La Spintonanza, momenti di ordinaria follia alla Perdonanza Celestiniana

Spintoni e insulti per guadagnare un posto alla cerimonia di apertura della Perdonanza Celestiniana. Un ossimoro che si materializza.
L’AQUILA – Spintoni e insulti per “guadagnare” un posto alla cerimonia di apertura della Perdonanza Celestiniana. Un ossimoro che si materializza.
Il Fuoco del Morrone arriva sul viale di Collemaggio. La fiaccola del 2009 ha appena ceduto la sua fiamma a quella del 2024, con il suo carico di significati ed emozioni, quando uno sbarramento umano blocca il suo percorso fino alla Basilica di Collemaggio. A niente vale un giro di sirene della scorta formata da motociclisti della Polizia municipale e Carabinieri. Anzi. Intuendo che le transenne che ostruivano il passaggio sarebbero state spostate per il passaggio del Fuoco del Morrone, la folla si scalda, preme contro le transenne e contro i volontari della sicurezza. Qualcuno scavalca, altri sfondano e cominciano un’insensata corsa verso la Basilica, facendo slalom tra gli impotenti volontari che non riescono a trattenere la folla ormai ingestibile. È solo uno dei primi momenti di ordinaria follia vissuti nella serata di ieri, apertura ufficiale della Perdonanza Celestiniana 2024. Altri ne sono succeduti durante tutta la serata, da parte di chi non ci stava ad essere “escluso” dalla manifestazione.
Intanto ci sarebbe da precisare che nessuno è stato escluso deliberatamente. La manifestazione era gratuita, ma a numero limitato in base ai protocolli di sicurezza. Sicurezza degli stessi spettatori, tra l’altro. Eppure c’è chi, e sono stati in molti, non è riuscito ad accettare questa semplice, anche banale, regola di salvaguardia di salute pubblica. “L’evento è gratuito? È per tutti? Ho il diritto di esserci”. E poco importa se devono volare insulti e spintoni davanti alla Basilica di Collemaggio e a pochi metri da quella Porta Santa che Celestino V ha voluto aprire per uno dei più grandi gesti d’amore, umani e divini, quello del Perdono. Parole irripetibili, quando non vere e proprie colorite bestemmie, e violenza gratuita contro gli impotenti volontari della sicurezza e le forze dell’ordine che altro non stavano facendo che proteggere la folla da sé stessa. Il tutto, alla presenza di bambini di tutte le età che hanno assistito allo “spettacolo” ben poco edificante.
È un paradosso comune, forse, non è certo la prima volta che accade in manifestazioni pubbliche. Ma il fatto che sia accaduto ieri, in un contesto come quello, ci rende il senso della distanza che ancora ci separa da Celestino V e dalla Perdonanza. E, a giudicare dalle scene di ieri, sono ben più di 730 anni.
A nulla sono servite le splendide parole del monologo di Papa Celestino in apertura della Perdonanza, la rabbia e la veemenza sono state il filo rosso che univa le persone appoggiate alle transenne che delimitavano il teatro del Perdono, appunto!
