Una maratona nel deserto del Sahara, l’impresa degli aquilani Carlo e Alberto Scalzini

Carlo Scalzini e suo figlio Alberto saranno i primi aquilani a partecipare ad aprile alla Marathon des Sables, la corsa nel deserto del Sahara marocchino più famosa al mondo.
Alla Marathon des Sables 2025, la corsa nel deserto del Sahara marocchino più famosa al mondo, parteciperanno – per la prima volta – due aquilani: Carlo e Alberto Scalzini, un padre e un figlio con in comune la passione per l’esplorazione e l’avventura. Un’affiatata squadra sportiva “a conduzione familiare” pronta ad affrontare gli ostacoli e le esperienze di questa sfida.
La Maratona des Sables è una gara di 250 chilometri suddivisa in 6 tappe che si corre nel Sahara, un percorso che per molti rappresenta una vera e propria “lezione di vita”, una competizione che mette a nudo fragilità ed emozioni che si amplificano duna dopo duna, da affrontare in quasi completa autosufficienza Nata dall’idea di Patrick Bauer che nel 1984 decise di attraversare a piedi e in solitaria il deserto, la gara è ora giunta alla 38′ edizione e, partita come una competizione per pochi atleti, adesso ai nastri di partenza vedrà, ad aprile 2025, quasi 1500 runner, tra cui Carlo Scalzini, geometra topografo aquilano e suo figlio Alberto, studente di Matematica all’Università di Milano.
Attualmente la competizione comprende diversi formati: il formato originale, di 250km in Marocco, chiamato “The Legendary” o “MDS Legendary”, e un formato più corto, tra i 70 e i 120 kilometri, con edizioni in diverse parti del mondo. Per molti si tratta di un’esperienza formativa, un modo per ritrovarsi, nella pace e nella tranquillità del deserto, tra sana competizione e voglia di tornare, in qualche modo, indietro nel tempo.
Per Carlo Scalzini, appassionato da sempre di avventura, montagna e corsa, partecipare a questa maratona è un sogno che si realizza, “Tanti anni fa – spiega sentito dal Capoluogo.it – avevo visto un servizio in tv in cui si parlava di questa maratona e mi ero appassionato alla storia di un uomo che durante il percorso si era perso (era l’italiano Mauro Prosperi che, nel 1994, perse la direzione a causa di una tempesta di sabbia ed era sopravvissuto bevendo la propria urina prima di essere soccorso ndr) e aveva affrontato delle prove durissime per la sopravvivenza. Mi ero ripromesso che prima o poi avrei partecipato anche io. L’anno scorso dopo aver letto il libro ‘Deserti’ di Carla Perrotti con cui ho avuto anche uno scambio epistolare ho capito che i tempi erano finalmente maturi”.

Con lui ci sarà il figlio Alberto, 27 anni, che ha voluto condividere con il padre questa esperienza. “Sarà bellissimo partire insieme – continua Carlo – in questi mesi siamo molto concertati sull’allenamento fisico che ci impegna tutti i giorni, diverse ore al giorno. Lui vive a Milano e ci confrontiamo regolarmente. Sarà impegnativo e faremo il possibile per portare in alto anche il nome dell’Aquila che, per la prima volta, ha una sua rappresentanza“.
La maratona, come anticipato, è divisa in 6 tappe di cui 5 hanno una lunghezza tra i 30 e i 40 km e richiedono una giornata ciascuna, mentre una tappa speciale raggiunge più di 80 km affrontati in due giorni. Il percorso esatto non si conosce in anticipo, ma viene comunicato all’inizio della competizione. Gli atleti alterneranno la camminata a un percorso sprint con lo scopo di chiudere la tappa più velocemente possibile, gestendo al meglio le energie e le risorse.
Sarà un percorso impegnativo dove padre e figlio dovranno provvedere alla propria sopravvivenza, dal momento che l’organizzazione mette a disposizione solo l’acqua insieme alla tenda per dormire la notte. Solitamente vengono distribuiti un litro e mezzo ogni 10km e 3 litri al termine di ogni tappa da utilizzare per cucinare e lavarsi. Un’altra lezione importante che arriva dalla maratona è legata all’uso dell’acqua, che non va sprecata, essendo soprattutto in questa circostanza un bene molto prezioso. Per quanto riguarda il cibo deve essere conservato nella zaino che portano in spalla e deve essere sufficiente per tutto il percorso.
Quindi, in questi 250 km dalla partenza all’arrivo, Carlo e Alberto dovranno attrezzarsi con un’adeguata attrezzatura da campeggio con tutto quello che occorre per la sopravvivenza nel deserto. Per realizzare questo sogno sono stati sostenuti da diversi sponsor aquilani.
Per chi volesse aderire con un contributo c’è una piattaforma dedicata sul sito creato da Carlo (a questo link) per divulgare l’impresa che sarà documentata passo passo anche sull’account Instagram.