Aggressione ospedale, si cercano altri responsabili

20 settembre 2024 | 09:55
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Aggressione ospedale, si cercano altri responsabili

Si cercano altri responsabili per l’aggressione all’ospedale di Pescara. Una delle persone arrestate – difesa dall’avvocato Antonio Valentini – è stata tradotta in carcere per aver violato i domiciliari.

Si continua ad indagare per identificare gli altri responsabili dell’invasione avvenuta lo scorso 13 settembre nel reparto di Oncologia dell’ospedale di Pescara, assaltato da un gruppo di persone, parenti e amici di un uomo deceduto a causa di una grave patologia. Sono state già arrestate 3 persone: due uomini e una donna.

La donna, difesa dall’avvocato Antonio Valentini, del foro dell’Aquila, è stata tradotta in carcere per aver violato gli obblighi legati a una misura cautelare in regime domiciliare: alla notizia della morte del padre la giovane è “evasa” per andare in ospedale. Gli altri due arrestati, nipoti del defunto, avrebbero violato le regole legate all’affidamento in prova. Entrambi sono difesi dall’avvocato Marco Di Giulio, del foro di Pescara. Le accuse per le 14 persone finora identificate per l’aggressione in ospedale variano a seconda dei ruoli, dal danneggiamento, alle minacce aggravate, all’interruzione di pubblico servizio. I provvedimenti nei confronti delle 3 persone arrestate in realtà sono tecnicamente dovuti non ai reati ipotizzati, ma alla violazione degli obblighi a cui i tre erano sottoposti per altre vicende processuali.

“La mia assistita è stata tradotta in carcere per altre vicende e come conseguenza della violazione – spiega al Capoluogo l’avvocato Antonio Valentiniper adesso non ci sono profili penali sotto il profilo di una aggressione. Siamo in attesa di comunicazioni da parte della Procura”.

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Secondo alcune testimonianze raccolte, il gruppo protagonista dell’aggressione e dell’invasione nel reparto di Oncologia, una volta giunto in ospedale avrebbe solo urlato, senza aggredire il personale sanitario, testimonianze che discostano da altre secondo le quali, poco dopo la morte dell’uomo ricoverato, prima che salma venisse portata in obitorio,  il reparto di Oncologia dell’ospedale di Pescara si sarebbe trasformato  in una  “trincea”: sono arrivati a frotte decine di parenti e amici del defunto che hanno minacciato, inseguito i medici e devastato tutto quello che hanno trovato. La squadra mobile intanto ha scaricato le riprese delle telecamere di videosorveglianza presenti all’interno dell’ospedale in modo da ricostruire la vicenda nella sua interezza e capire anche le modalità con cui il gruppo ha avuto accesso al reparto.

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