Attualita'

Abruzzese condannato all’ergastolo in Egitto, Acerbo: Riportate in Italia Giacomo Passeri

Il segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, commenta la condanna in Egitto a carico di Giacomo Passeri: "Palesi violazioni dei diritti del detenuto, il Governo intervenga".

Il segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, commenta la condanna in Egitto a carico di Giacomo Passeri: “Palesi violazioni dei diritti del detenuto, il Governo intervenga”.

“La notizia del giovane abruzzese condannato all’ergastolo, in galera per essere stato fermato con un modica quantità di marijuana e sottoposto a detenzione in condizioni – come denunciato dai famigliari e da interrogazioni parlamentari – di assoluta violazione dei diritti del detenuto riconosciuti da qualsiasi convenzione internazionale, è lo specchio del menefreghismo del nostro Governo che non si è attivato per fare in modo che fossero garantiti i diritti di questo giovane”. Così Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, che sottolinea: “L’Egitto è già il paese in cui è stato barbaramente trucidato Giulio Regeni, ma è un nostro alleato, nonostante la dittatura militare: l’Italia e l’Unione Europea intrattengono relazioni ottime con questo Paese, e questo è molto discutibile, ma le utilizzino almeno per evitare che un giovane italiano subisca quello che sta subendo questo giovane. Chiediamo che il Governo si attivi immediatamente, visto che finora ha dormito nonostante palesi violazioni del diritto del detenuto, come negare la comunicazione con i familiari e condizioni carcerarie assolutamente disumane. Cosa si aspetta ad assumere iniziative forti? Riportate in Italia Luigi Giacomo Passeri“.

L’accusa della magistratura egiziana nei confronti del giovane pescarese è di traffico internazionale di sostanze stupefacenti. “Giacomo – ha dichiarato il fratello Andrea – era solo in mezzo a poliziotti egiziani quando è stato fermato. In un rapporto è stato scritto che avesse diverse quantità di droga. Ma questo è quello che dicono loro, non c’erano altri testimoni”, dice Andrea Passeri il cui sospetto è che si siano state fabbricate false prove contro Giacomo. “Il nostro avvocato è ancora convinto di poter dimostrare la sua innocenza, ora attendiamo le motivazioni della sentenza”. Il fratello di Giacomo racconta poi, ripercorrendo il calvario del fratello, che l’interprete si è palesato solo “dopo 6 giorni dal fermo”. Che in un anno l’ultimo contatto con Giacomo, detenuto nel carcere Badr 2, è avvenuto il giorno del suo arresto, “è riuscito a sentirlo mio fratello Marco Antonio”. Poi più niente, solo poche lettere in cui Giacomo parla “della sua innocenza”, denuncia “le pressioni ricevute dai poliziotti per fargli ammettere le sue colpe. Di come è stato malmenato, dello stato di abbandono dopo la sua operazione d’appendicite. La mia unica speranza è che ora Giacomo torni a casa, vivo”.

giacomo passeri ergastolo egitto
leggi anche
giacomo passeri ergastolo egitto
Cronaca
L’abruzzese Giacomo Passeri condannato all’ergastolo in Egitto
Raffele Acquafredda
Cronaca giudiziaria
Militare muore a 50 anni per uranio e amianto killer, la Corte d’Appello dell’Aquila condanna il Ministero della Difesa