Nove Martiri, la memoria al futuro

Le commemorazioni all’Aquila per l’81esimo anniversario dell’eccidio dei Nove Martiri, sottolineata l’importanza di ricordare per costruire l’identità di una comunità
Nove Martiri, la memoria è insegnamento, futuro e identità. L’81esimo anniversario dell’eccidio dei nove giovani catturati e uccisi dai tedeschi il 23 settembre 1943 è stata l’occasione di ribadire il filo diretto che lega quel tragico evento con la sempre viva necessità, per una comunità cittadina come quella aquilana, di unirsi attorno a valori comuni.
Evento centrale nel programma di commemorazioni della municipalità aquilana è stata come sempre, presso la caserma Pasquali Campomizzi del nono Reggimento Alpini, la deposizione della corona di fronte al cippo commemorativo, situato nel luogo dove i giovani, tutti tra i 17 e i 21 anni, furono uccisi con un colpo d’arma da fuoco alla testa dal contingente tedesco dopo essere stati costretti a scavarsi la fossa.
Nel corso della cerimonia alla presenza delle autorità civili e militari il sindaco Pierluigi Biondi ha tenuto un discorso nel quale ha sottolineato che “questo luogo testimonia il martirio di questi ragazzi ma anche il sacrifico degli Alpini per il nostro Paese. Li ringraziamo per essere qui gelosi custodi di questo pezzo di storia cittadina e nazionale, e per come ci consentono ogni anno di commemorarlo”. A margine il primo cittadino ha evidenziato con la stampa come la memoria “serva come insegnamento: non a caso lo scorso anno, in occasione dell’ottantesimo anniversario, abbiamo voluto raccontare il processo ai Nove Martiri attraverso il linguaggio del teatro, per rivolgerci meglio ai più giovani. Attraverso la memoria si costruisce l’identità di una comunità più forte e più coesa”.
Stessa lettura da parte del prefetto Giancarlo Di Vincenzo: “Grazie da parte delle istituzioni agli Alpini per tutto quello che fate e che avete fatto. Coltivare la memoria è il modo migliore per coltivare il futuro”.
La cerimonia alla caserma Pasquali è stata preceduta e seguita da altri momenti di commemorazione: al Sacrario dei Nove Martiri al cimitero monumentale, all’Istituto Amedeo di Savoia Duca d’Aosta, in piazza Nove Martiri, all’inizio del Sentiero dei Nove Martiri.
Bruno D’Inzillo, Bernardino Di Mario, Fernando Della Torre, Carmine Mancini, Giorgio Scimia, Francesco Colaiuda, Anteo Alleva, Sante Marchetti e Pio Bartolini dopo l’8 settembre del 1943 si erano uniti ai partigiani che cercavano di respingere le truppe di occupazione tedesche. Per sfuggire ai rastrellamenti si erano rifugiati sulle montagne nei pressi di Collebrincioni. Furono catturati dal contingente tedesco dopo una delazione e condotti nella caserma Pasquali, dove furono costretti a scavarsi la fossa e uccisi. Nessuno informò le famiglie e, solo dopo la liberazione della città dell’Aquila, avvenuta il 13 giugno del 1944, i loro corpi furono rinvenuti e le loro spoglie ricomposte all’interno della scuola elementare “De Amicis”. Lì ricevettero il silenzioso e commosso omaggio della cittadinanza, prima della sepoltura nel sacrario che si trova all’interno del cimitero monumentale.
