Apertura Porta Santa, il saluto del cardinale Petrocchi: “Grazie a Papa Francesco che mi ha inviato in questa splendida Chiesa”

“Vi porto tutti nel cuore. Vi ho voluto bene, vi voglio bene e, con la grazia di Dio, continuerò a volervi bene: fino all’ultimo respiro”. Il Cardinale Giuseppe Petrocchi saluta la sua comunità durante l’apertura della Porta Santa.
“Grazie a Papa Francesco, che mi ha inviato in questa nobile e splendida Chiesa e mi ha sempre assistito, specie nei momenti più difficili, con la sua paterna benevolenza. Alla Conferenza Episcopale Italiana va un sentito omaggio, guadagnato sul campo, per l’aiuto dato con generosità “samaritana” a questa Chiesa, devastata da tre sismi (2009/2016/2017)”. Il saluto del Cardinale Giuseppe Petrocchi a margine dell’apertura della Porta Santa.
“Ai Confratelli della Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana riservo un “abbraccio collegiale” per la comunione sapiente e concreta vissuta nel Signore All’Arcivescovo Emerito Mons. Molinari e al Nunzio Apostolico Mons. Orlando Antonini: a loro mi ha sempre legato l’amicizia fraterna come anche la comune e intensa sollecitudine verso questa Diocesi. Un grazie a caratteri cubitali è indirizzato ai Sacerdoti e ai Diaconi, che sono stati Collaboratori provvidenziali e motivo di “vanto” nel Signore; ai Religiosi, che con i loro carismi hanno arricchito la vita e la missione di questa Comunità cristiana; alle Religiose, che nel loro servizio evangelico sono state riflessi vivi dello stile e della dedizione di Maria. Questa riconoscenza è allargata, a pieno titolo, alle Comunità Parrocchiali e agli Operatori pastorali che le animano, così come alle Aggregazioni ecclesiali che vivacizzano l’impegno nell’apostolato. Va messa in risalto l’opera compiuta dagli Impiegati di Curia, sempre solerti ed efficienti. Con loro vanno elogiati Consulenti e Tecnici che, con professionalità collaudata, si sono allertati nel provvedere ai restauri post-sismici e alla gestione delle nuove Costruzioni parrocchiali (Cansatessa e Pile). Un grazie a tutto cuore alle Famiglie, che sono sorgenti di fecondità generazionale e scuole di umanesimo cristiano; riservo, in particolare, una vicinanza “empatica” a quelle che hanno patito a causa del terremoto come anche per problemi relazionali ed economici. Il mio grazie commosso raggiunge i Giovani, in particolare quelli con cui ho percorso insieme tracciati formativi: sono essi la “speranza” viva del nostro Popolo. Ai Ragazzi, che costituiscono un “tesoro” evangelico prezioso, va il mio affetto paterno e la mia benedizione. Il mio sguardo di predilezione si posa sui Bambini: sono loro i “fiori” promettenti che la Provvidenza fa sbocciare nel giardino della Chiesa. Vanno custoditi con cura e accompagnati con sapienza educativa. Abbraccio gli anziani, gli ammalati e i sofferenti: essi partecipano alla passione di Cristo e attirano grazie speciali sulla intera Diocesi. Porto nell’anima e nella preghiera tutte le Persone che ho incontrato durante le celebrazioni liturgiche, nelle manifestazioni di carattere istituzionale e nelle conversazioni dirette e confidenziali.

Saluto con stima cordiale e convinta riconoscenza le Autorità Civili, Militari, Accademiche con cui ho avuto il privilegio di avviare fattive sinergie a vantaggio del Bene comune: che è bene di tutti e di ciascuno. In particolare i Dirigenti della Prefettura, della Regione Abruzzo, della Provincia e dell’Amministrazione Municipale: con questi validi Interlocutori i collegamenti si sono mantenuti positivi, costanti e reciproci. Una esemplare dimostrazione di questa creativa convergenza tra le varie Istituzioni è apparsa nella gestione della Visita Pastorale di Papa Francesco, in occasione della Perdonanza 2022. Anche agli occhi di Esperti esterni la organizzazione dell’evento è apparsa ammirevole, poiché ha saputo coniugare un controllo rigoroso con la spontaneità espressiva della gente: così la disciplina compatta, assicurata nella impostazione, si è perfettamente intonata con la partecipazione libera ed entusiastica della popolazione. Un grazie carico di apprezzamento al Mondo della Sanità, della Istruzione e dello Sport come agli Apparati dello Stato che tutelano la Giustizia, il Patrimonio artistico-culturale e l’Ambiente. Un plauso motivato per Comandanti e per i Membri delle Forze dell’Ordine come per gli Organi che si applicano per garantire la pubblica protezione e la incolumità dei Cittadini. Stringo la mano ai Responsabili e ai Funzionari preposti al faticoso lavoro teso alla Ricostruzione; come anche ad Esponenti del mondo politico e culturale con cui ho tessuto un confronto leale e dialogico. Una documentata benemerenza va conferita ad Enti e Fondazioni che, con trasparenza legale, hanno offerto apporti significativi; tale “certificazione” intendo estenderla pure alle Associazioni di rappresentanza e assistenziali che si sono rese disponibili a condurre azioni unitarie. Un attestato di merito lo dedico ai Giornalisti e agli Operatori dei Media, con cui mi sono incontrato molte volte: attraverso una informazione puntuale hanno contribuito a divulgare la corretta e aggiornata conoscenza di avvenimenti e di prospettive. Manifesto rispetto e incoraggiamenti verso Coloro che operano nel campo dell’Arte e del Turismo. Saluto, con spirito festante, Mons. D’Angelo, mio Successore come Ordinario della Arcidiocesi aquilana. Nei tre anni che ho condiviso con lui a servizio di questa Chiesa ho sperimentato sempre una comunione a tutto campo e una intesa completa, sia nelle prospettive pastorali come nelle attività ministeriali. Sono convinto che sarà un Vescovo secondo il cuore di Dio e una saggia Guida per questa eletta porzione del Popolo di Dio. Tutti quelli che non ho potuto citare, e con i quali ho avuto la soddisfazione di interagire, si sentano inclusi in questa “lista”, telegrafica e inevitabilmente incompleta.
Per le insufficienze e le mancanze che avete notato in me, nello svolgimento del ministero episcopale, chiedo perdono: consegno con fiducia queste mie fragilità alla vostra misericordia. Sono onorato di essere diventato cittadino Aquilano e aver partecipato alla avventura, gravosa e avvincente, della ricostruzione della Comunità: sul piano spirituale, culturale, civico ed edilizio. Posso affermare che, grazie alla resilienza e alla vigorosa reazione degli Abitanti di queste terre, il terremoto ha perso la guerra, scatenata con furia demolitiva sul nostro territorio. In molti luoghi dove svettavano le insegne distruttive della morte, oggi sventola la bandiera gioiosa della rinascita e della vita. L’Aquila, Città crocifissa è già, anche se non ancora in modo compiuto, Città risorta: più bella e più accogliente di prima. Ricordo ogni giorno le Vittime del terremoto: prego per loro e faccio conto sulla loro intercessione. Continuerò, come Arcivescovo Emerito, a svolgere a L’Aquila attività culturali, specie nell’ambito dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose. Ritornerò pure per alcune celebrazioni: specie nelle Solennità liturgiche, nelle Feste patronali e per il Conferimento delle Cresime. Prolungo con regolarità l’impegno che il Papa mi ha assegnato nei Dicasteri pontifici, a Roma. Vi porto tutti nel cuore. Confermo solennemente che, con tutto me stesso, vi ho voluto bene, vi voglio bene e, con la grazia di Dio, continuerò a volervi bene: fino all’ultimo respiro!”.