G7 Sviluppo, da Pescara stop alla guerra a Gaza e preoccupazioni per gli attacchi all’Unifil

G7 Sviluppo a Pescara, la sintesi degli incontri dei ministri per lo Sviluppo: “Bene Piano Mattei per l’Africa”. Affrontate le grandi questioni internazionali, dalla guerra in Ucraina al Medioriente.
G7 Sviluppo a Pescara, la sintesi degli incontri dei ministri per lo Sviluppo: “Bene Piano Mattei per l’Africa”. Affrontate le grandi questioni internazionali, dalla guerra in Ucraina al Medioriente.
”Noi, ministri del G7 responsabili per lo Sviluppo, ci siamo incontrati a Pescara, insieme ad alcuni dei nostri partner chiave, per impegnarci e chiedere una risposta globale ambiziosa alle sfide dello sviluppo e alle molteplici crisi che stanno frenando i progressi verso l’attuazione dell’Agenda 2030 e il raggiungimento dei suoi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sdg)”. È quanto si legge nella dichiarazione finale del G7 Sviluppo a Pescara. ”Troppe persone, in particolare nei Paesi a basso reddito, stanno soffrendo gli impatti di conflitti, declino economico e povertà, insicurezza alimentare e malnutrizione, mancanza di accesso a servizi sanitari di qualità e accessibili, accesso all’acqua, servizi igienici e igiene, crisi educativa globale, cambiamenti climatici, degrado ambientale e inquinamento, perdita di biodiversità, scarse risorse idriche, insicurezza energetica, divari digitali, disuguaglianze di genere e discriminazione”.
Quindi le questioni legate alle crisi internazionali: ”Riconosciamo il ruolo della Forza interinale delle Nazioni Unite in Libano (Unifil) per ripristinare la pace e la sicurezza. Ci impegniamo a rafforzare il nostro supporto alla missione, in conformità con le risoluzioni Onu applicabili. Esprimiamo grave preoccupazione per gli attacchi contro Unifil e sollecitiamo tutte le parti a rispettare il diritto umanitario internazionale e a garantire la sicurezza e la protezione di Unifil”, si legge. ”Ribadiamo il nostro appello per un cessate il fuoco immediato a Gaza, il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi, un aumento significativo e sostenuto del flusso di assistenza umanitaria e la fine del conflitto”, si legge. ”La situazione a Gaza è catastrofica e decine di migliaia di vite innocenti sono state perse. Ribadiamo l’assoluta necessità che la popolazione civile sia protetta e che ci debba essere un accesso umanitario completo, rapido, sicuro e senza ostacoli, come priorità assoluta”, prosegue il comunicato. ”Esprimiamo preoccupazione per il livello senza precedenti di insicurezza alimentare che colpisce la maggior parte della popolazione nella Striscia di Gaza. Il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato. Garantire un accesso umanitario completo, rapido, sicuro e senza ostacoli in tutte le sue forme e attraverso tutti i punti di attraversamento pertinenti rimane una priorità assoluta”, si aggiunge.
“La conferenza umanitaria ha gettato le basi per la ripresa di un dialogo rilevante tra i paesi della regione. I membri del G7 hanno ribadito il loro appello a favore di una soluzione diplomatica in Libano, in conformità con la piena attuazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 1701, affinché cessino le ostilità a Gaza, vengano rilasciati gli ostaggi e si ponga fine alle sofferenze dei palestinesi e israeliani“, si sottolinea. “Sono previsti ulteriori colloqui con i partner regionali, in occasione della Conferenza a sostegno del popolo e della sovranità libanese, la quale si terrà in Francia il 24 ottobre, dei Rome Med Dialogues e del vertice dei Ministri degli Esteri del G7 a Fiuggi a fine novembre, al quale parteciperanno i partner arabi”, si aggiunge nelle conclusioni.
L’Italia ha già iniziato a fare la sua parte attraverso il progetto ‘Food for Gaza’. “Abbiamo consegnato decine di tonnellate di materiale alimentare e sanitario a Gaza ed è già stato distribuito”, ha puntualizzato Tajani, evidenziando che ulteriore materiale partirà venerdì da Genova a bordo di 15 tir acquistati dall’Italia e consegnati al Pam. Tajani, nella conferenza stampa finale della prima giornata di lavori, non ha nascosto grande soddisfazione per la presenza contemporanea a Pescara di rappresentanti del governo libanese, dell’Anp e di Israele. “Il G7 ha ottenuto un risultato politico importante – ha aggiunto – Io lo considero un grande successo per la credibilità italiana”. Sull’ingresso degli aiuti nell’enclave, il titolare della Farnesina ha confermato di aver ricevuto rassicurazioni, durante la visita di ieri in Israele, direttamente dal primo ministro Benjamin Netanyahu e dal suo omologo Israel Katz. “Quello che ho ottenuto in Israele è la rassicurazione che i tir italiani passeranno e potranno entrare a Gaza, quindi avremo un percorso agevolato per gli aiuti umanitari che vengono dall’Italia. Questo grazie al lavoro diplomatico che abbiamo fatto”, ha scandito Tajani nel giorno dell’11esima visita in Israele del segretario di Stato americano, Antony Blinken, dopo l’attacco del 7 ottobre. Per Tajani, la riunione ministeriale di Pescara, che vede la partecipazione tra gli altri anche dei rappresentanti di Undp, Fao e Ifad, è stata anche l’occasione per ribadire la necessità di uno sforzo della comunità internazionale per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza. E l’uccisione del capo militare di Hamas, Yahya Sinwar, rappresenta una finestra d’opportunità da cogliere. “La pace ancora non è vicina, stiamo lavorando sia in Medio Oriente sia in Ucraina per accelerare i tempi. Sono un po’ più ottimista dopo la vittoria militare di Israele contro Hamas. Credo, come ha detto Netanyahu e abbiamo apprezzato la sua frase, che siamo vicini alla fine della guerra e che bisogna fare tutto il possibile per accelerare i tempi”, ha concluso. Ma da Hezbollah è arrivato un nuovo messaggio,
tutt’altro che distensivo, che suona anzi come una minaccia diretta alla vita di Netanyahu. “Se le nostre mani non ti hanno raggiunto questa volta, allora tra noi e te ci sono giorni, notti e il campo di battaglia”, ha tuonato il responsabile delle relazioni con i media del gruppo sciita, Muhammad Afif, che in una conferenza stampa ha rivendicato la responsabilità della “Resistenza Islamica” per l’attacco a Cesarea.
‘Quindi la guerra in Ucraina: “Condanniamo con la massima fermezza possibile la guerra di aggressione illegale, ingiustificabile e non provocata della Russia contro l’Ucraina, che ha causato impatti devastanti per il popolo ucraino, comprese donne e ragazze, e sfollamenti di massa e gravi necessità umanitarie”. È quanto si legge nella dichiarazione finale del G7 Sviluppo a Pescara. ”Ci impegniamo a sostenere il governo ucraino nel suo continuo sforzo per proteggere la salute del popolo ucraino”, hanno aggiunto i Paesi del G7, sottolineando ”l’importanza dell’assistenza allo sviluppo e alla ricostruzione per la stabilità macrofinanziaria, le infrastrutture critiche, la crescita economica e la resilienza sociale dell’Ucraina, anche in vista del percorso di adesione del paese all’Ue. Attendiamo con ansia la prossima conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, che si terrà a Roma il 10 e 11 luglio 2025”.
”Investire in infrastrutture sostenibili, industrializzazione e innovazione è fondamentale per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e attrarre altri investimenti produttivi per una crescita inclusiva e la creazione di posti di lavoro dignitosi e di qualità. Integra gli investimenti nel capitale umano e costituisce un percorso fondamentale verso una transizione equa e inclusiva verso zero emissioni nette. Pertanto, basandoci sui risultati delle precedenti presidenze del G7 e su iniziative come l’Eu Global Gateway e accogliendo con favore il Piano Mattei italiano per l’Africa, continueremo a rafforzare il Partenariato del G7 per le infrastrutture e gli investimenti globali (Pgii) per realizzare il nostro obiettivo generale di mobilitare fino a 600 miliardi di dollari di investimenti pubblici e privati nei paesi partner”. È quanto si legge nella dichiarazione finale del G7 Sviluppo a Pescara.
