Hanno ucciso l’uomo ragno, la serie cult Sky sugli 883



Hanno ucciso l’uomo ragno: la storia degli 883 ripercorre gli inizi del duo formato da Pezzali e Repetto. Perché, dopo 30 anni, gli 883 sono ancora un fenomeno musicale?
L’implacabile febbre degli 883
Sono gli inizi degli anni Novanta, una decade popolata da VHS, Blockbuster, primi cellulari e lettori cd portatili che, dal 1992, riproducono principalmente un gruppo musicale: gli 883.
Nel 1992 Max Pezzali e Mauro Repetto, conosciutisi nel 1988, esordiscono con il loro primo album che cambierà decisamente la storia della musica italiana: Hanno ucciso l’uomo ragno. Il successo è immediato, 650.000 copie vendute senza alcun supporto pubblicitario, arriverà a vincere premi importanti quali Telegatto, World Music Awards e Vota la voce. L’anno successivo un altro album di successo, Nord sud ovest est, contenente famosissimi brani quali l’omonimo Nord sud ovest est, Come mai e Sei un mito, canzoni che, a distanza di più di trent’anni, il pubblico continua a cantare e ad amare.
Nel 2024 la fama degli 883 non si placa, nonostante l’abbandono di Repetto nel 1994 e l’avvio della carriera da solista di Max Pezzali nel 2005, dopo aver cambiato numerosi membri della band, e questo grazie, ma non solo, alla serie prodotta da Sky, Hanno ucciso l’uomo ragno: la vera storia degli 883.

La miniserie, diretta da Sydney Sibilia e interpretata da Elia Nuzzolo (Max Pezzali) e Matteo Oscar Giuggioli (Mauro Repetto), ha esordito sul piccolo schermo con i primi due episodi lo scorso 11 ottobre e, in 8 episodi, ripercorre la storia del duo, dal loro primo incontro fino all’apice del loro successo prima dell’abbandono di Repetto. Ma perché, a distanza di anni, non solo tra i cosiddetti Millenials ma anche tra la Generazione Z, continua ad esplodere la febbre 883? Forse perché le canzoni sono un perfetto mix pop/rock, sono stati precursori di un genere che l’Italia non aveva visto arrivare, forse perché non c’è nessuno come loro, con la capacità di parlare ai giovani comprendendo i loro bisogni e disagi, perché anche se le generazioni cambiano, i bisogni e disagi dei giovani restano gli stessi, e una volta che iniziamo ad ascoltarle, le canzoni degli 883 restano in noi, come un marchio impossibile da togliere, e crescono con noi ricordandoci per sempre la nostra infanzia, giovinezza, e quando un Millenial, ormai adulto, si troverà in un locale che sparerà a tutto volume Hanno ucciso l’uomo ragno, Come mai, Sei un mito o Nord sud ovest est, siate pur certi che la canterà con la mano sul cuore, come se fosse l’inno nazionale.