No show al ristorante, clienti prenotano e non si presentano

16 agosto 2024 | 10:31
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No show al ristorante, clienti prenotano e non si presentano

Sono sempre di più i clienti che prenotano e non si presentano, avvisando magari anche in ritardo o non rispondendo al telefono. La tendenza del “no show al ristorante” arriva anche a L’Aquila. Il racconto di un ristoratore.

Prenotano un tavolo e non si presentano: una tendenza con cui i ristoratori, sempre più spesso, sono costretti a confrontarsi. Il fenomeno viene definito con l’espressione “no show al ristorante”. in costante evoluzione, un atteggiamento fastidioso che fiacca la categoria da Nord a Sud, soprattutto quando si tratta di piccole attività.

A raccontare questa nuova “tendenza” del “no show al Ristorante”, figlia della maleducazione e dell’egoismo, è un ristoratore aquilano. Ma sono diverse le segnalazioni in merito giunte alla redazione in questi giorni di vacanza, di turisti che affollano il capoluogo, le città della costa e i piccoli borghi dell’Aquilano e si fa fatica a tenere testa a tutto. “Lo facciamo con piacere, è il nostro lavoro e questi sono periodi dell’anno importanti e preziosi che portano introiti utili anche ad assorbire e tamponare quelli che saranno i mesi morti. Non ci lamentiamo del troppo lavoro, fa parte del ‘gioco’, quella che infastidisce è la maleducazione”, spiega un ristoratore sentito dal Capoluogo.it.

Maleducazione e disinteresse non sono gli unici motivi per i quali il fenomeno sta dilagando. “Una calamità culturale che genera rabbia e tanta frustrazione”, spiega un altro ristoratore.

Nel caso specifico, l’ultimo in ordine di tempo, arriva proprio da L’Aquila. Durante il ponte di Ferragosto tanti ristoratori si sono trovati a fronteggiare il problema del tutto esaurito e del “no show” e di rimando, visto che diversi gruppi non si sono presentati senza avvisare e disdire la prenotazione.

No show al ristorante

La sera della vigilia si Ferragosto una famiglia aveva prenotato un tavolo per 6, all’aperto, alle 19.30, con delle richieste specifiche: un tavolo grande, comodo, con spazio per passeggini e seggioloni. Alle 19:40 non si era ancora presentato nessuno. Alle 20 è arrivato uno squillo, abbiamo richiamato il numero, e dall’altra parte ci è stato detto ‘Ci spiace non possiamo venire’. E per il nostro disagio? ‘È un problema vostro, fa parte del gioco’. In tutto ciò avevamo dovuto respingere delle persone, anche clienti abituali, perché non avevamo più posto, anche per quel tavolo occupato, rallentando così il lavoro di tutti noi”.

“L’ imprevisto può starci, basta avvisare, ma per tempo, non con un ritardo di mezz’ora, con una chiamata, anche un messaggio su whatsapp: è vero che per noi è lavoro, ma va rispettato. Si chiama buon senso, educazione”.

“Quello che le persone non capiscono – conclude il ristoratore –  è che ogni coperto perso per noi corrisponde a un mancato incasso che a fine anno può fare la differenza, soprattutto in un periodo come questo, dove il settore è in crisi tra costi del personale, spese fisse, rincari delle materia prime, il buco della pandemia ancora da smaltire e le bollette sempre più salate da pagare”.

Per arginare questo fenomeno sempre più diffuso, non solo nei ristoranti stellati, ma tanti, soprattutto nelle località turistiche, chiedono l’invio di una caparra quando si tratta di tavoli numerosi o una carta di credito a garanzia (come già accade da tempo per gli alberghi). Molti si affidano alla tecnologia: quando prenoti un tavolo  arriva una mail o un messaggio di promemoria sul telefono che dà la possibilità di modificarla o annullarla, rendendo la situazione più gestibile da parte dei clienti. In concomitanza di eventi speciali c’è poi chi chiama direttamente gli ospiti per verificare se la prenotazione sarà rispettata.