Francesco Menna, in ANCI Abruzzo archiviare scontri e tornare a condividere obiettivi

Ospite di Grandangolo Francesco Menna, sindaco di Vasto e presidente della provincia di Chieti. Dalle elezioni in USA all’ANCI.
Dal futuro dell’America al futuro dell’Occidente, dalla geografia politica mondiale alle guerre, fino alle questioni “di casa” e al recente scontro interno nell’ANCI Abruzzo, che lo ha visto candidato in sfida a Pierluigi Biondi. A Grandangolo Francesco Menna, sindaco di Vasto e presidente della provincia di Chieti.
Una lettura delle elezioni in America. Francesco Menna: “Gli Stati Uniti avevano necessità di esprimere un presidente che avesse avanzato la sua candidatura in maniera autorevole. Da una parte i repubblicani sono partiti con tempo, presentando una proposta di programma quantomeno credibile per certi aspetti; i democratici, dall’altro lato, sono invece partiti in ritardo, pur con un ottimo candidato, ma purtroppo con un programma non condiviso, che si portava dietro l’ombra di un altro presidente che non aveva più consensi. Ha vinto il candidato, cioè Donald Trump, che ha avuto mesi per coltivare la sua candidatura, parlando in maniera chiara all’elettorato. Strategia che si è rivelata efficace“.
Cosa può cambiare adesso? “Dal punto di vista della geografia politica internazionale c’è preoccupazione, poiché Trump aggrega i conservatori, i reazionari, in un certo senso le stesse dittature reazionarie del mondo. È vicino ai grossi potentati, a Putin, ad Elon Musk, a situazioni che premiano determinati accordi internazionali. Mentre, da uomo di centrosinistra, dal punto di vista delle politiche mi aspetto problemi sulla sanità pubblica, nel settore di insegnamento e formazione, poiché saranno sempre meno le risorse per i poveri in un sistema americano già di per sé pieno di privilegi. Ci saranno, inoltre, problemi dal punto di vista dell’immigrazione, poiché Trump ha sempre cercato di porvi una barriera. Trump rappresenta la parte più conservatrice rispetto a questo tema. Chi chiude all’immigrazione in maniera netta, potrebbe andare avanti anche a ripercussioni dal punto di vista economico”.
Guardando all’Europa, “ricordiamo che l’Europa – continua Francesco Menna nell’intervista – nasce contro la visione di questi governi conservatori e reazionari che sono antieuropeisti. Quest’unione che ci ha portato a tanti anni di cooperazione, di scambi commerciali, di pace. Con un’Europa che nei momenti di difficoltà, come il Covid19, ci ha aiutato con ingenti risorse economiche: pensiamo ai milioni di euro per vaccini e sanità, per il PNRR. Senza Europa non ci saremmo mai rimessi in piedi. La mia paura è che quelle persone che sono sempre state contro l’Europa e che ne chiedono la disarticolazione possano mettere a rischio le conquiste fatte fino ad oggi. Per fare un esempio ‘vicino’, pochi giorni fa nel comune di Vasto è stato comunicato il taglio dei fondi per il rimborso affitti destinato alla povera gente. Non solo, sono aumentati i costi del trasporto, il diciotto alla sanità pubblica è sempre più compromesso con lunghissime liste d’attesa… Il governo ha trovato risorse per l’industria bellica e le grandi multinazionali, ma non per la Sanità e per l’Istruzione“.
Esistono due differenti correnti di pensiero rispetto a quello che potrà essere il comportamento degli USA rispetto all’Europa. Qual è il suo pensiero in merito? “Partiamo dal presupposto che, nel mondo, ci sono vicende delicate in continua evoluzione, per citarne solo due: la guerra in Ucraina e la guerra tra Israele e Palestina. Oltre alle decine e decine di guerre di cui non si parla, ma che esistono. Sicuramente vedo un mondo non più diviso in blocchi, in cui da un lato c’era l’Occidente e dall’altro lato il blocco sovietico con i Paesi dell’est. Oggi viviamo in un sistema completamente diverso: quel mondo è finito con la caduta del muro di Berlino. L’unica risposta ai possibili pericoli è avere un’Europa forte, compatta, con politiche comunitarie importanti, oltre a quelle già dimostrare con il PNRR.Un’Europa con una propria politica di difesa militare, del lavoro, che possa dare risposte ai problemi della nostra comunità e che possa far capire che siamo un soggetto politico autonomo con una sua forza e con cui interloquire su uno stesso tavolo, al pari degli altri Paesi. Così l’hanno voluta i grandi Padri europei e solo in questo modo potremo avere la nostra parte nelle decisioni importanti”.
In chiusura, lasciando l’America e tornando al territorio regionale, Francesco Menna è stato recentemente candidato alla presidenza ANCI Abruzzo, in contrapposizione a Pierluigi Biodi, poi eletto presidente. Una sfida inaspettata, che si è concretizzata a poche ore dall’assemblea elettiva, dopo un acceso botta e risposta tra centrodestra e centrosinistra. 182 sindaci su 305 hanno votato per il primo cittadino dell’Aquila, Pierluigi Biondi. Come legge questa vicenda? “Sicuramente – evidenzia Menna – viviamo una fase particolare della nostra politica regionale e della dialettica tra partiti e segretari regionali. Per la prima volta nella storia dell’ANCI è mancato un accordo tra forze politiche: cosa mai accaduta prima. Lo scontro è stato dettato da un atteggiamento, anche da parte del centrodestra, di volere ottenere con i numeri ciò che, probabilmente, si sarebbe potuto ottenere anche con il dialogo. Noi partivamo indubbiamente in una situazione di sfavore, considerando la maggioranza politica dei sindaci, soprattutto nell’Aquilano. Abbiamo comunque ottenuto un risultato, con i nostri 5 delegati e con un delegato nazionale. L’ANCI oggi deve superare queste divisioni e archiviare questo scontro, ritrovando il senso del dialogo tramite Pierluigi Biondi e il segretario Marinelli. Soprattutto deve tronare a condividere obiettivi comuni“.
