Incidenti in montagna e Soccorso Alpino, l’esperto: Sostituire i volontari con i professionisti

25 settembre 2024 | 01:13
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Incidenti in montagna e Soccorso Alpino, l’esperto: Sostituire i volontari con i professionisti

Incidenti in montagna, parla Paolo De Luca: “L’attività di Soccorso Alpino è affidata ai volontari CAI, è come se in caso di incidenti stradali i volontari coordinassero l’attività della Polizia”

Si cerca ancora Giorgio Lanciotti, escursionista 35enne disperso sul Gran Sasso. Sono stati numerosi gli interventi di soccorso negli ultimi mesi per incidenti in montagna: che sia estate o inverno, resta l’allerta continua sui rischi in alta quota.
Parla l’esperto Paolo De Luca: “Rivedere il sistema del Soccorso Alpino: destinare le risorse ai corpi professionisti, attrezzati e organizzati per gli interventi“.

INCIDENTI IN MONTAGNA –“In seguito ad ogni tragedia che si verifica in quota, riecheggiano le parole di esperti e di rappresentanti del Soccorso Alpino e Speleologico del CAI, i quali tornano a sottolineare consigli e raccomandazioni importanti che richiamano alla prudenza tutti gli appassionati della montagna”. Effettuare un soccorso in quota significa mettere potenzialmente a rischio anche chi, come semplice volontario, dà la sua disponibilità ad aderire al CNSAS. È proprio l’impegno di volontari – sui quali si costruisce l’azione del Corpo nazionale del Soccorso Alpino – che andrebbe rivisto, secondo il maestro di sci e accompagnatore di media montagna Paolo De Luca.

“A mio giudizio, l’impostazione nazionale del Servizio di Soccorso Alpino andrebbe radicalmente cambiata. Nel nostro Paese, infatti, l’attività di Soccorso Alpino e Speleologico è affidata ai volontari del CAI secondo una legge anacronistica e superata per svariati motivi. In primis, perché i volontari del CAI coordinano un Corpo dello Stato come il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza o il SAF (Soccorso Speleo alpino fluviale del Corpo dei VVF) durante le operazioni di soccorso in montagna. Pensateci, è come se, in caso di incidente stradale, i volontari coordinassero l’attività della Polizia stradale per il soccorso degli automobilisti coinvolti nel sinistro. In secondo luogo, sottolineo che il Soccorso Alpino del CAI percepisce finanziamenti pubblici – oltre 10 milioni di euro l’anno – quindi, invece che utilizzare squadre di volontari, potrebbe affidarsi a squadre di professionisti specializzati, già esistenti nel Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, nel Soccorso Speleo Alpino fluviale, nel Soccorso Alpino della Polizia di Stato e, ancora, nel Reparto Intervento Montano dei Carabinieri. Reparti ai quali, eventualmente, destinare quelle risorse, aumentando in tal modo l’efficacia dei soccorsi”.

incidenti in montagna

Inoltre, aggiunge De Luca, “la tempestività negli interventi è maggiore da parte dei professionisti. Del resto, i volontari devono lasciare il loro lavoro,  non sono in continua attesa e disponibilità per rispondere alle emergenze. Infine – conclude – i reparti specializzati del SAGF, SAF, RIM, Soccorso Alpino della Polizia di Stato, oltre ad avere mezzi terrestri e aerei idonei ad ogni necessità, hanno la preparazione giuridico – operativa per permettere ai propri uomini di poter ricostruire esattamente qualsiasi evento legato ad infortuni avvenuti in alta quota: assicurando anche le necessarie funzioni di Polizia Giudiziaria nei casi in cui, dalla dinamica degli incidenti, possano essere ravvisati eventuali elementi di interesse penale”.