Camere con vista

L’Italia che verrà, tra Renzi e Schlein è “vero amore”?

Salvini sarà un problema per il premier Giorgia Meloni? Tra Renzi e Schlein è vero amore? L'approfondimento politico a cura di Giuseppe Sanzotta

Camere con vista: l’editoriale di Giuseppe Sanzotta. Con le elezioni europee e la conseguente elezione di Von der Leyen si è chiusa una fase politica. E’ vero che l’estate può riservare sempre qualche sorpresa polemica, ma il gioco duro riprenderà in autunno.

È stato spesso così perché c’è un appuntamento, quello della manovra economica, che è sempre foriero di confronto e talvolta di conflitti. Le europee hanno mostrato che il governo non ha logorato Giorgia Meloni, nonostante il tentativo di Salvini di scavalcarla a destra. Tentativo che si è ripetuto a Strasburgo, anche se alla fine Lega e FdI hanno votato allo stesso modo. Resta però l’atteggiamento critico sull’Europa da parte di Salvini che già si è scontrato con Tajani che, invece, ha votato convintamente la Von der Leyen. Non che a sinistra vada meglio. Pd e verdi hanno votato a favore, mentre il no è arrivato dai 5Stelle e la sinistra di Fratoianni. Differenze già note legate anche all’invio di armi all’Ucraina.
Detto questo il nodo riguarderà l’economia. Quella che una volta era la finanziaria. Le disponibilità sono poche e le esigenze tante. Sarà quella la prova della verità. La prova della tenuta della maggioranza. Pensare a una crisi politica sulla manovra è altamente improbabile, ma che ogni forza politica voglia ritagliarsi un proprio spazio di visibilità è scontato.
Il governo non rischia, non solo per la forza di Giorgia Meloni, la cui leadership nella coalizione non può essere messa in discussione, ma anche perché al ministero dell’Economia c’è un leghista doc come Giorgetti che ha fatto e farà da freno anche a eventuali richieste della Lega. Il problema non è la crisi, ma le fibrillazioni politiche che potrebbero ostacolare una fase preelettorale che dovrebbe riguardare zone importanti d’Italia. Si parla delle possibili dimissioni del sindaco di Venezia, Brugnaro. Il presidente della regione Veneto, Zaia, sarebbe pronto a candidarsi. Ma chi succederà a Zaia? Probabilmente FdI reclamerà quel posto. La Lega accetterà di buon grado? Inoltre c’è il problema Liguria. Con il passare del tempo appare probabile che Toti si dimetta, forse anche polemicamente. Dimissioni che apriranno un’altra partita.
La vera novità potrebbe avvenire a sinistra. Quell’abbraccio ostentato alla partita del cuore a L’Aquila tra Schlein e Renzi è divenuto un elemento politico. Del resto i due non hanno fatto nulla per relegarlo a una semplice immagine in un avvenimento non politico. Renzi ha detto in alcune interviste che uno spazio centrista autonomo non c’è. Non ci può essere un Macron italiano. E del resto anche per l’originale sembra chiudersi una stagione, come dimostrano i risultati elettorali in Francia. Così Renzi si mostra disponibile anche ad accettare un confronto con i 5Stelle. Tutto questo ha spinto Calenda, restio a ogni alleanza che non sia con se stesso, a tirarsi fuori. Può sembrare un gioco astratto, perché le politiche sono ancora lontane. Ma prima ci sono alcune scadenze elettorali in alcune regioni, e forse anche in Liguria e Venezia. E quelle saranno prove di coalizione. Potrebbero aprire prospettive politiche diverse. Ci potrebbe essere una marcia di avvicinamento verso un confronto tra due schieramenti contrapposti, un po’ come ai tempi di Berlusconi-Prodi. Tutto questo perché il Pd ha ottenuto alle europee un risultato insperato che ha rafforzato consolidato la segreteria della Schlein. Ora è con lei che a sinistra devono fare conti e non aspettare un successore, cosa che sarebbe stata probabile in caso di insuccesso. Così a sinistra si riposizionano. Mettono in un angolo ( o fanno finta di farlo) vecchi odi e cercano un modo per competere con il centrodestra. A partire dalla manovra economica. Dopo le Olimpiadi estive avremo i giochi d’autunno, tutti nazionali , ma con uno sguardo oltre Atlantico alle elezioni Usa di novembre.

Camere con vista, il terremoto europee che ha rinforzato Giorgia Meloni e Elly Schlein

Renzi meloni