Far West in ospedale, parenti di un defunto devastano il reparto e minacciano i medici

In 40 entrano in ospedale e devastano il reparto di Oncologia alla notizia della morte di un loro congiunto.
In 40, tra parenti e amici sono accorsi all’ospedale di Pescara, alla notizia della morte di un loro congiunto e hanno devastato il reparto e aggredito il personale medico.
Hanno invaso i corridoi del reparto gridando e insultando chiunque si trovassero davanti, trasformando le stanze di del reparto Oncologia in una sorta di campo di battaglia: porte divelte, tavoli ribaltati, suppellettili gettate a terra. Solo l’intervento delle forze
dell’ordine ha consentito di riportare la calma. Il fatto è avvenuto ieri mattina all’ospedale di Pescara.
Protagoniste 40 persone, che si sono presentate nella struttura appena appreso della morte di un loro parente. A darne notizia è il quotidiano Il Messaggero, nell’edizione odierna. Uomini e donne hanno invaso i corridoi, dopo essere riusciti a entrare con la forza: è subito intervenuta la guardia giurate in servizio che, valutata la situazione, ha chiamato il numero di emergenza. In ospedale sono arrivate prima le pattuglie della squadra volante della questura quindi quelle dei carabinieri, che hanno cercato di riportare la calma, poi hanno scortato la salma fino all’obitorio.
“Condanno fermamente l’odioso atto di violenza perpetrato da un gruppo di circa quaranta persone a danno degli operatori sanitari, dei pazienti e del patrimonio del reparto di Oncologia dell’Ospedale di Pescara – dichiara il direttore generale della Asl, Vero Michitelli – Un reparto come l’Oncologia, dove la fragilità e la speranza convivono, non avrebbe mai dovuto essere teatro di un’aggressione così vile e gratuita. I nostri operatori, medici, infermieri e operatori socio sanitari, si dedicano quotidianamente alla cura dei pazienti con la massima professionalità e umanità. Vedere il loro impegno e la loro dedizione così brutalmente disprezzati mi riempie di sdegno e indignazione”.
L’intervento del Presidente Marco Marsilio: “Il gesto non resti impunito”
“Dopo aver appreso la notizia delle violenze nel reparto di oncologia all’ospedale di Pescara ho chiamato il direttore generale della Asl, Vero Michitelli, per esprimere la solidarietà a tutto il personale colpito da questo vergognoso assalto e successivamente ho parlato con il prefetto della provincia di Pescara, Flavio Ferdani, al quale ho chiesto un intervento forte e deciso perché vengano puniti i responsabili di quanto accaduto. Gli autori di questo gesto totalmente ingiustificabile appartengono a un clan familiare ben noto alle autorità di pubblica sicurezza, i cui componenti non sono nuovi a questi atti di prepotenza e di violenza, in particolare nelle occasioni in cui qualcuno dei loro sodali accede al pronto soccorso. Questi gesti non possono e non devono restare impuniti”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.
Ordine medici, ‘risposta forte dello Stato contro violenze’
“Chiediamo al Governo una risposta forte ed esemplare per garantire sicurezza e serenità ai medici e a tutti i professionisti sanitari. In sua assenza, siamo pronti a scendere in piazza e a manifestare”. Così il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, commenta i fatti di Pescara, dove una quarantina di persone, appreso della morte di un loro parente, hanno fatto irruzione nel reparto di oncologia dell’ospedale, insultando e minacciando il personale e
danneggiando oggetti e strutture. Ai colleghi aggrediti, all’Ordine dei Medici di Pescara con la presidente Maria Assunta
Ceccagnoli va la solidarietà della Fnomceo. Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza delle professioni sanitarie e sociosanitarie, evidenzia in una nota la Fnomceo, sono state oltre 16mila, nel 2023, le segnalazioni di episodi di violenza contro sanitari: circa 50 al giorno, considerando che mancano i dati della Sicilia e che molte Regioni hanno considerato solo le aggressioni avvenute
nelle strutture pubbliche. Da qui, la necessità e l’urgenza di dire “basta”, scrive la Fnomceo.
“È necessario un decreto-legge – spiega Anelli – che contenga provvedimenti di tipo normativo, come l’arresto in flagranza differita e la piena applicazione della procedibilità d’ufficio, ma anche organizzativo, come sistemi di videosorveglianza, controlli agli ingressi con metaldetector, presenza di vigilanti ma anche postazioni fisse delle forze dell’ordine. Il diritto alla salute che i professionisti dellasalute garantiscono non può essere disgiunto dal diritto alla sicurezza. Senza sicurezza, difficilmente l’assistenza potrà essere garantita con la massima efficienza”.