Cronaca

Incidenti simulati per truffare le assicurazioni, 76 indagati

ABRUZZO - 76 indagati e 14 misure cautelari per truffa alle assicurazioni: simulavano incidenti stradali per avere i risarcimenti.

ABRUZZO – 76 indagati e 14 misure cautelari per truffa alle assicurazioni: simulavano incidenti stradali per avere i risarcimenti.

Incidenti stradali mai avvenuti o simulati per truffare le compagnie assicurative: sono complessivamente 76 le persone indagate nell’ambito di un’inchiesta diretta e coordinata dalla procura della Repubblica di Chieti. L’indagine ha portato all’emissione di 14 misure cautelari da parte del Gip del Tribunale di Chieti: è in corso una operazione condotta dalla polizia e dalla Guardia di Finanza di Chieti per eseguire la relativa ordinanza. Le indagini, supportate da attività tecniche e fondate sull’analisi di centinaia di atti riferibili a sinistri stradali mai avvenuti o all’uopo simulati, hanno fatto emergere l’esistenza di una associazione a delinquere radicata sul territorio della provincia di Chieti, dedita alla commissione di truffe ai danno di compagnie assicurative, in relazione ai quali risultano liquidate ingenti somme di denaro a titolo di risarcimento per gravi lesioni personali, anche queste mai riportate. Sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati, tra cui anche professionisti del settore sanitario, legale ed assicurativo che hanno consentito l’emissione di misure cautelari personali quali quella degli arresti domiciliari, quella del divieto di esercitare la professione medica, quella di esercitare la professione sanitaria, quella di esercitare la professione di avvocato e quella dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Ci sono medici, avvocati, un assicuratore, un infermiere, un tecnico di radiologia fra le 14 persone raggiunte da una ordinanza di misure cautelari, fra arresti domiciliari, divieto di esercitare la professione e obbligo di presentazione alla Pg, emessa dal Gip del Tribunale di Chieti, Luca De Ninis, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica di Chieti che ha coordinato l’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Squadra Mobile di Chieti di Chieti che ha svelato un sistema di falsi incidenti stradali. Il danno accertato per una compagnia assicuratrice è di un milione e mezzo di euro. Per tutti l’accusa principale è associazione per delinquere finalizzata alla commissione di frodi assicurative, sostituzione di persona, delitti di falso, furto aggravato, conseguendo ingenti e i ingiusti profitti, coinvolgendo di volta in volta singoli soggetti compiacenti per inscenare falsi sinistri. L’indagine, come spiegato nel corso di una conferenza stampa tenuta dal procuratore capo della Repubblica di Chieti, Giampiero Di Florio, presenti il questore vicario Laura Pratesi, la dirigente Squadra Mobile Nicoletta Giuliante, il colonnello Michele Iadarola, comandante provinciale di Chieti della Finanza e il comandante del Nucleo di polizia economico finanziaria, tenente colonnello Giovanni Saviello, è partita analizzando un’operazione sospetta anomala di movimentazione su Postepay, intestata a una donna disoccupata, che aveva ricevuto in accredito di 100 mila euro che deriva da un risarcimento dei danni. In poco tempo sono stati accertati numerosi prelievi in contanti, altre spese in sale da giochi anche all’estero, e due movimenti sospetti uno dei quali transitato sul conto corrente di una persona già segnalata per la anomala attività.
“In un momento in cui c’è difficoltà nel settore sanitario, gente che attende mesi e mesi per poter fare un esame diagnostico, pensate alla creazione di questo sistema truffaldino perché di ciò si tratta. E quindi il coinvolgimento di pattuglie che sono intervenute per rilevare in incidenti stradali che poi in realtà non sono mai esistiti ma sono stati creati ad arte, immaginate le ambulanze intervenute per andare ad accompagnare questi finti infortunati”. È quanto ha voluto sottolineare il procuratore capo della Repubblica di Chieti, Giampiero Di Florio, nel corso della conferenza stampa relativa all’inchiesta per frodi alle assicurazioni con finti sinistri e che ha portato alla esecuzione di 14 misure cautelari. “Quindi un danno diretto si, immediato per le casse delle compagnie di assicurazione ma un danno indiretto per tutti quanti noi – ha aggiunto Di Florio – perché questo ha comportato uno sviamento dell’attività istituzionale da parte degli enti ospedalieri volta per volta coinvolti e all’interno purtroppo di quegli enti ospedalieri anche qualche dipendente in malafede che ha avuto l’opportunità di sottrarre, anche documentazione sanitaria o comunque di creare ad hoc delle certificazioni su incidenti mai avvenuti. Sono sicuro che l’attività di indagine compiuta è stata ben ponderata dal collega Giancarlo Ciani, titolare del provvedimento, e l’ordinanza emessa dal Gip è veramente motivata molto molto bene e ciò ci lascia sperare sull’esito di questo procedimento che, fatta salva la presunzione di innocenza, oggi il dato è l’interruzione dell’attività illecita di questa associazione per delinquere”.

leggi anche
Cronaca
Alluvione Marche, chiesto processo per 22 indagati: all’Aquila l’udienza preliminare
Montagna
Montecristo, escursionisti in difficoltà salvati dai vigili del fuoco