MuDi di Goriano Valli, la riscoperta delle radici contro l’abbandono

19 ottobre 2024 | 10:44
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MuDi di Goriano Valli, la riscoperta delle radici contro l’abbandono

GORIANO VALLI – MuDi, alla scoperta del Museo diffuso del Parco regionale Sirente Velino.

GORIANO VALLI – MuDi, alla scoperta del Museo diffuso del Parco regionale Sirente Velino.

Per la rubrica Grandangolo di questa settimana, un viaggio alla riscoperta delle radici con Fausto Di Giulio, ideatore del progetto del MuDi, Museo diffuso, nato a Goriano Valli nel 1965. Oggi vive a Tortoreto, da dove gestisce una società americana – come Responsabile per Europa ed Asia – che si occupa di formazione e Open Innovation, cioè di “innovazione condivisa tra imprenditori di vari settori”, come spiega ai microfoni del Capoluogo.
“Tutti i miei nonni sono di Goriano”, racconta Di Giulio, “storicamente hanno vissuto questo territorio fin dal 1600. Per questo, la mia famiglia ha ereditato negli anni diverse cantine e pagliai ed ero dispiaciuto che, nel tempo, l’abbandono portasse questi luoghi a sparire. Così mi sono chiesto cosa avrei potuto fare per preservarli e tramandarli alle nuove generazioni, così come qualcuno li aveva protetti per farli arrivare a me. La mia iniziativa ha da subito coinvolto anche la comunità locale e si è creata una rete di luoghi e spazi, che raccolgono storia e oggetti che di questa storia sono figli. A questo punto l’obiettivo è diventato rendere questo progetto sostenibile, così che nel lontano futuro tutto ciò possa ancora esistere. Perché il mio desiderio è che tra mille anni qualcuno entri qui e scoprire come si viveva 1000 anni fa. Per renderlo sostenibile, allora, abbiamo pensato di coinvolgere imprenditori e amministratori delegati della società REX nell’iniziativa. E nel farlo ci siamo accorti che il principio che ispira questo Museo, cioè la generosità contagiosa, ha entusiasmato tantissime persone, non solo del posto, ma anche chi si trova a vivere a migliaia di km di distanza. In tanti, quindi, ci hanno aiutato a realizzare questo sogno”. 

Il MuDi è costituito da 16 stazioni allestite all’interno del piccolo centro di Goriano Valli. “La Stazione numero 1, Me to Me, aiuta le persone a riconnettersi con sé stesse, per pensare a chi sono e al loro futuro. Qui ci si siede, si osservano i libri, si sceglie la copertina che più ispira sensazioni e si fanno degli esercizi introspettivi. Ogni Stazione ha un suo significato ed è dedicata a un principio particolare, per ispirare riflessioni e idee su come contribuire al bene comune, basandosi sul concetto della generosità contagiosa”.
Per quanto riguarda le altre stazioni, c’è la “Casa Medievale più piccola al mondo”, dimora, di appena 8 metri quadrati, che restituisce un ritratto fedele di come si viveva secoli fa e dove gli ultimi a vivere furono Rachele Mariani e Pierfelice Capestrani, una coppia di contadini che si prodigava ad aiutare gli orfanelli, nonostante la loro povertà; poi la “Cancella Rinascimentale” dedicata  agli artigiani gorianesi, la “Bottega del Dopoguerra” dedicata all’economia circolare, la “Stalla dell’asino”, dedicata a Celestino V e al suo asino in groppa al quale l’eremita del Morrone attraversò la valle per salire a L’Aquila al soglio papale, la “Stalla delle pecore e delle capre”, dedicato alla transumanza, “Il pagliaio”, dedicato alla restanza, termine elaborato dal sociologo Vito Teti, e a chi ha deciso non emigrare per un atto d’amore e fiducia verso la propria terra d’origine. La  “Stalla di Regina e Pupetta”, dedicata agli animali, con le splendide foto del fotografo naturalista di Goriano Valli, Luca Di Vincenzo. A seguire, la “Cantina Annonnasè”, ricca di oggetti, foto, ambienti e suggestioni che raccontano le  storie delle donne gorianesi, la “Cantina del Vino”, dedicata al condottiero e mercenario Braccio Fortebraccio da Montone, la “Cantina del grano e  del pane”, dedicata ad Antonuccio Camponeschi, nobile aquilano del XV secolo, che si distinse per il suo impegno politico e militare contro la dominazione esterna, in particolare nella lotta contro Braccio da Montone, il “Pagliaio”, dedicato a Jacopo Caldora, nobile e capitano di ventura italiano del XV secolo, noto soprattutto per il suo ruolo nelle lotte tra i vari regni e potentati dell’Italia meridionale durante il periodo delle guerre tra Angioini e Aragonesi. Infine la “Cantina del Torchio Antico”, dedicata a Frà Berardinello da Fontavignone, la “Cantinola”, dedicata alla convivialità e infine “Il tempo che ci vuole”, dedicato alla Mindfulness, per ripensare in un’ottica di pace, dettagli architettonici come le archibugiere e le feritoie.

Gustiamoci insieme un tuffo nella storia e nelle radici abruzzesi. Lo speciale Grandangolo sul MuDi.

MuDI Goriano Valli

Per info e prenotazioni: https://www.mudimuseo.it/