Leonardo De Amicis resta con Amadeus, quest’anno niente Sanremo

Dopo cinque edizioni di Sanremo, il maestro Leonardo De Amicis si ferma: “Andrò a divertirmi con Amadeus, faremo nuove cose insieme”.
Dopo cinque edizioni di Sanremo, il maestro Leonardo De Amicis si ferma: “Andrò a divertirmi con Amadeus, faremo nuove cose insieme”.
Dopo il passaggio di Amadeus a Nove, anche per il maestro Leonardo De Amicis è venuto il momento di prendersi una pausa da Sanremo: “Faccio un grande in bocca al lupo a Carlo Conti e alla sua squadra. È giusto che ora si continui a lavorare e che questa nuova équipe possa realizzare il suo Festival.Io andrò a divertirmi con Amadeus: faremo nuove cose insieme, all’insegna della leggerezza e del sorriso” ha detto il maestro De Amicis durante l’intervista per Grandangolo con il direttore del Capoluogo d’Abruzzo, David Filieri.
“La mia prima esperienza sanremese – ha ricordato De Amicis – è datata 1992, con l’artista Erminio Sinni, che producemmo proprio Riccardo Cocciante ed io. Allora ero ancora giovanissimo e dirigere l’Orchestra per Sinni fu un compito molto impegnativo. Poi, nel 2004, fui direttore musicale con Tony Renis e Simona Ventura. Sanremo è la Festa nazionale della Musica – ha aggiunto – una sorta di Festa comandata, almeno così mi piace chiamarla. Ed è, al contempo, il racconto dello sviluppo socioeconomico, uno sguardo al nostro Paese che cresce. Perché Sanremo fondamentalmente è una grande manifestazione di costume: da lì puoi capire le tendenze, ciò che accade intorno e così via. Ritengo Sanremo un punto di riferimento assoluto per la musica e il massimo dell’espressione dello show televisivo italiano”.
Ora, per il Sanremo 2025, “Faccio un grande in bocca al lupo a Carlo Conti e alla sua squadra. È giusto che ora si continui a lavorare e che questa nuova équipe possa realizzare il suo Festival.Io andrò a divertirmi con Amadeus: faremo nuove cose insieme, all’insegna della leggerezza e del sorriso”.
Nella stessa intervista, un passaggio sulla Perdonanza Celestiniana, di cui è Direttore artistico dal 2018: “Io ho sempre affrontato la Perdonanza come se fossi un qualsiasi spettatore. Ci sono un palco, gli artisti e il pubblico. Come si costruisce, quindi, il programma della Perdonanza? Tendo a pensarmi spettatore, cioè una delle migliaia di persone sedute tra il pubblico. E penso: cosa mi aspetterei? Questo è il mio lavoro. Così scrivo percorsi, idee, poi cancello, sostituisco, scrivo nuove idee e cancello di nuovo. Fino a giungere al risultato finale, vale a dire ciò che prende vita sul palco. Ogni anno cerchiamo di costruire una Perdonanza diversa, che porti sul palco messaggi diversi e rinnovati, attuali rispetto al momento storico che stiamo vivendo.Per ‘costruire’ la Perdonanza bisogna quindi stare tra la gente, immedesimarsi negli spettatori e renderli, a loro modo, protagonisti. Ricordando sempre, però – al di là di tutto questo – che il protagonista assoluto è e resterà Celestino”.
