L'aquila

Sentenza choc sisma, la vigliaccata più grande è quella di accusare le vittime di essere morte

L'AQUILA - Comitati Familiari Vittime e Progetto Storie di Giustizia manifestano sotto il tribunale contro l'ultima sentenza choc sisma 2009.

L’AQUILA – Comitati Familiari Vittime e Progetto Storie di Giustizia manifestano sotto il tribunale contro l’ultima sentenza choc sisma 2009: “La vigliaccata più grande è quella di accusare le vittime di essere morte”.

Circa duecento persone hanno partecipato oggi pomeriggio alla manifestazione indetta dai Comitati Familiari Vittime e Progetto Storie di Giustizia contro la sentenza choc relativa al sisma 2009 dell’Aquila, come “simbolo” di tutte quelle sentenze che risultano incomprensibili, come quell’ultima della Corte d’Appello che ha respinto il ricorso di famigliari di alcuni studenti morti sotto le macerie, contro la sentenza di primo grado che pure non aveva riconosciuto indennizzi, anzi aveva condannato gli stessi famigliari alle spese legali. A partecipare alla manifestazione, anche una rappresentanza di tifosi dell’Aquila 1927. Circa 200 i partecipanti.
“Un dolore nel dolore – dice Sergio Bianchi, papà di Nicola, una delle vittime del terremoto dell’Aquila al microfono del Capoluogo d’Abruzzo – per questa mancanza di rispetto per le vittime che distrugge i nostri sacrifici. Questa sentenza calpesta ancora una volta l’impegno che questi ragazzi mettevano nello studio qui all’Aquila. Ma non calpestano solo i diritti di mio figlio, ma di 309 vittime e credo che tutte vadano rispettate sempre, ma soprattutto in una sede di giustizia. Poteva essere un modo per chiederci scusa per tutto quello che è accaduto, visto che in quei giorni nessuno ha svolto il proprio ruolo come avrebbe dovuto, a cominciare da chi ha dato quelle rassicurazioni”.
Poi il grido di dolore dalla manifestazione: “La vigliaccata più grande è quella di accusare le vittime di essere morte”.
“Non è un buon segno se siamo qui dopo due anni, – ha quindi sottolineato Federico Vittorini – perché significa che continuano ad esserci sentenze che vanno ad offendere non solo i parenti delle vittime, ma un’intera comunità e anche un sentimento, che è quello della ricerca di una giustizia che dovrebbe far sentire protette le persone. Rispetto a quella di due anni fa, questa sentenza è ancora più grave, perché condanna è al 100%, quindi riteniamo doveroso non far finta di nulla. Queste sono cose che non ci scivolano addosso e soprattutto il Comitato dei Famigliari delle Vittime non si divide, come forse qualcuno vuole.

Nella stessa giornata di oggi, il sindaco Pierluigi Biondi ha incontrato Roberta D’Avolio, presidente dell’Associazione nazionale magistrati Abruzzo: “L’interpretazione giuridica – dice il sindaco – alla base dell’ultima sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila che ha negato il risarcimento nei confronti dei familiari di alcune vittime del terremoto che dovranno procedere al pagamento delle spese legali, lascia perplessi, e questo a prescindere dalla giurisprudenza e dal merito delle norme e della loro applicazione. Per questo, a nome dell’amministrazione, senza ritenere di trascendere dai ruoli istituzionali che ci impongono il massimo rispetto per le decisioni della magistratura, ho chiesto di approfondire. Desidero ribadire la vicinanza della Municipalità tutta ai tanti che nella tragedia del 6 aprile 2009 hanno perso un proprio caro e all’intera comunità aquilana”, afferma Biondi. “Personalmente sono pervaso da un sentimento di profonda solidarietà nei confronti dei miei concittadini con i quali ho condiviso un dolore i cui effetti resteranno nella memoria di ciascuno”.

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