Camere con vista

Politica, veleni d’agosto aspettando un autunno caldo

Torna la rubrica "Camere con vista", l'editoriale di Giuseppe Sanzotta: Veleni d'agosto aspettando un autunno caldo per la politica.

Torna la rubrica “Camere con vista”, l’editoriale di Giuseppe Sanzotta: Veleni d’agosto aspettando un autunno caldo per la politica.

Non c’è stata una tregua olimpica, figuriamoci se si poteva immaginare, come accadeva in un passato ormai lontano, una tregua politica estiva. Si è trattato, nonostante i toni e gli allarmismi, un anticipo per quanto accadrà alla ripresa autunnale dove alle parole potrebbero seguire i fatti, o almeno un riposizionamento dei partiti e delle coalizioni. Un processo che riguarderà un po’ tutti. Ma, tanto per essere chiari, non ci saranno conseguenze gravi sul governo. Insomma una crisi non è immaginabile, prima di tutto perché Fratelli d’Italia dal settembre di due anni fa si è rafforzata ulteriormente e perché gli alleati possono anche agitarsi per cecare qualche spazio politico, ma alla fine non potranno che seguire le indicazione di Giorgia Meloni leader indiscusso della coalizione. Fibrillazioni sono prevedibili anche nello schieramento opposto dove il Pd è tornato centrale ma ha bisogno di alleati. Ma andiamo con ordine.

MAGGIORANZA – C’è stata la polemica agostana suscitata da un editoriale del direttore del Giornale, Sallusti, che ipotizza un tentativo di indagare Arianna Meloni, sorella di Giorgia, per traffico di influenze. In pratica Arianna avrebbe avuto un ruolo nella definizione dei futuri assetti di importanti settori controllati dalla Stato, a partire dalla Rai. Tutto nascerebbe da due interrogazioni presentate da Italia Viva sul ruolo della sorella in queste trattative. Così ci sarebbe un intreccio tra politica, informazione e magistratura. Arianna ha smentito un suo coinvolgimento, e soprattutto da Fratelli d’Italia si è paventato il sospetto che ci sia in effetti il tentativo di gettare fango sulla premier e sul partito di maggioranza. A sinistra si è risposto che vedono solo fantasmi. L’impressione è che questa polemica sarà superata presto da altri temi. Quello che appare ora all’orizzonte, il più importante, è relativo alla manovra economica. Le richieste dei partiti sono tante, i soldi pochi. La Lega vorrebbe procedere per modificare la legge Fornero sulle pensioni, che ha un costo, Forza Italia si batte per aumentare i minimi. Ci saranno altri punti di contrasto, come è sempre stato, qualche tensione. Ma alla fine una intesa ci sarà.
C’è un tema che si annuncia più complicato. Forza Italia con i suoi massimi esponenti si è espressa a favore dello Ius scholae, che consentirebbe ai figli di immigrati regolari di ottenere la cittadinanza a conclusione di un ciclo scolastico. Una modifica all’attuale normativa vista con favore a sinistra, dove ci sono proposte più radicali, ma osteggiata dalla Lega e pur con sfumature diverse da Fratelli d’Italia. Può essere un motivo di scontro? Forse si tratta più di un tentativo di riposizionamento nella coalizione. Salvini, mettendo in campo Vannacci, ha cercato di erodere voti a destra scavalcando Fratelli d’Italia, ma di fatto lasciando aperto uno spazio nell’area moderata che in passato, soprattutto nelle regioni del Nord, la Lega ha in parte coperto. Il tentativo di Forza Italia, in parte già riuscito, è stato quello di evitare il rischio di una crisi irreversibile, pronosticata da molti dopo la morte d Berlusconi, cercando consensi al centro. Così riconfermata la collocazione in Europa con i popolari (è stata la sola forza della maggioranza a votare per la von der Leyen) in Italia è partita la conquista del centro moderato. Operazione facilitata dalla scomparsa dei concorrenti, a partire da quel terzo polo di Renzi e Calenda naufragato subito. A favorire questa operazione ha contribuito la famiglia Berlusconi (lo stesso Cavaliere ha avuto momenti alti e bassi con la premier) con Marina che sui diritti civili ha affermato di trovarsi talvolta più in sintonia con la sinistra. E lo ius scholae può rientrare in questo quadro. Comunque Tajani, che a fine agosto si vedrà con Salvini e Meloni, ha escluso strappi. E bisogna credergli. Forza Italia cercherà di collocarsi sempre più in quell’area moderata che non si riconosce nella sinistra. Il tentativo ambizioso è proprio quello. Guadagnare consensi per contare di più. Ma solo questo, per ora. Le carte le continuerà a dare sempre Giorgia Meloni. Il premier semmai ha un problema diverso, dovrà fare la propria battaglia in Europa per dare un ruolo importante al suo candidato in commissione: Raffaele Fitto. Inoltre ci sarà il problema di sostituirlo dentro il governo, ma per evitare rimpasti e contrasti potrebbe affidarsi a un tecnico senza sconvolgere gli equilibri interni.

LEGA – Ci potrà essere un problema Lega. Salvini per frenare una pericolosa emorragia di voti ha voluto Vannacci in lista. I suoi 500 mila voti di preferenza hanno forse reso meno evidente la caduta. Il partito al Nord non ha gradito, ma adesso la sorte politica di Salvini appare legata proprio al generale che sta costituendo un proprio movimento. Vannacci promette lealtà a Salvini, ma cosa accadrebbe se ci fossero contrasti con la Lega nelle sue roccaforti? La guida politica della Lega è nelle mani di Vannacci. Se dovesse andare per la sua strada le conseguenze ricadrebbero pesantemente su Salvini.

OPPOSIZIONE – L’attenzione è rivolta soprattutto sui 5Stelle. Conte non ha rianimato il movimento. E’ chiaro che vorrebbe trasformarlo in un partito che possa confrontarsi con il Pd in condizioni di parità. Le recenti elezioni hanno dimostrato che questa parità non c’è. Il Pd è egemone e ha una macchina politica organizzativa. L’ex presidente era riuscito a mettere all’angolo Grillo. Ora con la delusione dei risultati elettorali il fondatore è tornato alla carica, rivendica lo spirito originario del movimento richiamando così all’azione gli ex grillini. Difficile dire come finirà. Soprattutto quali conseguenze ci saranno per quel campo largo che ancora nessuno ha costruito. Si preoccupa il Pd che, per sfidare il centrodestra già in autunno nelle regioni dove si voterà (Umbria, Emilia e Liguria), ha bisogno di alleanze soprattutto se vorrà coltivare il sogno di riprendersi la Liguria, dove i 5Stelle hanno un peso, ma posizioni poco concilianti con i progetti del Pd. La situazione di confusione (e di debolezza) dei 5stelle ha spinto Renzi a riavvicinarsi al Pd. Calenda resta a guardare preferendo andare dove non incontri renziani. Il cantiere del centrosinistra è aperto, per il momento si è più demolito che costruito. Una fase nuova, paradossalmente è legata proprio ai 5Stelle che sono davanti a tre alternative: frantumarsi; scegliere la strada di Conte e cercare di dialogare con il Pd;  oppure tornare un movimento di protesta. Dalla scelta che faranno, gli altri decideranno di conseguenza. Poi saranno gli elettori a fare la sola scelta che conta.

poltrone politica
leggi anche
giorgia meloni
Camere con vista
Giorgia Meloni e il paradosso europeo: più debole nei numeri, più forte nella realtà
Giorgia Meloni e Elly Schlein, camere con vista
Camere con vista
Camere con vista, il terremoto europee che ha rinforzato Giorgia Meloni e Elly Schlein