Cronaca

Omicidio Thomas Luciani, indagini chiuse: Non c’è stata premeditazione

"Hanno colpito in due senza premeditazione". In chiusura le indagini per l'omicidio del giovane Thomas Luciani, ucciso con 25 coltellate a Pescara da 2 coetanei.

Manca ancora qualche elemento, ma le indagini e il quadro sul brutale omicidio di Thomas Luciani, il 17enne assassinato da due coetanei a Pescara con 25 coltellate lo scorso 23 giugno e lasciato poi privo di vita tra le sterpaglie di un parco, sembrano essere chiuse.

A fare maggiore chiarezza e a dare un quadro più completo, le dichiarazioni di uno dei due ragazzi accusati del delitto, attualmente in custodia in una struttura minorile. Assistito dagli avvocati Marco Di Giulio e Vincenzo Di Girolamo il ragazzo è stato ascoltato dal procuratore della Repubblica presso il tribunale per i minori David Mancini e dal sostituto Angela D’Egidio. Secondo indiscrezioni avrebbe risposto in maniera esaustiva a tutte le domande, anche sulla base dei risultati dell’esame medico legale depositato nei giorni scorsi dal consulente Christian D’Ovidio. Il prossimo passaggio dovrebbe essere quello della chiusura delle indagini, con una richiesta di rinvio a giudizio o, in maniera ancora più rapida, con una richiesta di giudizio immediato. I magistrati adesso potrebbero ascoltare anche l’altro ragazzo fermato per l’omicidio di Thomas Luciani, che sarebbe stato il primo ad aggredire il giovane dopo una discussione per un piccolo debito di circa 70 euro per acquistare della droga che non era mai stata consegnata.

Il giovane è assistito  dagli avvocati Massimo Galasso e Roberto Mariani, anche loro in attesa di conoscere gli atti di indagine che dovrebbero essere completati con il materiale scaricato dai telefoni dei due indagati, del “supertestimone” e di altri tre ragazzi che componevano il gruppo; un passaggio che servirà a ricostruire definitivamente le fasi precedenti e successive al brutale omicidio e stabilire quindi se c’è stata più o meno la premeditazione. Al momento sembra sospesa – quindi i due potrebbero aver agito in preda a un raptus – e nei confronti dei due indagati l’accusa di omicidio è accompagnata dalle aggravanti della crudeltà e dei futili motivi. 

Omicidio Pescara, gli ultimi minuti di Thomas: prima un panino, poi l’incontro con gli aggressori

Allontanatosi dalla comunità molisana in cui viveva da qualche tempo, Thomas era andato a Pescara e ha usato i soldi che sarebbero serviti per comperare la droga, per pagarsi il fine settimana di libertà con gli amici. Il presunto killer per tutta la giornata di sabato cerca di contattarlo, ma lui aveva il telefono scarico e non si era preoccupato di ricaricarlo perchè rischiava di essere rintracciato dalla comunità. Domenica 23 giugno, tramite il telefono di un amico, aveva pubblicato sui social una sua foto con la stazione di Pescara sullo sfondo. A quel punto il sedicenne presunto killer, uscito di casa con il coltello, sarebbe andato a cercarlo con gli amici tra i quali l’altro coetaneo che poi avrebbe contribuito ad accoltellare a morte il ragazzo. Dal contenuto degli smartphone emerge inoltre che “Crox” – questo il soprannome di Thomas tra gli amici – dopo il weekend di libertà voleva tornare in comunità ed era alla ricerca di dieci euro per prendere un treno per Vasto, dove si trovava la fidanzata, per poi muoversi alla volta di Campobasso. Quel treno sarebbe dovuto partire alle 18; invece poco prima, attorno alle 17, il ragazzo è stato brutalmente ucciso a Pescara e abbandonato tra le sterpaglie, in un parco non distante dalla stazione ferroviaria. Il gruppo poi, prima di disperdersi, è andato al mare a fare un  bagno. In serata, uno dei ragazzi che faceva parte del gruppo, spinto forse dai rimorsi ha confessato quanto era accaduto ai genitori, facendo così ritrovare il corpo del giovane nel parco.

omicidio pescara

La madre di Thomas, Elisangela Luciani, ha recentemente postato su TikTok un video di Thomas da bambino, proseguendo il dialogo con gli utenti che la seguono e confermando di volere “giustizia, non vendetta”. Per non dimenticare e soprattutto sensibilizzare, affinché tali episodi non possano più accadere è nata un’associazione in ricordo di “Crox” con una forte e simbolica connotazione sociale, culturale e sportiva, pensata per aiutare giovani e famiglie. Accanto alla scritta Crox il simbolo di una farfalla, com segnale si rinascita. La presentazione si è tenuta nel Comune di Rosciano, paese dove viveva il ragazzo con la nonna Olga Cipriano che ha fortemente voluto e sostenuto la nascita di questa associazione.

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PARLA LA NONNA DI CHRISTOPHER THOMAS: “NON ERA UN DELINQUENTE” #notizie

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