Alzheimer, un nuovo esame del sangue individua la malattia nel 90% dei casi

30 luglio 2024 | 08:10
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Alzheimer, un nuovo esame del sangue individua la malattia nel 90% dei casi

Alzheimer, è stata pubblicata su Jama una ricerca svedese che ha sperimentato un esame mirato rivelatosi efficace nel 90% dei casi per individuare la patologia

Un esame del sangue mirato per individuare l’Alzheimer. Lo studio arriva dalla Svezia.

Alzheimer, è stata pubblicata su Jama in questi giorni una nuova ricerca svedese che ha sperimentato un esame mirato rivelatosi efficace nel 90% dei casi per individuare la patologia. Una novità importante nel contrasto al declino cognitivo causato dall’Alzheimer, se si pensa che gli specialisti utilizzano metodi standard, quali scansioni PET o prelievi spinali invasivi.
Domenica 28 luglio i risultati dello studio sono stati presentati nel corso della conferenza internazionale dell’Alzheimer’s Association a Philadelphia e rappresentano una nuova svolta sul fronte dei metodi praticabili per la diagnosi dell’Alzheimer: malattia che affligge circa 32 milioni di persone in tutto il mondo. Secondo gli esperti, questo tipo di risultati – se opportunamente sviluppato – potrebbe far sì che, un giorno, le persone possano sottoporsi a semplici esami del sangue per individuare un eventuale deterioramento cognitivo: un test che potrebbe essere quindi compreso nei controlli di assistenza primaria generalmente diffusi. Tuttavia, ad oggi, i professionisti consigliano fortemente di continuare a sottoporsi agli standard attuali, sia nella cure primarie che specialistiche. 

I DETTAGLI

Non è la prima volta in cui si parla di analisi del sangue ed Alzheimer: negli ultimi anni sono stati sviluppati alcuni esami ematici per individuare la patologia. Vengono utilizzati, in particolare, per selezionare i partecipanti agli studi clinici. Tuttavia, gli esperti hanno già avuto modo di sottolineare come gli esami del sangue dovrebbero essere una delle fasi di un generale processo si screening e dovrebbero essere utilizzati solo nei casi di persone che manifestano perdita di memoria o altri sintomi di declino cognitivo.
“Inoltre se si rilevasse il morbo di Alzheimer in una persona senza deterioramento cognitivo, non ci sarebbero terapie da offrire”
, ha affermato il dottor Oskar Hansson, professore di ricerca sulla memoria clinica presso l’Università di Lund in Svezia e autore senior dello studio, intervistato dal The New York Times.L’Alzheimer può iniziare a svilupparsi circa 20 anni prima dei sintomi, ma a volte la demenza non si sviluppa o le persone muoiono prima per altre cause”.

Intanto la raccomandazione resta una.Sosteniamo fermamente che i pazienti debbano continuare a sottoporsi agli standard di cura di oggi, sia nelle cure specialistiche che nelle cure primarie”, ha affermato Hansson. Sulla scia della recente approvazione dei farmaci Leqembi e Kisunla, che attaccano l’amiloide, gli esami del sangue possono anche aiutare a identificare i pazienti idonei a ricevere i farmaci: quelli in stadi lievi della malattia che hanno l’amiloide nel cervello. Per questi pazienti i medicinali possono rallentare modestamente il declino cognitivo, ma ci sono effetti avversi.