Santa Margherita dei Gesuiti si svela in tutto il suo splendore, i lavori di restauro

28 settembre 2024 | 09:22
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Santa Margherita dei Gesuiti si svela in tutto il suo splendore, i lavori di restauro

L’AQUILA – A 15 anni dal terremoto, Santa Margherita dei Gesuiti apre le sue porte e si svela in tutto il suo splendore.

L’AQUILA – A 15 anni dal terremoto, Santa Margherita dei Gesuiti apre le sue porte e si svela in tutto il suo splendore.

Sono trascorsi già quindici anni dalla terribile notte del 6 aprile, e finalmente la chiesa di Santa Margherita dei Gesuiti, nota agli aquilani come chiesa dei Gesuiti, riapre eccezionalmente le sue porte per mostrarsi alla città nell’ambito delle Giornate europee del Patrimonio.
Notevoli furono i danni causati dal sisma: fortunatamente non si ebbero crolli importanti, anche se le murature e le volte subirono lesioni significative, danneggiando l’apparato decorativo, con distacchi e perdita di estese porzioni di ornati. Inoltre, il distacco della volta dalla parete di facciata ha portato a danni diffusi in tutta la chiesa con un conseguente impegnativo intervento di restauro, iniziato nel 2015, che ha interessato tutte le superfici e ha portato a importanti rinvenimenti. Grazie all’impegno della stazione appaltante – il Segretariato Regionale MiC per l’Abruzzo –, alla Direzione Lavori, nella persona di Gianfranco D’Alò, e alla professionalità dei restauratori è stato possibile recuperare e ricollocare la maggior parte dei frammenti pittorici e degli stucchi, riuscendo a ricostituire un’unità visiva delle opere che avrebbero rischiato di andare irrimediabilmente perdute. Inoltre, sotto gli strati di intonaco Novecenteschi, sono riapparse alcune decorazioni pittoriche inedite.
L’intervento di restauro è consistito innanzitutto nel consolidamento di profondità delle murature, per un opportuno recupero della staticità dell’edificio, seguito poi da interventi di consolidamento superficiale degli intonaci e degli elementi decorativi plastici e pittorici. Laddove è stato possibile il recupero dei lacerti caduti nella prima fase di messa in sicurezza, durante le operazioni di restauro si è provveduto alla ricollocazione in situ; nel caso di porzioni di dipinti, interessati da crolli più estesi – come nella Conversione di Sant’Ignazio recuperata in minuscoli frammenti – è stato necessario un minuzioso lavoro di ricomposizione. Una volta ricollocati i lacerti, si proseguito con stuccature e integrazioni degli originali, lasciando visibili le tracce del sisma, nel principio della riconoscibilità dell’intervento di restauro.
Dopo quindici anni di attesa, è possibile ammirare eccezionalmente il risultato raggiunto, in attesa della definitiva riconsegna agli aquilani di un’altra preziosa testimonianza di storia cittadina, Santa Maria dei Gesuiti. La speranza  è che possa riaprire entro la fine dell’anno.

Dentro Santa Margherita dei Gesuiti, l’opera interrotta

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