Leonardo De Amicis dalla Perdonanza a Sanremo, la mia vita in musica

5 ottobre 2024 | 09:26
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Leonardo De Amicis dalla Perdonanza a Sanremo, la mia vita in musica

Il maestro Leonardo De Amicis ospite della nuova stagione di Grandangolo, da quest’anno in onda anche su Rete8. Dalla prima tastiera agli anni con Cocciante, dalla Perdonanza a Sanremo, una carriera in musica.

Il maestro Leonardo De Amicis ospite della nuova stagione di Grandangolo, da quest’anno in onda anche su Rete8, canale 10. Dalla prima tastiera regalatagli da bambino agli anni con Cocciante, dalla Perdonanza a Sanremo, una carriera in musica.

Musicista, Direttore d’orchestra, compositore e produttore musicale, il maestroLeonardo De Amicis si racconta: “All’interno del mondo della musica ho sempre sperimentato molto, realizzando ciò che ho sempre amato fare”. Si presenta così De Amicis, nella cornice di Collemaggio, che ha accolto ed abbracciato un’altra partecipatissima edizione della Perdonanza Celestiniana, di cui è da ormai 7 anni Direttore artistico.
Il volto del maestro De Amicis è ormai da tempo noto al pubblico italiano anche per il suo ruolo di Direttore musicale del Festival di Sanremo dal 2020 al 2024, negli anni caratterizzati dal grandissimo rilancio del Festival della canzone italiana.

La passione per la musica è nata fin dalla prima tastiera che gli fu regalata, quando Leonardo era ancora un bambino.
Da allora ho iniziato ad appassionarmi alla musica, un’arte che mi ha portato via dalla consuetudine. Seguendo il consiglio dei miei genitori ho anche provato a prendere altre strade, in particolare nell’ambito del mio percorso scolastico. Quindi il Liceo Scientifico, la Facoltà di Medicina all’Università…eppure, nonostante tutto, la musica era sempre presente nella mia vita. Così ho iniziato una lunga gavetta, ho fatto esperienze di gruppo. Ad esempio, iniziai a suonare con un gruppo di amici, qui a via Strinella a L’Aquila. Partecipavamo ai festival rock, cercando di far apprezzare la nostra musica. Tutto ciò accanto allo studio e alla volontà di scoprire sempre più questo ambiente”. 

Nella sua esperienza professionale, il maestro De Amicis ha avuto modo di incontrare numerosi artisti nazionali ed internazionali, con alcuni dei quali sono nate collaborazioni prestigiose e di successo. Su tutte, impossibile non ricordare il suo incontro con Riccardo Cocciante. “Cominciai con lui da giovanissimo. Riccardo era concentrato sulle sperimentazioni musicali ed io, che amavo l’elettronica applicata alla musica, sono diventato un suo musicista. Da lì ho assunto le redini del gruppo, curando la sua produzione. Abbiamo fatto molti dischi, portando quella musica in tutto il mondo. Dopo questa straordinaria fase, ho preso la mia strada seguendo ulteriori esigenze artistiche”.

Cinque le edizioni di Sanremo accanto ad Amadeus. “La mia prima esperienza sanremese è datata 1992, con l’artista Erminio Sinni, che producemmo proprio Riccardo Cocciante ed io. Allora ero ancora giovanissimo e dirigere l’Orchestra per Sinni fu un compito molto impegnativo. Poi, nel 2004, fui direttore musicale con Tony Renis e Simona Ventura.Sanremo è la Festa nazionale della Musica – aggiunge De Amicis – una sorta di Festa comandata, almeno così mi piace chiamarla. Ed è, al contempo, il racconto dello sviluppo socioeconomico, uno sguardo al nostro Paese che cresce. Perché Sanremo fondamentalmente è una grande manifestazione di costume: da lì puoi capire le tendenze, ciò che accade intorno e così via. Ritengo Sanremo un punto di riferimento assoluto per la musica e il massimo dell’espressione dello show televisivo italiano”.
Ora, per il Sanremo 2025, Faccio un grande in bocca al lupo a Carlo Conti e alla sua squadra. È giusto che ora si continui a lavorare e che questa nuova équipe possa realizzare il suo Festival.Io andrò a divertirmi con Amadeus: faremo nuove cose insieme, all’insegna della leggerezza e del sorriso”. 

Dal 2018 Direttore artistico della Perdonanza Celestiniana, Leonardo De Amicis parla del lavoro fatto per costruire il “progetto” Perdonanza.
Io ho sempre affrontato la Perdonanza come se fossi un qualsiasi spettatore. Ci sono un palco, gli artisti e il pubblico. Come si costruisce, quindi, il programma della Perdonanza? Tendo a pensarmi spettatore, cioè una delle migliaia di persone sedute tra il pubblico. E penso: cosa mi aspetterei? Questo è il mio lavoro. Così scrivo percorsi, idee, poi cancello, sostituisco, scrivo nuove idee e cancello di nuovo. Fino a giungere al risultato finale, vale a dire ciò che prende vita sul palco. Ogni anno cerchiamo di costruire una Perdonanza diversa, che porti sul palco messaggi diversi e rinnovati, attuali rispetto al momento storico che stiamo vivendo.Per ‘costruire’ la Perdonanza bisogna quindi stare tra la gente, immedesimarsi negli spettatori e renderli, a loro modo, protagonisti. Ricordando sempre, però – al di là di tutto questo – che il protagonista assoluto è e resterà Celestino”.

L’intervista

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