Utili

Punture di vespe, api e calabroni, come difendersi

I mesi estivi sono quelli più a rischio per le punture di vespe e simili. Alcune informazioni e precauzioni da adottare

Punture di vespe, api e calabroni: il periodo estivo è quello più a rischio.

Pur essendo infatti questo genere di insetti attivi per un arco temporale più lungo, dall’inizio della primavera all’inizio dell’autunno, il maggior tempo che passiamo all’esterno nei mesi estivi, e l’abbigliamento scoperto, ci rendono più vulnerabili.

Informazioni e rimedi

Ecco alcune indicazioni e informazioni da tenere a mente in caso di punture di vespe, api e calabroni.  Quasi sempre le conseguenze non vanno oltre il dolore, l’arrossamento, il gonfiore e il prurito, ma occorre prestare attenzione ad eventuali reazioni allergiche, che possono risultare gravi.

Ci sono anche casi di punture di vespe, api e calabroni in forma “multipla”, nella malaugurata ipotesi di imbattersi in uno sciame. La stima è che ogni individuo possa tollerare dieci punture simultanee per ogni chilo di peso. Nei casi di soggetti allergici tuttavia la reazione anafilattica, anche letale, può scattare pure dopo una singola puntura. Gli shock anafilattici sono preceduti da sintomi come calo forte di pressione, svenimento, vertigini.

In Italia circa il quindici per cento delle persone è stato vittima di punture di vespe, api e calabroni almeno una volta nella vita. Le punture di vespe sono quelle più frequenti; la vespa quando punge, a differenza dell’ape, non perde il pungiglione, quindi una volta attaccati conviene allontanarsi. Il pungiglione dell’ape va rimosso dalla pelle, perché continua a iniettare veleno. Tra i casi di reazioni limitate e solo fastidiose, come detto la maggior parte, e gli allergici che di fatto rischiano la vita, esiste una fascia grigia di persone, calcolabile nel dieci per cento complessivo, soggetta a sintomi più gravi come orticaria generalizzata, nausea, vomito. 

In genere in caso di punture di vespe, api e calabroni è generalmente sufficiente intervenire con del ghiaccio ed evitare di grattarsi per non introdurre batteri che potrebbero causare un’infezione. In caso di reazione più grave si può applicare cortisone o antistaminici.

I nidi

Attenzione ai casi, non infrequenti, di “nidificazione” all’interno o nelle immediate vicinanze della propria abitazione. Nel caso in cui il nido sia di dimensioni considerevoli, è consigliabile rivolgersi a degli specialisti. Se è piccolo e facilmente raggiungibile si può intervenire per rimuoverlo adottando alcune precauzioni, a cominciare dall’adozione di adeguate protezioni, dall’uso di insetticidi specifici e dalla scelta di un orario notturno, quando l’attività delle vespe è minore.

leggi anche
Eventi
Apicoltura, formazione a L’Aquila su buone pratiche e controllo Varroa
Attualita'
Nuovo impianto biogas in Marsica