LFoundry, da gennaio via 100 lavoratori interinali

Al Ministero delle Imprese il management di LFoundry espone a sindacati e amministrazione di Avezzano le prospettive dell’azienda: tagli e riorganizzazione del lavoro in una fase delicata di transizione
LFoundry, il confronto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy porta notizie di tagli all’occupazione: di cento interinali a gennaio sarà terminato il rapporto di lavoro.
Il piano illustrato da LFoundry ai sindacati e all’amministrazione comunale svela anche dettagli su su una fase di riorganizzazione del lavoro che avrà inevitabilmente effetti sulla fabbrica di semiconduttori di Avezzano: ottanta dipendenti saranno trasferiti nell’area produttiva e non ci sarà il ritorno ai lavoratori della quota di superminimo. “Nei prossimi giorni verranno indette le assemblee per decidere insieme le azioni da intraprendere a tutela di occupazione e salario dei lavoratori”, dichiarano unite organizzazioni sindacali. Il sindaco Giovanni Di Pangrazio sottolinea la fase di grandi opportunità, da cogliere, per il settore.
Si legge nella nota di FIM, FIOM, UILM nazionali e territoriali a valle dell’incontro sulle prospettive dello stabilimento LFoundry di Avezzano, che ne ricapitola gli esiti e le informazione rese dal management, ovvero l’amministratore delegato Marcello D’Antiochia, che ha anche precisato che l’utile di quest’anno è stato pari a 16 milioni: “Il sito di Avezzano ha un portafoglio prodotti di almeno 333 nuovi oggetti, di cui 74 già predisposti per la produzione e 84 nella fa-se di preserie; hanno prorogato per il 2025 almeno una parte delle attività svolte per OnSemi e che procedono a discutere di altre commesse con la stessa ditta; dopo il picco di 2,8 milioni di “moves” settimanali registrato nel 2023, già dal 2024 si registra a causa di vari fattori, tra cui ritardi nello sviluppo prodotti, una riduzione dei “moves” a 2,5 milioni per il 2024, con un ulteriore riduzione a 2,5 milioni nel 2025, per poi risalire nel 2026/2027 con l’entrata in produzione dei prodotti per il mercato cinese“.
Lo stesso Amministratore delegato di LFoundry – proseguono i sindacati – ha inoltre affermato che, “per rendere competitivo il sito di Avezzano e attrarre investimenti da parte della società controllante sarebbero necessari una serie di interventi come: terminare il rapporto di lavoro con circa 100 dipendenti in somministrazione a tempo indeterminato che risulterebbero quindi licenziati; trasferire dalle attività indirette dei gruppi di supporto circa 80 dipendenti verso le attività in sala; internalizzare il servizio di Security ed esternalizzare quello di Help desk; considerare impossibile da applicare la promessa di “restituire“ ai lavoratori una quota dei superminimi assorbiti in seguito agli aumenti contrattuali; non applicare le maggiorazioni per lavoro notturno come definite dagli integrativi e voler applicare il trattamento del CCNL. Inoltre la Direzione chiede di individuare forme per utilizzare nei turni anche personale con le esenzioni“.
I sindacati hanno “sottolineato la fragilità del piano aziendale presentato che vede il cliente storico di Avezzano ridurre margini e volumi, mentre si attende che il mercato cinese assorba i nuovi prodotti del sito di Avezzano. Per questo chiediamo al Governo e alla Regione Abruzzo di sostenere le richieste dei lavoratori e delle lavoratrici di contrastare le richieste aziendali di sacrifici per i dipendenti, almeno fino a quando non si chiarisce una seria politica di rilancio e sviluppo del sito di Avezzano e delle sue produzioni. Per queste ragioni nei prossimi giorni verranno indette le assemblee per decidere insieme le azioni da intraprendere a tutela di occupazione e salario dei lavoratori“.
Il sindaco DiPangrazio ha sottolineato altri aspetti ritenuti positivi, ovvero la “pianificazione industriale triennale che, finalmente, dopo numerose sollecitazioni sopraggiunte anche da parte dell’amministrazione comunale, è stata presentata dall’azienda: questo piano di sviluppo di nuovi prodotti per il mercato traghetterà la fabbrica fino al 2027. Dal 1 gennaio, inoltre, si rinnoverà per un altro anno (fino al 2025) il contratto con il committente americano, per un particolare settore di produzione”.
“Poi – continua il sindaco – la nota dolente, che non mi è piaciuta affatto: non vedo ad oggi prospettive di incremento o di rigenerazione del sito, ma solo il mantenimento dell’attuale capacità produttiva“. Il sindaco, infatti, nel corso dell’incontro odierno, ha evidenziato la necessità di studiare delle formule alternative, come lo scivolo pensionistico, per poter introdurre nuove leve e dare il giusto ricambio generazionale alla fabbrica. “Sotto questo punto di vista – spiega – sono in sintonia con le Rsu di stabilimento e con i sindacati”.
“Un polo produttivo come quello che è presente ad Avezzano – avverte Di Pangrazio – legato a doppio filo ad un settore in crescita esponenziale quale quello dei semiconduttori, va accresciuto e non fatto sopravvivere e basta. Non dimentichiamoci che, nella nostra città, c’è la Micron, che è culla di ricerca riconosciuta in tutto il mondo”.
“Tra Europa e Governo italiano, infine – conclude Di Pangrazio – sono stati stanziati a beneficio del campo di azione dei semiconduttori, 50 miliardi di euro, di cui 40 miliardi provenienti dai canali dell’Ue e 10 dallo Stato nazionale. L’azienda dovrebbe intercettare queste risorse fondamentali per un rilancio in chiave futura di tutto il sito, presentando un progetto a lungo termine, eventualmente anche con un partenariato pubblico-privato. Non si può tenere il freno a mano tirato. La partita, a mio avviso, è ancora aperta: l’appello è rivolto anche a tutte le altre grandi aziende che vogliano investire in un terreno vocato come quello avezzanese, da anni inserito nei circuiti internazionali della produzione di microchip e di semiconduttori”.
