Perdonanza celestiniana

730′ Perdonanza, Mons. D’Angelo ringrazia il Cardinale Petrocchi: “Il suo intenso lavoro produrrà ancora molti frutti”

"Lei si è dedicato e donato con generosità, mettendo in campo tutte le sue risorse e tutte le sue forze: non si è risparmiato in nulla". Il Vescovo Antonio D'Angelo, nel giorno più significativo della Perdonanza, ringrazia il Cardinale Petrocchi per gli 11 anni di servizio pastorale.

“Grazie. Un termine poco utilizzato ma importante da riscoprire dandogli il giusto valore. Infatti, dire grazie innanzitutto è riconoscere il valore dell’opera compiuta, poi vuol dire anche riconoscere il bene ottenuto dalle attività realizzate”. Monsignor Antonio D’Angelo, il nuovo arcivescovo dell’Aquila, ringrazia il cardinale Giuseppe Petrocchi, Vescovo emerito dell’Aquila.

Lo fa nel giorno più importante della Perdonanza Celestiniana, nel momento in cui la città dell’Aquila si raccoglie in preghiera e raccoglimento. È il giorno della Porta Santa, aperta dal cardinale Giuseppe Petrocchi, nell’anno in cui ha lasciato il suo servizio pastorale come Vescovo metropolita. Un passaggio di testimone prezioso e importante tra il cardinale Petrocchi e il suo successore, l’arcivescovo Antonio D’Angelo. Grazie per questi undici anni di ministero episcopale a servizio della Chiesa Aquilana e di tutta la Comunità, anche quella civile. Lei si è dedicato e donato con generosità, mettendo in campo tutte le sue risorse e tutte le sue forze: non si è risparmiato in nulla! Tante sono le cose da Lei realizzate, molte delle quali, anche se non sono immediatamente visibili, sono ugualmente significative per questa Comunità, anzi, per alcuni versi, sono più importanti delle altre. Ne cito solo alcune. Innanzitutto la Visita Pastorale di Papa Francesco nel 2022, con l’apertura della Porta Santa per la prima volta da parte di un Pontefice. Poi la promozione, anche oltre il perimetro del nostro territorio, del valore spirituale della Perdonanza e della figura di San Celestino V. E, ancora, l’Ufficio di pastorale dell’Emergenza, che dimostra l’attenzione Sua e della Chiesa alla sofferenza della persona umana causata dalle calamità che si sono susseguite negli ultimi anni in questa terra. Ancora, voglio sottolineare l’impegno e la Sua preoccupazione per la formazione tenendo personalmente tanti incontri per la crescita spirituale e culturale della Comunità. Queste, ripeto, sono solo alcune delle attività da Lei promosse, ma l’elenco sarebbe molto più lungo. Il suo intenso lavoro ha prodotto e produrrà ancora tanti frutti, tanto bene, per questo siamo qui a dirLe grazie. L’eredità che ci ha lasciato sia di stimolo per noi tutti, affinché si continui a costruire il bene, per una società migliore, così da poter vivere in piena sintonia e armonia, sperimentando la comunione fraterna illuminata dal Vangelo. Ora mi permetta un mio personale ringraziamento. In questi anni vissuti insieme, innanzitutto è stato significativo condividere con Lei la fraternità ministeriale. Una comunione che, nel tempo, si è sempre più consolidata e continuerà a crescere nel futuro, perché una relazione vera, una volta impiantata, soprattutto se fondata in Cristo e sul suo Vangelo, non finisce mai. Abbiamo condiviso con spirito di collaborazione ogni cosa della vita diocesana. Questo è stato molto importante per me, non solo per gli aspetti meramente organizzativi, ma soprattutto per il metodo: camminare insieme, in quella dimensione sinodale a cui siamo chiamati tutti. Eminenza, il grazie sale a Dio da tutta Comunità! La benedizione e la grazia del Signore continuino ad accompagnare i passi della Sua vita affinchè possa continuare a seminare e costruire il bene, come ha fatto finora. Grazie!”. 

Perdonanza, l’omelia del cardinale Petrocchi: “Gesù vera e unica porta di vita”