Sistema Gran Sasso, nuova captazione non è all’ordine del giorno

Workshop sul sistema Gran Sasso. Il commissario Caputi: “Sondaggi non servono per nuove captazioni, che non rientrano nel mio incarico”.
L’AQUILA – Workshop sul sistema Gran Sasso. Il commissario straordinario, ing. Pierluigi Caputi: “Sondaggi non servono per nuove captazioni, che non rientrano nel mio incarico”.
Si è svolto nel pomeriggio il workshop sul sistema Gran Sasso organizzato dai consiglieri regionali Pierpaolo Pietrucci e Sandro Mariani per fare il punto della situazione rispetto alle vicende che hanno interessato i sondaggi per i lavori di messa in sicurezza. Ai microfoni del Capoluogo d’Abruzzo, il commissario straordinario per la messa in sicurezza del sistema idrico Gran Sasso, l’ingegner Pierluigi Caputi, ha assicurato che le ventilate ipotesi di sondaggi a fini di nuove captazioni dell’acqua non sono all’ordine del giorno, ma sono propedeutiche al progetto di messa in sicurezza che verrà scelto: “Ci sono ipotesi a vari livelli di definizione tecnica che è previsto che siano valutate in termini di fattibilità progettuale, nello specifico Docfap (che è appunto il documento di fattibilità delle alternative progettuali). La prima ipotesi è quella del professor Gisonni, encomiabile per la mole di lavoro fin qui svolto, che in continuità amministrativa è doveroso valutare tra le ipotesi alternative. Ci sono poi le varie ipotesi di impermeabilizzazione, da definire e comunque complesse; inoltre sarà presa in considerazione qualsiasi altra proposta tecnica che perverrà e che sia corroborata da documentazione tecnica e analitica”.
“I sondaggi esterni alla galleria sono in corso e termineranno tra una ventina di giorni, mentre quelli all’interno potranno essere eventualmente avviati solo a settembre-ottobre 2025”. Così Caputi detta le tempistiche delle opere propedeutiche al mega progetto di messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso. L’operazione è quindi ad oggi bloccata dopo che la Italferr Spa, gruppo Rfi, impegnata nell’avvio dei lavori di carotaggio, ha comunicato l’intorbidimento dell’acqua che sarebbe stato causato dalla rottura del collettore di drenaggio principale all’interno della
galleria destra in direzione Roma-Teramo, come rilevato durante un sopralluogo il 15 ottobre scorso.
Sul caso sono in corso approfondimenti e nel frattempo è stata riaperta l’autostrada gestita da Strada dei Parchi spa,concessionaria di A24 e A25, nel tratto del traforo del GranSasso, per due settimane percorribile a senso unico con semafori, in un clima di disagi e polemiche. Ruzzo spa, società pubblica del ciclo idrico integrato del Teramano, ha sempre sottolineato che l’acqua è rimasta sicura e salubre. Alla domanda “quando eventualmente ricominceranno i lavori”, Caputi risponde: “Per la fase propedeutica dei sondaggi, in base
all’indirizzo dato da Strada dei Parchi e dalla Poliziastradale, sono disponibili solo i mesi di settembre e ottobreperché negli altri mesi invernali, in caso di stop a causa dighiaccio e neve, i mezzi pesanti non potrebbero ripartire conquelle pendenze o impiegherebbero tempi troppo lunghi. Negli
altri mesi sarebbe eccessivo l’impatto sulla mobilitàturistica”.
Durante l’incontro presso la Sala ipogea, i consiglieriPietrucci e Mariani hanno stigmatizzato la mancata coordinazione tra i due commissari interessati al sistema del Gran Sasso. Anche Giovanni Lolli, già vicepresidente della Giunta Regionale che aveva coordinato il tavolo acquifero sull’acquifero ha richiamato la Regione Abruzzo ai compiti di coordinamento, tra autostrada, laboratori e gestori della rete idrica, ma non solo: coinvolti anche comuni, asl, Parco nazionale: è questione complicata far stare insieme autostrada, il più importante lab di ricerca e acquifero che da da bere a 700mila persone. Far convivere queste problema dimensione nazionale, ma non significa che non c’è compito specifico regione. Propria parte: informare e coordinare i diversi soggetti coinvolti, gestori acqua, asl, comuni, Parco.
E proprio il presidente del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, Tommaso Navarra ha richiamato la rilevanza nazionale del sistema, richiamando lo Stato a istituire un’autority nazionale con fondi da investire sulla messa in sicurezza e la Regione a istituire un ente strumentale per mettere a terra i finanziamenti: “Solo così si può dare una risposta complessiva al problema”.
Parola poi ai geologi, con Leo Adamoli che ha ricordato i dati già in possesso della comunità scientifica dai precedenti sondaggi, avanzando dubbi sulla utilità dei nuovi. Dall’Università di Sassari è stato invece Giovanni Luca Cardello ha sottolineare come il Gran Sasso sia ricco di geodiversità che dev’essere ancora esplorata, illustrando i dati delle ultime pubblicazioni a riguardo.
Nel mezzo, i disagi alla circolazione stradale nel traforo su un’autostrada “strategica” anche in ottica di protezione civile, che unisce il Tirreno e l’Adriatico. Un infrastruttura di interesse nazionale che, come sottolineato dallo stesso presidente Navarra, per la cui manutenzione straordinaria e interventi in messa in sicurezza non si può “scaricare” su gestore ed enti territoriali. Quello che è chiaro è che quando i lavori dovranno ricominciare, perché la messa in sicurezza del sistema va fatta comunque “per legge”, le chiusure già sperimentate difficilmente si potranno aggirare. La speranza è che nel frattempo la viabilità alternativa individuata tra A14 e Capannelle sia effettivamente percorribile e con lavori ultimati.
