Centro Riabilitazione territoriale a Collemaggio, genitori in difficoltà e si pensa al G8

18 ottobre 2024 | 15:14
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Centro Riabilitazione territoriale a Collemaggio, genitori in difficoltà e si pensa al G8

Fare attività nel Centro di Riabilitazione territoriale di Collemaggio sta diventando sempre più difficile per pazienti e famiglie. “Spazi insufficienti, distanti dall’ospedale e attese sempre più lunghe”.

Fare attività nelle strutture di Riabilitazione territoriale di Collemaggio sta diventando sempre più difficile per pazienti e famiglie. “Spazi insufficienti, distanza dall’ospedale e dagli altri centri di terapia, attese sempre più lunghe. Le vere strutture riabilitative sono altre e noi ne paghiamo lo scotto”.

UOSD Riabilitazione territoriale Collemaggio –Ho una bambina con una malattia genetica rara e posso dire che Collemaggio non è affatto adatta alla riabilitazione per bambini. Non c’è nulla di paragonabile alle vere strutture riabilitative presenti in Italia. Mia figlia, così come tanti altri bambini, ha bisogno di terapie costanti e sinergiche tra loro: fisioterapia, terapia della neuropsicomotricità, logopedia, terapia occupazionale e molto altro. Dovrebbe essere seguita da un’equipe multidisciplinare che lavori in team, per garantire la presa in carico dei pazienti da ogni punto di vista. Questa interazione e questi servizi sono un’utopia nella nostra città”.

“Sono una mamma di una bambina con disabilità motorie. Noi ci spostiamo in autobus e raggiungere Collemaggio è davvero difficoltoso. Inoltre, la mia bambina deve percorrere a piedi, tra mille difficoltà, il percorso dalla fermata fino alla struttura Riabilitativa”, ci racconta un’altra mamma aquilana, che aggiunge, “Sono sola e per accompagnare mia figlia devo lasciare il lavoro per ore, per poi accompagnarla a scuola, post terapia, con i mezzi pubblici. Raggiungere Collemaggio è davvero complicato, mentre l’ospedale è molto più servito servito dai mezzi pubblici”.
Queste sono soltanto due delle denunce raccolte dalla nostra redazione, in merito a una vicenda che sta facendo discutere. Parliamo dell’eventuale spostamento dell’UOSDRiabilitazione territoriale da Collemaggio – area in cui si trova dal post sisma – alla struttura del G8. Una ipotesi criticata  dalla consigliera comunale Simona Giannangeli in una nota stampa di qualche giorno fa.

Facendo riferimento ad un atto deliberativo della Asl, Giannangeli ha evidenziato: “L’atto prevede un immediato spostamento dei luoghi di cura dei disabili da una struttura simbolo di edilizia sostenibile (Copenaghen 2010) ai container del G8 di Bertolaso. Dalla bellezza della collina più bella della città al vicolo cieco dell’ospedale San Salvatore”. Eppure, non basta una collina a rendere meno gravosa l’attività riabilitativa a genitori e pazienti. L’alternativa all’UOSD di Collemaggio è stata prospettata, quindi, proprio dall’Azienda sanitaria aquilana, che potrebbe destinare gli spazi del G8 a queste specifiche necessità, portando il servizio nell’area, ben più servita, dell’ospedale aquilano e garantendo al contempo anche una maggiore sicurezza e assistenza ai pazienti, in virtù della vicinanza immediata ai reparti ospedalieri.

“La mia nipotina è affetta da una malattia genetica rara e ha bisogno di una serie di terapie, fisioterapiche e psicomotorie, terapie logopediche eccetera – ha sottolineato una nonna – Le persone che lavorano nella struttura di Collemaggio possono essere definite eroi: perché pur di aiutare le famiglie si sacrificano ogni giorno in locali angusti, con un soffitto fatiscente, in spazi in cui non c’è alcuna privacy. Chiunque può ascoltare la diagnosi o la terapia di un paziente. L’inverno aquilano è alle porte ed è impensabile continuare a portare i bambini in una struttura umida e in questo stato, com’è oggi quella di Collemaggio. Del resto, dal sisma sono ormai passati più di 15 anni”.

Viene sottolineata, in particolare, la posizione isolata della struttura, non collegata e distante rispetto ad altri servizi.
Per molte famiglie, un’altra collocazione dell’UOSD Riabilitazione territoriale, possibilmente nei pressi dell’ospedale – come prospettato dalla Asl1 – potrebbe consentire una più semplice fruizione delle attività terapeutiche necessarie ai pazienti.
“Più spazi, più personale e una migliore fruibilità dei servizi, in sinergia l’uno con l’altro”. Queste le richieste di tante famiglie per le quali continuare la riabilitazione a Collemaggio sembra un orizzonte buio, che nessuna collina può illuminare.