Teatro San Filippo, con le giornate del Fai si riaprono le porte di un gioiello del Barocco aquilano

9 ottobre 2024 | 07:09
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Teatro San Filippo, con le giornate del Fai si riaprono le porte di un gioiello del Barocco aquilano

Grazie alle Giornate d’Autunno del Fai sarà possibile rientrare nel Teatro San Filippo: una lunga storia, per un luogo caro agli aquilani, nato come chiesa, riportato alla luce dopo la furia distruttrice del sisma.

Dopo 15 anni, in occasione delle Giornate d’autunno del Fai, sarà possibile per gli aquilani “riappropriarsi” di uno di quei luoghi che hanno caratterizzato e vivacizzato il mondo culturale cittadino: tra le aperture, una delle più suggestive e che sta destando stupore e commozione, è sicuramente quella della chiesa di San Filippo Neri, gioiello barocco, per tutti sede del Teatro Stabile d’Innovazione L’Uovo e conosciuto come Teatro San Filippo.

teatro san filippo

Il Teatro San Filippo, nato da una chiesa sconsacrata eretta nel XVII secolo, si trova sull’antica via degli Speziali, la strada più a valle fra le tre che collegano piazza Duomo con piazza Palazzo. L’appuntamento del Fai per sabato 12 e domenica 13 ottobre è carico di aspettative ed emozioni. Per gli aquilani che hanno vissuto la distruzione conseguente alla furia del sisma varcare il portone di questo edificio è un riavvolgere il nastro, riassaporare quel calore del “dov’era, com’era”. Per molti anni la chiesa ha ospitato una compagnia teatrale molto vivace, quella dell’Uovo. Erano gli anni di Maria Cristina Giambruno, della sua allegra e colorata compagnia, composta da professionisti che avevano fatto del teatro una vera e propria ragione di vita. Erano gli anni degli spettacoli per ragazzi che si andavano a vedere uscendo in fila per due dalla scuola De Amicis e dalle altre scuole della città, con il grembiule nero e rappresentava un diversivo divertente rispetto alla monotonia delle lezioni.

teatro san filippo

Ma non solo, l’associazione teatrale nel tempo intervenne sullo stabile con dei lavori costati circa 500mila euro che trasformarono il San Filippo in un moderno teatro dotato di 259 posti a sedere, 6 camerini e palcoscenico d’avanguardia. Grazie a numerose iniziative volte a far conoscere e vivere il mondo del teatro nella scuola, nel 1990 L’Uovo ottenne dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali il riconoscimento ad Organismo stabile per l’infanzia e giovani, divenendo poi nel 2000, ufficialmente, Teatro Stabile d’Innovazione. Nel 2015 ci fu la fusione con il Tsa.

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La notizia di questa riapertura ha fatto partire il disco dei ricordi, anche perché è davvero la prima visita aperta al pubblico dopo i lavori di restauro post sisma. Successivamente a questo evento eccezionale, l’edificio verrà nuovamente chiuso per ultimare i lavori e ricollocare le poltrone per il ripristino del teatro, ma non sarà più possibile apprezzare la spazialità della chiesa e coglierne la strabiliante bellezza della sua cappella anche perchè, nella sua unicità, rappresenta uno dei monumenti più significativi del Barocco aquilano.

Il recupero dei fondi mancanti e quindi la conclusione definitiva dei lavori erano stati annunciati a giugno scorso quando, nell’ambito della visita per la sottoscrizione dell’accordo con Comune e USRA per il Teatro Comunale, l’ex ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano,  aveva assicurato i 200mila euro per l’ultimo appalto. Le sedute erano il tassello mancante per consentire di riavere finalmente uno spazio fruibile dove fare teatro. “È inaudito sapere che c’è un teatro, il San Filippo, e che non si possa utilizzarlo perchè mancano le sedie”, aveva tuonato nel 2022 Pietrangelo Buttafuoco, all’epoca Presidente del Teatro Stabile d’Abruzzo. Una questione annosa e che si è protratta nel tempo, dal momento che la prima parte dei lavori era stata ultimata nel 2021.

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Finora, nonostante i numerosi studi, è rimasto ignoto il nome del progettista della chiesa la cui edificazione risale al XVII secolo su spinta dell’ordine monastico di San Filippo Neri.  I lavori iniziarono il 3 ottobre 1637, un anno dopo l’accantieramento della Chiesa dei Gesuiti. Fu poi consacrata nel 1651 con la facciata a grezzo e ancora incompleta nell’allestimento delle cappelle interne. Tra il 1660 ed il 1670 vennero realizzate le cappelle laterali ad opera delle maestranze più importanti dell’epoca, mentre i lavori all’interno della chiesa proseguirono per tutto il XVII secolo. L’impianto è a navata unica con cappelle laterali riccamente decorate a stucco. Un primo imponente lavoro di restauro venne realizzato dopo il terremoto del 1703, avendo riportato il crollo della cupola e il danneggiamento delle strutture portanti. I lavori iniziarono nel 1708 e nel 1715 poté nuovamente essere aperta ai fedeli.

All’inizio del XIX secolo la chiesa passò nelle mani della congregazione del Santissimo Redentore per opera del vescovo Girolamo Manieri, ancora prima della soppressione dell’Ordine dei Filippini avvenuta nel 1862, mentre risale alla seconda metà del secolo scorso il passaggio di proprietà con il Comune dell’Aquila e la successiva sconsacrazione. Ha cambiato pelle diverse volte prima di diventare sede del Teatro Stabile d’Innovazione L’Uovo, per un periodo infatti, stando alle cronace dell’epoca, l’edificio ha ospitato un deposito militare, una dogana e uno spazio espositivo. Adesso la speranza è che una volta ultimati i lavori possa essere di nuovo uno spazio dove praticare una vivace e sana socialità all’insegna della cultura, anche in vista del 2026 e degli eventi che arriveranno in città per la Capitale della Cultura.

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