Sentenza choc sisma, la raccolta fondi per mobilitare L’Aquila

Attivo l’IBAN per contribuire al pagamento delle spese processuali a cui sono stati condannati i familiari di alcune vittime, i sette studenti, nella sentenza choc sul sisma
Sentenza choc sisma, all’indignazione e alle proteste fa seguito la mobilitazione attraverso una raccolta fondi. L’iniziativa è dell’associazione “L’Aquila per la vita”, condotta in sinergia con le associazioni dei familiari delle vittime del sisma.
Da oggi è attivo un codice IBAN – IT34S0832703602000000005881 – a cui, con la causale “contributo spese legali 2024”, chiunque potrà fare una donazione, anche di pochi euro. Il bonifico va intestato a “Associazione vittime universitarie sisma 6 aprile 2009 – L’Aquila per la vita E.T.S.”. L’obiettivo è arrivare a coprire i 14mila euro di spese legali al cui pagamento sono stati condannati i familiari di alcune vittime del sisma. Si parla della sentenza choc sul sisma, quella di secondo grado che oltre a “caricare” i familiari delle spese processuali ha scagionato nel luglio scorso la Presidenza del Consiglio per la morte degli studenti Nicola Bianchi, Ivana Lannutti, Enza Terzini, Michele Strazzella, Daniela Bartoletti, Sara Persichitti e Tonino Colonna. Si vuole anche chiamare la città a una mobilitazione dal forte valore simbolico: se è vero che chiunque può donare, è soprattutto agli aquilani che si rivolgono i promotori. La sentenza suscitò dibattito e proteste, compresa una manifestazione davanti al Tribunale all’Aquila. Indignazione rivolta anche contro sentenze analoghe che hanno riguardato altre vittime del terremoto.
“Siamo oggi a fare questo annuncio non a caso nella foresteria dove accogliamo i parenti dei malati oncologici che vengono a curarsi da fuori città – ha detto Giorgio Paravano de “L’Aquila per la vita” – perché anche le vittime di questa sentenza venivano da fuori, da universitari. La condanna al pagamento delle spese legali ci ha ferito, vogliamo come è nostra mission dare una mano concreta, senza polemiche. Ci sembra utile che la città si mobiliti per dare una mano a questi genitori”.
Per le associazioni dei familiari interventi da Vincenzo Vittorini, Sergio Bianchi e Maurizio Cora. Vittorini auspica che “la città risponda in massa, se accadesse sarebbe un segnale enorme, che va oltre il pagamento delle spese legali. Renderemo periodicamente pubblici i nomi dei donatori, senza specificare per ciascuno l’entità delle somme. L’anomalia di questa sentenza nasce dal vulnus iniziale: il vicecapo della Protezione civile Bernardo De Bernardinis è stato condannato in terzo grado, se si fosse partiti da qui non si sarebbe arrivati all’abominio di condannare le vittime come carnefici di se stesse”. Per Bianchi “non si può demandare la responsabilità della sicurezza personale a un ragazzo di vent’anni. In questa città ci doveva essere in quei giorni un’accortezza particolare”. Per Cora “le vittime non hanno colpa né possono avere colpa alla luce di una responsabilità accertata del vicecapo della Protezione civile. La condanna al pagamento delle spese legali è impropria”.
