Traforo del Gran Sasso, interrogativi sui lavori

31 ottobre 2024 | 13:06
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Traforo del Gran Sasso, interrogativi sui lavori

Traforo del Gran Sasso, alla seduta della Commissione Vigilanza non c’era il commissario sulla sicurezza dell’autostrada, rimangono dubbi e interrogativi

Traforo del Gran Sasso, nuovo round in Commissione Vigilanza in Consiglio regionale. Emergono timori che riguardano l’accumulo dei necessari interventi: ci sono da fare i noti lavori sul sistema idrico ma anche quelli antisismici. C’era per questo attesa per la convocazione di Marco Corsini, commissario alla messa in sicurezza sismica delle autostrade A24 e A25, ma non era presente.

Programmeremo una nuova audizione del commissario Corsini – dichiara al Capoluogo il presidente della Commissione Sandro Marianichiedendone direttamente a lui preventivamente una data disponibile al fine di non incorrere nella sua indisponibilità. Dall’audizione degli altri rappresentanti istituzionali convocati è emerso che ad oggi nessuno ha avuto confronto diretti con il commissario governativo, pertanto ci impegneremo per far sì che questo avvenga nella sede istituzionale della commissione di vigilanza”.

Non si sono quindi potuti apprendere dettagli sulla programmazione e sulla ripartizione dei lavori lungo il Traforo, che oltre a essere delicati dal punto di vista ambientale avrebbero un impatto molto profondo sulla viabilità. Se ne è avuto un assaggio nei giorni scorsi, quando il commissario per la sicurezza del sistema idrico, Pierluigi Caputi, ha disposto il senso alternato del traforo del Gran Sasso a partire dal 14 ottobre per effettuare alcuni sondaggi preliminari. Il traforo è stato successivamente riaperto il 23 ottobre, a seguito del riscontro dell’innalzamento dei livelli di torbidità dell’acqua. Caputi stesso ha chiarito che gli interventi preliminari non riprenderanno prima del prossimo anno. Sulle cause dell’alterazione dei valori, è in corso un’indagine.

Il punto è che l’intervento vero e proprio di messa in sicurezza del bacino acquifero durerà non meno di tre anni e partirà in una fase successiva ai sondaggi, dopo progettazione e appalto che porteranno via dai 12 ai 18 mesi. Il rischio è che la programmazione dei lavori di messa in sicurezza sismica, appannaggio del commissario Corsini, crei caos e prolunghi ulteriormente l’attesa.

Tommaso Navarra, presidente del Parco del Gran Sasso, pone a margine della seduta della Commissione in evidenza proprio la necessità di un approccio razionale: “La complessità delle problematiche connesse con il sistema dell’acquifero del Gran Sasso impone un colpo d’ala nella strutturazione di una risposta non rapsodica ed occasionale, di volta in volta propria di interventi frazionati e ripartiti tra i vari commissari che autorevolmente ma con crescenti difficoltà vengono investiti della problematica. A mio parere il governo centrale deve comprendere la strategicità del sito Gran Sasso e per come avviene per altre realtà (ad esempio il fiume Po) strutturare un’autorità che abbia continuità di finanziamento e di progettazione e di azione sul territorio. In particolare l’infrastruttura della doppia canna autostradale quale struttura strategica di Protezione civile per il sistema Paese dell’Italia centrale necessita di impermeabilizzazione, oggi mancante, con interventi e spese di sicuro significativi che dovranno rimanere a carico del Ministero delle Infrastrutture proprietario dell’opera”.

Fabrizio Taranta, assessore all’Ambiente del Comune dell’Aquila, ha evidenziato “la necessità di capire quelle che sono le intenzioni: la posizione è di attesa, i lavori vanno fatti. Il problema della torbidità di certo denota la fragilità anche se sulla qualità acqua non ci sono mai stati problemi, i gestori hanno sistemi di scarico che impediscono che l’acqua contaminata entri in circolo“.

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