Cronaca

Alluvione Marche, chiesto processo per 22 indagati: all’Aquila l’udienza preliminare

A dicembre l'udienza preliminare per l'alluvione delle Marche, chiesto il processo per 22 indagati. La Procura dell'Aquila contesta esondazione e omicidio colposo.

A dicembre l’udienza preliminare per l’alluvione delle Marche, chiesto il processo per 22 indagati. La Procura dell’Aquila contesta esondazione e omicidio colposo.

Nell’inchiesta bis sull’alluvione che il 15 settembre 2022 causò 13 vittime nell’hinterland di Senigallia (Ancona), il pm di L’Aquila Fabio Picuti ha chiesto il rinvio a giudizio per 22 persone tra funzionari e tecnici di Regione Marche, Provincia di Ancona, Consorzio di Bonifica Marche e Comune di Serra de’ Conti: le accuse, a vario titolo, sono cooperazione in inondazione colposa, cooperazione in omicidio colposo plurimo e lesioni gravi. Quest’ultimo addebito è contestato a 18 dei 22 indagati. L’indagine riguarda presunte omissioni e negligenze negli interventi di manutenzione alvei. Udienza preliminare il 4 dicembre a L’Aquila.

alluvione Marche

Nell’inchiesta in questione, nella quale alcune notifiche sono ancora in corso di esecuzione, la procura aquilana contesta omissioni, negligenze o violazioni di norme negli interventi di manutenzione e gestione degli alvei dei fiumi, in particolare mancata rimozione di piante e alberi, e nella realizzazione di alcuni ponti, che avrebbero favorito le esondazioni dei fiumi Misa e Nevola o comunque generato condizioni di criticità idraulica. L’alluvione causò, oltre a 13 vittime, ingenti danni a Senigallia, a diversi centri del suo hinterland: interessò, ricorda il capo d’imputazione, tra le ore 18 e le 24 del 15 settembre 2022 i Comuni di Arcevia, Barbara, Castelleone di Suasa, Corinaldo, Ostra, Ostra Vetere, Senigallia, Serra de’ Conti, Trecastelli, riguardando 2.500 ettari di terreno, 500 aziende, 2.500 case private, e minacciando la pubblica incolumità di oltre 8mila persone: 5.500 residenti in zone alluvionate, 2.500 operai di aziende danneggiate.

Viaggia parallelamente a questa indagine, un’altra l’inchiesta sull’alluvione delle marche, chiusa nel novembre 2023, a carico di 14 persone, alcune delle quali coinvolte in entrambi i filoni. In questa inchiesta parallela sono indagati sei sindaci di comuni danneggiati, due funzionari dei vigili del fuoco, sei funzionari della Protezione civile regionale per presunti ritardi negli allarmi alla popolazione in occasione dell’alluvione. Entrambe le indagini sono di competenza dei magistrati abruzzesi in quanto tra le parti offese c’è un magistrato in servizio ad Ancona.
Nell’inchiesta bis, rispetto all’avviso di chiusura delle indagini, non compare più il nome di Luca Paparelli, chiamato in causa in un primo tempo in veste di coordinatore nel Consorzio di Bonifica dal primo dicembre 2021 al 15 settembre 2022. Una posizione evidentemente stralciata ed eventualmente archiviata. Gli indagati per i quali è stato chiesto il processo sono funzionari e tecnici di Regione Marche (Servizi Infrastrutture, Tutela gestione e assetto del territorio, Genio civile), Provincia di Ancona (Area acque, Tutela ambiente), Consorzio di bonifica delle Marche e di Bonifica Marche service, tre responsabili, in periodi diversi, dell’ufficio tecnico per i lavori pubblici del Comune di Serra de’ Conti.
Due le ipotesi di disastro colposo contestate. La prima riguarda l’esondazione che colpì vari centri dell’hinterland senigalliese: l’accusa riguarda la mancata progettazione e realizzazione di interventi per gestire i corsi d’acqua al fine di mitigare il rischio idrogeologico ma anche la manutenzione dei fiumi dagli alvei e ponti fino a briglie e accumuli. Connesso a questo addebito contestato a 18 indagati, è il secondo di cooperazione in omicidio colposo plurimo riguardante le vittime tra le quali il piccolo Mattia Luconi, 8 anni, ma anche le lesioni colpose gravi causate alla mamma Maria Silvia Mereu che venne trascinata via con l’auto insieme al figlio, dal Nevola, ma che si salvò.
Un terzo capitolo d’accusa, a carico di cinque persone, riguarda l’esondazione del Misa che bersagliò il centro di Senigallia, in particolare il Ponte 2 giugno e la zona portuale: nel mirino le modalità di realizzazione del ponte per la presunta violazione di alcune prescrizioni. Ora il procedimento arriverà il 4 dicembre al vaglio del gip di L’Aquila per rinvii a giudizio, proscioglimenti o riti alternativi.

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