Iran, la resistenza al Regime oltre ogni demonizzazione

Cosa succede in Iran? La ricostruzione dello scrittore iraniano Esmail Mohades parte dalla presa del potere da parte del regime khomeinista, nel 1979: la lunga storia della resistenza
Cosa succede in Iran? La ricostruzione dello scrittore iraniano Esmail Mohades parte dalla presa del potere da parte del regime khomeinista, nel 1979.
IRAN – Un regime che trovò subito il suo nemico nelle forze democratiche e progressiste presenti nella società iraniana. Tra queste i Mojahedin del popolo: la sua antitesi. Da un lato, infatti, l’ideologia khomeinista nasceva da una visione reazionaria e clericale dell’Islam; mentre dall’altro lato, i Mohajedin del popolo si ispiravano ai principi egualitari dell’Islam, promuovendo giustizia sociale e pari opportunità tra uomini e donne. Oltre alla laicità dello Stato. Come scrive Esmail Mohades sull’Opinione.it, nella fase di transizione al totalitarismo khomeinista, tra febbraio 1979 e giugno 1981, il regime teocratico ha progressivamente eliminato la possibilità di fare politica sia ai singoli che ai gruppi organizzati. Eppure, nonostante le aggressioni nei confronti dei Mojahedin del popolo non si siano mai fermate, crebbe molto il consenso popolare per loro, soprattutto tra giovani e donne.
Il 20 giugno 1981 i Mojahedin del Popolo portarono oltre 500mila persone a manifestare a Teheran contro la politica liberticida della Repubblica islamica: i pasdaran di Khomeini spararono sui manifestanti, uccidendone molti di loro. Dalla sera di quella violenta giornata, il regime iraniano all’alba di ogni giorno fucilava centinaia tra membri e simpatizzanti dei Mojahedin del popolo nel carcere di Evin. Fu in quel momento che nacque la resistenza contro il regime, con la conseguente costituzione, il 20 luglio, un mese dopo i massacri, del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, che riunì tutte le forze democratiche dell’Iran. Forze che formarono, nel territorio iracheno, l’Esercito di liberazione nazionale, con l’obiettivo di distruggere la macchina mortale della guerra del regime di Teheran, mantenendo una loro indipendenza. In questa lotta per la libertà dell’Iran, la Resistenza ha perso moltissime vite, più di 120mila.
La Resistenza Iraniana – continua Esmail Mohades nel suo articolo – del resto, ha radici profonde nella lotta secolare per la libertà e la democrazia in Iran. I Mojahedin del popolo sono una forza democratica e popolare che si appoggia al suo popolo e si nutre unicamente dalle sue risorse.
Non si capisce per quale motivo gli iraniani debbano detestare una forza che si batte da 60 anni contro la dittatura e finora non è mai stata al potere. Non si capisce perché gli iraniani, donne e uomini, oppressi violentemente tutti i giorni da un regime misogino, debbano odiare i Mojahedin del popolo che lottano contro l’oppressore e sono guidati da decenni da donne.
Non è forse proprio la prassi democratica dei Mojahedin del popolo e la leadership delle donne che mina le fondamenta del regime reazionario al potere in Iran e che lo spinge a demonizzarli? Il regime iraniano ha speso miliardi e teso ogni ricatto affinché l’Amministrazione di Bill Clinton inserisse, nel 1997, i Mojahedin del popolo nella lista dei gruppi terroristici, senza alcuna base giuridica. Cosa che è riuscito a fare anche con l’Unione europea. Naturalmente, i Mojahedin del popolo hanno dimostrato nei tribunali statunitensi ed europei l’infondatezza delle accuse contro di loro e la giustizia e la verità sono state affermate con il loro depennamento dalla lista. Sono numerose le azioni terroristiche del regime di Teheran contro i Mojahedin all’estero. Eppure questo Movimento è vivo più che mai.
Foto: Ansa