Abruzzesi nel mondo

Venusia Vinciguerra, da Lanciano alla Norvegia per amore

La lancianese Venusia Vinciguerra, norvegese per amore. Le "Expats" coraggiose e poliglotte alla conquista del mondo.

La lancianese Venusia Vinciguerra, norvegese per amore. Le “Expats” coraggiose e poliglotte alla conquista del mondo.

Tra le tante storie, spesso non tutte straordinarie, che sono state narrate sui nostri “expats” abruzzesi nel mondo, questa risulta veramente particolare, con il cuore aperto verso l’avventura e la sete di conoscenza, tipica della “Generazione Erasmus”. In questo caso il nome è quello di Venusia Vinciguerra, originaria di Lanciano (CH), 45 anni, dal 2005 residente in Norvegia, nella sua capitale Oslo. Una formazione di base nella sua città, con una Laurea in Scienze Politiche, che l’ha portata proprio con il programma di scambi europei, nel Paese del “Grande Nord”, nel nuovo millennio, dopo una serie di esperienze internazionali. Qui ha conseguito anche un “Master in Risoluzione dei Conflitti“, ma poi la vita l’ha portata ad occuparsi di altro, curando un’associazione di scout locali: dal Mar Adriatico al Mar di Norvegia, che l’ha conquistata, con le “frecce di Cupido“, scagliate dal suo compagno norvegese, divenuto poi marito. In verità già il 22 luglio 2011, Venusia era passata agli onori della cronaca, avendo raccontato al quotidiano abruzzese “Il Centro“, di essere scampata, quasi per caso, salendo su di un tram e salvandosi cosi dal terribile attentato di Oslo (e di Utoya), con il massacro dei giovani laburisti, da parte del neo nazista A.Breivik, che scosse il mondo per la sua efferatezza. Questo, ricostruito da un bel libro di Luca Mariani: “Il Silenzio degli Innocenti”, che vinse nel 2014 il “Premio Giacomo Matteotti”, della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Oltre questi drammatici avvenimenti, la giovane Venusia ha avuto così la capacità di costruirsi una vita nella ricca Norvegia, reinventandosi una nuova professione nella formazione dei giovani scout e costruendosi una famiglia, con dei figli. In tal senso lei stessa ha raccontato la prima esperienza di mamma, nel moderno sistema sanitario del suo Paese, condividendolo a “expatclic.com“: come partorire li sia” poco medicalizzato“, rispetto al Sistema Sanitario Italiano, ma con molte più tutele e sussidi”, ricevuti per i suoi due bambini. Una storia quella di V.Vinciguerra, che deve far riflettere sui nuovi orizzonti e prospettive dei giovani “Expats“, che hanno lasciato la nostra Regione per conoscere continenti lontani, con il lodevole volontariato in Africa, ma che poi hanno trovato casa, nel freddo Nord-Europa. (in Norvegia al luglio 2019, risultavano 7.108 cittadini italiani, secondo il Data- Base A.I.R.E). Quindi le storie della nostra emigrazione, non sono state solo gli “esodi” di massa verso il “Nuovo Mondo”, con il richiamo dei clan familiari e dei borghi nativi. Negli ultimi decenni sono emersi sempre più casi di singoli “espatriati”, con elevata formazione universitaria e professionalità decisi a percorrere le strade della Terra, con forza e coraggio, senza cedere subito alla nostalgia per il mondo che li ha “messi al mondo“, a cui restano comunque legati per gli affetti familiari. Il cammino, anche duro, della vita di ognuno, dirà se questo vitale spirito di avventura sia legato naturalmente più alla gioventù che all’età matura, tipica del ripensamento sulle proprie radici. Queste in ogni caso vanno tutelate come memoria collettiva dei territori, specie montani e spopolati, come primario compito delle stesse politiche pubbliche, che devono puntare ad un reale riequilibrio socio-economico sia dell’Abruzzo interno che di quello costiero, che continuano a viaggiare con velocità differenti.

“Bisogna fare la propria vita come si fa un’opera d’arte. Bisogna che la vita d’un uomo d’intelletto sia opera di lui.” D’Annunzio

leggi anche
Abruzzesi nel mondo
Le imprese eccellenti abruzzesi in Sudafrica, il pioniere Carmine Angelucci
Attualita'
Il regista abruzzese Manuel Amicucci firma il videoclip di “Stu Cafè” di Serena Brancale