Truffa fondi Covid, multa e pioggia di squalifiche per il Pizzoli

Indebita percezione dei fondi Covid, l’ASD Pizzoli multata per 10mila euro dal Tribunale federale territoriale della LND; squalifiche da nove mesi a tre anni per dirigenti e tesserati.
Indebita percezione dei fondi Covid, l’ASD Pizzoli multata per 10mila euro dal Tribunale federale territoriale della LND; squalifiche da nove mesi a tre anni per dirigenti e tesserati.
In attesa dell’esito giudiziario legato all’indagine della Guardia di Finanza legata alla presunta truffa di fondi Covid contestata all’ASD Pizzoli, arriva la decisione del Tribunale federale territoriale della LND Abruzzo che ha disposto un’ammenda da 10mila euro per l’associazione sportiva. Comminate anche sanzioni a dirigenti e tesserati: “ai signori L. F. e P. R. la sanzione della inibizione per anni tre; al sig. A. I. l’inibizione per mesi nove; ai sigg.ri A. A., B. L., B. D., C. F., C. N., D. N. A., D. S. V., I. D., I. E., K. A., K. E., M. F., M. J., M. A., S. J., S. L., S. V., U. D. M. e V. E. la squalifica per mesi nove; al sig. M. E. l‘inibizione per mesi sei; ai sigg.ri T. L., B. M., D. C. M., G. .L, P. L., P. L. e S. V. la squalifica per mesi sei; al sig. G. D. la squalifica per mesi quattro; al sig. G. G., la squalifica per mesi sei”. [CLICCA QUI per la comunicazione integrale]
La vicenda risale a una contestazione mossa dal Gruppo della Guardia di Finanza di L’Aquila, diretto dal Ten. Col. Luca Lauro, che ha condotto un’attività di Polizia Giudiziaria, dapprima d’iniziativa e, successivamente, delegata dalla locale Procura della Repubblica, tesa alla verifica di indebite percezioni di contributi da parte di alcuni tesserati dell’associazione sportiva. Nel corso del controllo, scaturito da una segnalazione del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie di Roma, è risultato che i collaboratori tesserati dell’ASD in questione avrebbero richiesto, ed ottenuto, attraverso false attestazioni, l’indennità “Collaboratori Sportivi” introdotta dall’art.96 del D.L. 18/2020 (c.d. Decreto Cura Italia), a seguito dell’emergenza epidemiologica COVID-19. L’indebita percezione è legata al fatto di non aver mai percepito, neanche sotto la forma del “rimborso spese”, alcun compenso sportivo prima dell’avvento dell’emergenza pandemica, conditio sine qua non per poter presentare l’istanza per l’ammissione al beneficio economico in questione. Secondo l’accusa, i collaboratori sportivi avrebbero ottenuto la prebenda pubblica con la compiacenza del presidente e del segretario amministrativo dell’ASD, allegando nella domanda accordi di rimborso spese predatati e posticci. L’attività investigativa ha permesso di segnalare alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di L’Aquila 32 soggetti e di accertare, anche a seguito dell’effettuazione di perquisizioni e di mirate acquisizioni documentali, che i dirigenti dell’A.S.D. sarebbero stati i promotori del disegno criminale, teso a far percepire, contra legem, l’aiuto economico ai giovani tesserati dell’associazione. “Nello specifico, – si leggeva in una nota degli inquirenti del febbraio 2024 – i due responsabili dell’associazione avevano ideato e predisposto gli accordi di rimborso spese retrodatati, contattando ogni singolo giocatore, attraverso la piattaforma di messaggistica istantanea WhatsApp, facendosi mandare la foto delle firme, che, successivamente, avevano scansionato e riportato sugli accordi stessi, allegati alle domande presentate, facendo, indebitamente, ottenere ai tesserati (molti dei quali all’epoca dei fatti minorenni) l’indennità collaboratori sportivi per gli anni 2019/20 e 2020/21 per complessivi Euro 115.000. Sulla base di tali evidenze investigative, la Procura della Repubblica di L’Aquila richiedeva, ed otteneva, dal G.I.P. presso il locale Tribunale, un provvedimento di sequestro preventivo (ex art. 321 c.p.p.) nei confronti dei due dirigenti dell’ASD della somma indebitamente ottenuta mediante artifizi e raggiri in danno delle Casse statali”.
