganica fu organizzata la prima “Società Segreta Carbonara” del circondario, che nel 1848 divenne una corposa realtà, con 284 iscritti. Rodrigo con i fratelli Cesare e Domenico, liberali convinti e attivi, insofferenti alla tirannide borbonica, supportarono l’animatore dei Carbonari locali l’avvocato Giovanni Antonelli sostituto Cancelliere del Giudicato Regio di Paganica.

Al suo interno si costituì il “Comitato della Morte” che si proponeva la diffusione nella popolazione del malcontento verso il governo del regime borbonico. Tra le opposte fazioni si verificarono continue schermaglie verbali fatte di frasi di inneggiamento, insulti, minacce, sputi ed assalti notturni nelle case dei fedeli al Re che venivano fatte oggetto di fitti lanci di pietre.

Negli scontri fisici l’attenzione dei rivoluzionari si concentrava soprattutto sui nastri rossi che i realisti usavano apporre sulle pagliette (i più abbienti usavano invece una coccarda rossa sulla giacca o il cappello), espressione visibile della fede politica; i nastri venivano lacerati e strappati dagli assalitori, i più spregiudicati dei quali si ornavano invece con nastri tricolori, una vera e propria rivoluzione!
Nel 1848 fu intentato un regolare processo a carico di un gruppo di 25 Carbonari quasi tutti paganichesi, furono coinvolti tra accusatori e accusati più di 400 persone, che si concluse nel 1851, portando alla condanna fino a 9 anni di Giovanni Antonelli, Rodrigo de Paulis, Gioacchino Volpe, Isaia Tarquini, Camillo Visca, Ascanio Vicentini, Isidoro Strina, Domenico Iovenitti, questi già detenuti al momento del processo, mentre fu inviato un mandato di arresto a carico di Nicola Visca figlio di Camillo, Raffaele de Vecchis, Giuseppe Perazza, Tommaso Facchinei, Giocondo Lalli, Giovanni Persichetti, Giuseppe di Fabio, Natale Evangelista e Giovanni Petricca. Per tutti gli altri fu disposto un supplemento di istruttoria.

Rodrigo de Paulis, insieme a Giovanni Antonelli ed altri, furono confinati prima al carcere di Ponza e poi a quello di Santo Stefano prospicente l’isola di Ventotene. Rodrigo fu l’unico dei paganichesi a non tornare alla sua terra per rivedere la sua giovane moglie e il suo amato figlio, morì di colera nel 1854 a solo 38 anni!
Prima di essere arrestato, nella sua casa dell’ex Castello, i lavori del post sisma del 2009, hanno riportato alla luce oltre a una serie di dipinti e l’affresco della “Battaglia di Bazzano” di Braccio da Montone, una scritta autografa che dice: “Io Rodrigo de Paulis sono Servo di Gesù e di Maria SS.” Un vero testamento spirituale!

Oggi sul carcere di Ventotene c’è un progetto che presto diverrà realtà, già dal 2025 potrebbe essere aperta un’area museale sulla storia del penitenziario edificato nel 1795 e chiuso nel 1965. Da “tomba dei vivi” per patrioti e antifascisti, sotto i Borboni e i Savoia, a laboratorio per la pena rieducativa, nella neonata Italia repubblicana. Il carcere di Ventotene diverrà un Centro Studi Europeo e sarà intitolato a David Sassoli.