Quarant’anni del Murale di Fulvio Muzi, inaugurata la mostra a Palazzo Margherita

23 luglio 2024 | 17:56
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Quarant’anni del Murale di Fulvio Muzi, inaugurata la mostra a Palazzo Margherita

Il murale di Fulvio Muzi: la mostra a Palazzo Margherita che celebra l’opera del grande artista aquilano a 40 anni dalla realizzazione.

Inaugurata la mostra “Il Murale di Fulvio Muzi” all’interno di Palazzo Margherita, sede del Comune dell’Aquila

“Si tratta di una tappa importantissima – ha sottolineato il presidente del Consiglio comunale, Roberto Santangelo, la microfono del Capoluogo d’Abruzzo – perché ricade il quarantennale della realizzazione di questa opera d’arte, molto significativa negli 80 anni della Liberazione della città dell’Aquila. Un’opera voluta dall’allora sindaco don Tullio De Rubeis e realizzata dal grande artista aquilano Fulvio Muzi, che rappresenta la transizione verso la libertà attraverso il grande sacrificio dei partigiani”.
“Celebriamo i 40 anni dalla sua ultima grande e impegnativa opera, recentemente restaurata – ha aggiunto Paolo Muzi – attraverso il percorso creativo compiuto da Fulvio Muzi per la sua realizzazione”.
“Occasione per celebrare questi 40 anni – ha poi spiegato Barbara Olivieri della Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre – è anche la pubblicazione del volume Il Murale di Fulvio nell’Aula del Consiglio Comunale dell’Aquila. L’obiettivo è quello di far conoscere questo grande pittore alle nuove generazioni”

La mostra celebra il murale fu realizzato da Fulvio Muzi, pittore aquilano famoso in Italia e all’estero, a cui è intitolato il liceo artistico cittadino, di cui è stato vice preside. Fondatore del Gruppo Artisti Aquilani, insieme a Pio Iorio e Amleto Cencioni, il murale realizzato nell’aula consiliare del Comune dell’Aquila è il suo ultimo lavoro, di cui quest’anno ricorre il quarantennale. L’opera venne commissionata dall’allora sindaco dell’Aquila Tullio de Rubeis. 

La mostra è stata organizzata dall’Associazione ArteImmagine “Fulvio Muzi”, in collaborazione con il Comune, per ricordare il pittore e celebrarlo con gli studi, i bozzetti preparatori e le foto dell’esecuzione. Considerato uno degli esponenti più significativi del neorealismo pittorico italiano, il murale ne è particolare testimonianza. Venne inaugurato nel giugno del 1984, in occasione dell’anniversario della Liberazione della città, due mesi prima della scomparsa dell’artista avvenuta il 12 agosto.

Hanno partecipato all’inaugurazione della mostra: Roberto Santangelo, Presidente del Consiglio comunale, Paolo Muzi, Presidente dell’Associazione Arteimmagine “Fulvio Muzi”, Barbara Olivieri della Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre.


Per l’occasione è stato pubblicato anche il volume “Il Murale di Fulvio nell’Aula del Consiglio Comunale dell’Aquila” con testi introduttivi del Sindaco Pierluigi Biondi e del Presidente del Consiglio Comunale Santangelo, la presentazione è di Paolo Muzi, la prefazione del critico d’arte Antonio Gasbarrini, i saggi critici di Barbara Olivieri sugli elaborati preparatori e di Enrico Crispolti sull’opera. Il volume è arricchito da una testimonianza del 1995 di Antonio Centi (sindaco dell’Aquila 1994-98), e dalle interviste rilasciate nel 2006 da Vittorio Agnelli, Alessandro Clementi, Pasquale De Carolis, Luciano Fabiani, Silvano Fiocco, Marcello Mariani, Berardino Marinucci, Augusto Pelliccione, Massimina Pesce, Walter Tortoreto, Giovanni De Sanctis, Federico Brini. Infine il volume reca una testimonianza di Goffredo Palmerini che, all’epoca della realizzazione dell’opera, era assessore comunale nella Giunta guidata da don Tullio De Rubeis.

Fulvio muzi, Tullio de rubeis

Di seguito uno stralcio della testimonianza di Goffredo Palmerini che ricorda Fulvio Muzi e quegli anni che portarono alla realizzazione dello suo splendido Murale nell’Aula consiliare di Palazzo Margherita.

“Nel suo saggio Crispolti asseriva come Fulvio Muzi nel Murale intendesse rappresentare …la vicenda civile che corre dalla guerra e dall’oppressione straniera e fascista alla insurrezione e liberazione, alla ricostruzione, alla nuova vita e ad un’apertura piena di speranza verso il futuro. La figurazione è tesa, espressionista, si realizza in un cromatismo neutro, di grigi, di neri, non soltanto secondo i modi prevalenti in queste ampie proposizioni figurative nella ricerca del pittore, ma certamente come allusivo di una sorta di collocazione appunto ‘storica’, in dimensione di consegnata memoria, di quelle vicende emblematicamente significanti, e in termini drammatici.  Chiudevano il quaderno una testimonianza di Errico Centofanti e un contributo del figlio dell’artista, Paolo Muzi”.