Rigopiano, la Asl chiede 40 euro per il soccorso alla mamma di una delle vittime

4 novembre 2024 | 13:52
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Rigopiano, la Asl chiede 40 euro per il soccorso alla mamma di una delle vittime

Rigopiano, Asl chiede il pagamento del soccorso a mamma vittima che era svenuta alla richiesta di descrizione del figlio. Interviene il fratello della vittima: “Se quel ticket va pagato, pago io!”.

Rigopiano, Asl chiede il pagamento del soccorso alla mamma di una delle vittime che era svenuta alla richiesta di descrizione del figlio.

A distanza di oltre sette anni dalla tragedia di Rigopiano la Asl di Pescara ha chiesto il pagamento di 40,97 euro per il soccorso alla madre di una delle 29 vittime: la donna si era sentita male all’ospedale di Penne (Pescara) dopo la richiesta di una descrizione delle caratteristiche somatiche del figlio Marco Tanda, che in quelle ore – era il 19 gennaio 2017 – risultava tra i dispersi sotto la valanga che aveva sepolto il resort di Farindola. Alla donna è stata recapitata una lettera dall’Ufficio Recupero Crediti della Asl.
“È una beffa – spiega il fratello della vittima Gianluca che è presidente del Comitato familiari delle vittime di Rigopiano – questa lettera dopo otto anni che ci fa rivivere quei momenti drammatici che la mente sta cercando di cancellare”.
Il manager della Asl di Pescara, Vero Michitelli, con una nota ufficiale, si è scusato con la famiglia e si è offerto di pagare personalmente la somma richiesta nella cartella esattoriale, spiegando che si è trattato comunque di un atto dovuto e previsto dalle norme. La mamma di Marco “si era sentita male dopo che le avevano comunicato – spiega Gianluca Tanda – che doveva riempire un questionario dove doveva descrivere esattamente le caratteristiche del figlio: se aveva ei tatuaggi, se aveva segni particolari qualora venisse ritrovato il corpo senza documenti”.
“E lì sfidiamo chiunque – conclude – a non sentirsi male. È lecito sentirsi male in un ospedale dove la tragedia è più grande di ognuno di noi”.

‘Se quel ticket va pagato, pago io’, interviene il fratello di Marco Tanda

“Ringraziamo il direttore generale della Asl per la disponibilità, ma se quel ticket va pagato lo pagheremo. Accetteremo di non pagare solo nel caso in cui quella cartella verrà annullata”. Lo dice all’ANSA Gianluca Tanda, presidente del Comitato vittime di Rigopiano e fratello di
Marco, morto tra le macerie dell’hotel a 25 anni, a proposito delle polemiche circa la diffida di pagamento di un ticket da 40,97 euro che la Asl ha inviato alla madre, perché il giorno dopo la tragedia, capendo che forse non avrebbe mai più rivisto suo figlio, in attesa di notizie al Pronto soccorso di Penne (Pescara), aveva avvertito un malore ed era stata assistita dal personale sanitario.
Nel parlare di un “atto dovuto”, il direttore generale della Asl, Vero Michitelli, si è detto disponibile a saldare a titolo personale il ticket in
questione. Tanda, però, respinge al mittente l’offerta. Il 19 gennaio del 2017, giorno dopo la tragedia, la signora Elma era all’ospedale di Penne e si sentì male a causa di una crisi d’ansia: aveva capito che quella che si stava consumando era una vera e propria tragedia. Il crollo, infatti, ci fu quando le chiesero di compilare un questionario sui segni particolari del figlio, nel caso di ritrovamento del corpo. Ora, a distanza di otto anni, la diffida di pagamento del ticket per quella prestazione sanitaria.