Dai Tratturi al Cammino dei Pastori, la riscoperta delle tradizioni guida il turismo del futuro

I Tratturi, Cammini moderni e simbolo di una storia preziosa: sinergie e progetti di fattibilità per il futuro Cammino dei Pastori
I Tratturi, come Cammini moderni e simbolo di una storia preziosa, vie verdi che hanno accolto greggi e pellegrini per stagioni ed anni, riscoperti in chiave moderna, con lo sguardo sempre rivolto alla storia.
Docenti universitari, progettisti, rappresentanti istituzionali: in molti animeranno il convegno nell’ambito del Festival del Tratturo 2024, “Tratturo Magno: sinergie delle tre regioni del Tratturo, progettualità e fattibilità di un futuro Cammino dei Pastori”, in programma il prossimo 9 novembre. L’appuntamento precederà la cerimonia di premiazione del Premio letterario “Tratturo Magno”, giunto alla sua IV edizione.
La tavola rotonda, moderata dal giornalista Nino Germano, si terrà nella città di Chieti, all’interno della Sala Cascella del Palazzo della Camera di Commercio. Chieti non è una città casuale come cornice del Convegno e del Premio mirati alla riscoperta e alla valorizzazione dei Tratturi: infatti, la città teatina è stata storicamente un punto di passaggio dell’epopea della Transumanza, patrimonio immateriale dell’umanità UNESCO dal 2019.
Tra i relatori l’ingegner Alessandro Di Loreto, Coordinatore generale dell’Associazione Il Tratturo Magno 4.0, che promuove da quattro anni il Premio letterario, in collaborazione con Il Rovo. Sarà suo l’intervento che aprirà la mattinata convegnistica, dopo i saluti istituzionali.
“Il Tratturo Magno, un approccio per la rigenerazione sostenibile che ne salvaguardi il patrimonio storico e aiuti il suo sviluppo”, questo l’argomento che tratterà Di Loreto, ricordando la doppia valenza dei percorsi tratturali. Strisce di pascolo larghe circa 100 metri che collegavano i pascoli montani con quelli estivi e con quelli invernali pugliesi. Lunghi tutti oltre i 200 km, “per questo ci si camminava per circa un mese verso sud, impiegando un altro mese per risalire”, sottolinea Di Loreto ascoltato dalla redazione del Capoluogo.
“Nelle precedenti edizioni del Premio si era parlato prevalentemente dell’aspetto turistico legato ai Tratturi, quindi della riscoperta contemporanea di questi percorsi quali Cammini moderni a fruizione turistica. Tuttavia, queste vie verdi hanno una doppia valenza da ricordare. In passato, infatti, i Tratturi erano destinati agli animali ma anche ai pellegrini, che davano a queste vie verdi un ulteriore valore, quello religioso.
In ottica futura, invece, parliamo di Tratturi come percorsi laici, destinati al turismo moderno ed esperienziale, finalizzato a rivitalizzare i piccoli centri, ma tutelando sempre il significato storico che questi percorsi rappresentano“.
“L’Associazione Il Tratturo Magno 4.0 si occupa dei Tratturi regi perché sono quelli in cui, nel tempo, sono rimasti i vincoli, mentre negli altri Tratturi il destino è stato cambiato dagli ultimi provvedimenti amministrativi che ‘chiusero’ queste vie – almeno come esperienza legislativa – nel 1806. Quando fu abolito il pascolo invernale ed il Tavoliere delle Puglie, che era sempre stato destinato al pascolo, si aprì a destinazioni agricole: in particolare alla coltivazione del grano. Ciò anche perché c’era stato un aumento della popolazione e, di conseguenza, delle sue esigenze. La pastorizia ormai sembrava antiquata e, soprattutto, poco produttiva di fronte alle crescenti necessità. Tutto ciò porta i Tratturi a cambiare sia a livello normativo che funzionale. Cambiano ma restano, poiché negli anni vengono protetti proprio dai vincoli rappresentati dalle leggi. Ed è grazie a queste leggi che sopravvivono fino ad oggi”.
Continua Alessandro Di Loreto, “Il periodo più bello per i pastori, contrariamente a come crediamo tutti ricordando i celebri versi dannunziani, non era la migrazione. Un momento considerato non positivo dai pastori, che si allontanavano dalle loro case e dalle loro famiglie.Loro erano felici, al contrario, quando a primavera tornavano su, grazie ai permessi per riposare e per stare in famiglia. Dico questo per precisare che il periodo più felice per i pastori non era, quindi, quando scendevano per avvicinarsi alla costa, bensì quando tornavano a casa, in montagna. Si tratta di una grande contraddizione culturale, se pensiamo proprio a quel ‘Settembre andiamo, è tempo di migrare’ e alla concezione comune che c’è riguardo alla tradizione della Transumanza”.
Il lavoro dell’associazione, che è impegnata nella riscoperta dei Tratturi, persegue anche l’obiettivo ambizioso di contrastare lo spopolamento. “Tornare a percorrere questi Tratturi, che toccano circa 130 Comuni tra le varie regioni attraversate vuol dire anche incentivare le economie locali di questi centri, tornare a riutilizzare il patrimonio immobiliare, le case abbandonate e gli stessi pascoli. Noi vorremmo riportare almeno un milione di pecore sulle montagne e rendere questi percorsi riferimenti centrali nella realtà del turismo esperienziale: ma per fare tutto ciò sono necessarie molte risorse. Per questo ci impegniamo per ampliare sempre più la nostra rete, coinvolgendo istituzioni, mondo imprenditoriale e associazionistico per cercare di salvaguardare questo patrimonio e rilanciarlo attraverso strategie sostenibili”, conclude Di Loreto.