Spoil system Abruzzo, una poltrona per due

33 posizioni, nuovi equilibri e vecchi sgambetti. Martedì in consiglio si vota: servono 16 voti per eleggere. La lega è scontenta, ma la maggioranza teme i franchi tiratori.
Spoil system, martedì 15 ottobre il consiglio regionale voterà le 33 posizioni vacanti: l’esercito dei nominati scalpita. Servono 16 voti per eleggere: i consiglieri di maggioranza sono 19, quelli di opposizione 14.
I due consiglieri scontenti della Lega metteranno a dura prova la tenuta della maggioranza: senza il loro voto, infatti, la maggioranza sarà inchiodata a 17 e non potrà permettersi franchi tiratori. Gli scontenti sono ovunque tra gli scranni della maggioranza: chi aspirava ad avere una gratificazione in più; chi avrebbe ambito ad un posto più di rilievo; guerre intestine e sgambetti vari.
Dunque martedì sarà una giornata decisiva per la tenuta della maggioranza. Il mancato accordo con la Lega rende lo scenario particolarmente fragile.
Il colpo di mano su Arap fatto dalla Magnacca (FdI), con il beneplacito di Marsilio (e con la benedizione di Sospiri), con cui si è chiusa la scorsa settimana rende ancora di più incandescente l’aria. In sintesi l’Arap, con un colpo da maestro del presidente Marsilio, è stato tolta dal novero delle nomine con la volontà di accorparlo in un nuovo ente, per cui in seguito si dovrà nominare un nuovo presidente.
Ma intanto l’Arap è stata commissariata, perché in soppressione, e con calma si procederà alla legge di riordino che ne vedrà la soppressione ed il successivo accorpamento con il Consorzio industriale di Chieti e Pescara. Il Presidente uscente dell’Arap è Peppe Savini (Forza Italia), mentre i due commissari nominati sono due funzionari della regione Abruzzo: Mario Battaglia (vicino al presidente Sospiri) e Lorella Franciotti.
Per tornare al voto in consiglio di martedì prossimo, in teoria anche sottraendo i voti dei due consiglieri leghisti le nomine avrebbero i numeri per passare nella votazione della seduta del Consiglio regionale del 15 ottobre (sono sufficienti 16 voti sui 19 che compongono il centrodestra), ma la mancata blindatura dell’accordo avrebbe conseguenze molto pericolose. Basterebbe un franco tiratore per mandare all’aria una o più nomine, senza contare l’affronto che una prova di forza costituirebbe per una Lega già scontenta e bizzosa.
Sono in ballo in assemblea le postazioni (presidenti e Cda) delle tre Adsu, dei Cda delle cinque Ater, del presidente dell’Ersi, di Fira, di Tua, Aric, Corecom, Saga, Sangritana, Difensore civico, Garante per l’infanzia, Garante dei Detenuti, di parte dei Consigli di amministrazione dei Consorzi di bonifica. A questo si aggiunge il Garante dei detenuti e il rinnovo della Commissione delle pari opportunità.
Secondo le indiscrezioni raccolte dal Capoluogo a poche ore dal vertice sullo spoil system del 7 ottobre, l’accordo di massima – respinto dalla Lega nelle ore successive – diceva che delle 33 posizioni in ballo (comprese quelle che sono regolate da nomine del presidente della Giunta regionale, quindi non vanno in Consiglio martedì ma rientreranno comunque nell’accordo) 13 erano per Fratelli d’Italia, 8 a Forza Italia, 4 alla Lega, due alla lista Marsilio Presidente e una a Noi Moderati. Ma i leghisti avrebbero puntato i piedi per difendere per quanto possibile un assetto che è di favore, visto che rispecchia il boom che ebbero alle elezioni del 2019. Il disegno diceva del cambio al vertice della Saga, la società che gestisce l’aeroporto regionale, dalla Lega a Forza Italia. Analogo passaggio (dai salviniani ai berlusconiani) per quanto riguarda la presidenza dell’Ersi. Per i forzisti inoltre era in cantiere la conferma della Presidenza della Tua e nomine in Areacom e la Corte dei Conti, mentre a Fratelli d’Italia l’ambita presidenza di Arap, che è stata affidata di fatto al Presidente Marsilio, come detto tramite commissariamento.
Si puntava a fare passare la Lega a quattro presidenze, la metà delle postazioni rispetto ai risultati ottenuti alle scorse elezioni. La Lega difende le presidenze di Fira, Arta, Ater L’Aquila e Arit. Valzer in corso per quanto riguarda le Ater: ai leghisti è stata proposta l’Ater di Lanciano, ma loro punterebbero a conservarne la presidenza in una città capoluogo, preferibilmente quella dell’Aquila in continuità con l’uscente presidente, l’avvocato aquilano Isidoro Isidori. A Forza Italia era inoltre in progetto di assegnare l’Ater di Pescara confermando il presidente Mario Lattanzio, aggiungendola alla blindatura di Elisabetta Gualtieri in capo all’Adsu di Pescara – Chieti.
Ma i calcoli non erano giusti, i leghisti si sono impuntati. Ne vedremo delle belle!