Antonio Polito racconta Alcide De Gasperi e le sue 5 lezioni alla politica di oggi

12 novembre 2024 | 17:01
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Antonio Polito racconta Alcide De Gasperi e le sue 5 lezioni alla politica di oggi

A settant’anni dalla sua morte la figura di Alcide De Gasperi è quanto mai attuale; Antonio Polito ne ha discusso all’Aquila alla libreria Colacchi alla presentazione del suo libro: Il Costruttore

Antonio Polito presenta la biografia del Costruttore Alcide De Gasperi, in antitesi alla politica di oggi, tutta fondata sullo stratagemma del rottamatore, del demolitore, del distruttore.

Le cinque lezioni di De Gasperi ai politici di oggi è stata l’occasione non solo di celebrare il valore di un leader di una politica “alta” che oggi non c’è più ma soprattutto di richiamare l’attualità della sua grande lungimiranza. Benché della centralità della sua figura nella storia del Paese si siano, in buona parte, perse le tracce.

Antonio Polito, meglio noto come firma da editorialista esperto di politica del Corriere della Sera, ha partecipato al dibattito con il professore di storia contemporanea alla Luiss Gaetano Quagliariello, già Parlamentare e Ministro della Repubblica e il giornalista e vicedirettore dell’HuffPost Italia, Alessandro De Angelis. Confronto moderato dalla giornalista e componente del Corecom Abruzzo, Roberta Galeotti.

Antonio Polito ai microfoni del Capoluogo ha sottolineato che “De Gasperi è il padre della Repubblica italiana, il suo governo decise il referendum monarchia – repubblica, lui stesso accelerò l’uscita di scena del re che dopo i risultati elettorali temporeggiava e non voleva mollare. Poi ha guidato il Paese nella prima legislatura –  i cinque anni dal 1948 al 1953, dopo la vittoria elettorale a valanga del suo partito, la Dc – facendogli fare tutte le scelte che ancora oggi disegnano il perimetro della nostra azione: l’adesione al Patto atlantico, l’avvio del processo di unificazione europea, l’intervento straordinario nel Mezzogiorno. L’Italia di oggi è quella che in quei cinque anni fu disegnata da De Gasperi”.

L’attualità di De Gasperi sta nel titolo del libro, dice Antonio Polito: “Ho chiamato De Gasperi il costruttore segnalando il contrasto con i politici di oggi che si presentano tutti deliberatamente come distruttori: gente che va in giro con la ruspa, che vuole usare il lanciafiamme, che vuole rottamare tutti. C’è uno stile politico oggi per cui ci si fa vanto di distruggere. Credo invece che i politici servano per costruire, altrimenti per che altro dovremmo votarli e anche pagarli se non per costruire il bene comune? Dal punto di vista politico la sua qualità maggiore e che oggi varrebbe è che lui non ha mai amato una democrazia basata su uno strapotere dei partiti. De Gasperi voleva un partito di governo, non un governo di partito: era la distinzione tra le istituzioni che rappresentano la Repubblica e i partiti che sono parte della società, non possono comandare, a farlo è il Parlamento dove ci sono i nostri eletti. Dal punto di vista umano e personale lui era un uomo di grande fede, che aveva una concezione dei rapporti con gli altri che oggi servirebbe ancora. Si tratta di un’idea di rispetto e di mitezza, soprattutto era stato definito l’avvocato difensore di 45 milioni di italiani. Intendeva il suo lavoro come un servizio reso al popolo. Questa ispirazione ideale servirebbe molto anche oggi. Ebbe due grandi limiti, che più che errori, sono sconfitte. La prima è la Comunità europea di difesa. La sua idea era che non bastava costruire l’Europa solo sull’economia, occorreva anche una Difesa comune altrimenti non sarebbe mai nata. Verissimo, ancora oggi ne stiamo discutendo. De Gasperi questa sfida la perse. La seconda sconfitta passa sotto il nome di legge truffa: De Gasperi tentò di risolvere la questione del poco potere del governo attraverso una legge maggioritaria, che oggi paragonata al Porcellum era niente ma al tempo apparve come una legge truffa. Fu per lui una sconfitta: quando si andò alle elezioni la coalizione presa la maggioranza ma non assoluta, si fermò al 49,8 per cento. Gli costò la fine del governo”.

Per Gaetano Quagliariello, presidente della Fondazione Magna Carta che ha organizzato la presentazione del libro di Antonio Polito alla Libreria Colacchi “la figura di De Gasperi dovrebbe essere sempre attuale. Fu un padre della patria, un personaggio che potremmo paragonare a Churchill parlando dell’Inghilterra o a De Gaulle parlando della Francia. Ha avuto il merito di portare l’Italia dal tunnel del fascismo e della guerra nella normalità della repubblica. Fu uno dei protagonisti di quello che ancora oggi viene chiamato il miracolo economico: i pilastri di quella stagione furono posti da De Gasperi ma sono convinto che se oggi si andasse in una scuola e si dicesse questo gran parte degli studenti rimarrebbe meravigliata. Questo perché la storia si studia poco e la figura di De Gasperi ancor meno. Il merito del libro Il costruttore è di essere la prima operazione di divulgazione alta che è stata fatta sulla figura di De Gasperi, e fare divulgazione alta è difficilissimo, molto più difficile che scrivere un buon libro di ricerca”.

Ma per quali altre ragioni Alcide De Gasperi non viene oggi ricordato come dovrebbe? Per Quagliariello “le ragioni sono molteplici. La principale è che è stato un uomo che ha compiuto dei miracoli durante la sua vita politica, alcuni dei quali ben spiegati nel libro, ma alla fine ne è uscito da sconfitto. De Gasperi è morto in solitudine, è stato un po’ messo da parte anche dal suo stesso partito. Si è inaugurata dopo di lui una stagione molto diversa e lui che aveva vinto la transizione dal fascismo dal post – fascismo ha perso il consolidamento della storia repubblicana. La seconda ragione è il posto che la storia occupa nel discorso pubblico in Italia: in altri Paesi è molto più forte, da noi tende a scemare, dai programmi di scuola la storia viene fuori sempre più come una materia ancillare, così come nelle università le cattedre di storia sono sempre di meno. Questo è andato di pari passo con il senso della Nazione. Eppure De Gasperi ha salvato l’Italia dalla fame e poi anche dal comunismo: oggi questo gli viene riconosciuto ma non gli poteva essere riconosciuto nell’immediato perché le ragioni facevano riferimento anch’esse alla guerra, come nel caso di De Gaulle e di Churchill, ma a un’altra guerra, la guerra fredda. Per questo era un personaggio che allora ha diviso”.

L’introduzione al dibattito, a cui ha preso parte anche Vittorio Sconci del direttivo nazionale di “Base Popolare” (annunciata la prossima costituzione in partito), è stata del vicedirettore di Huffington Post Italia Alessandro De Angelis, che spiega: “Rispetto all’epoca di De Gasperi è cambiato il mondo, ma il libro parla alla politica di oggi in una chiave di critica. Basta vedere quello che è successo negli ultimi giorni, la polemica sulle manifestazioni di Bologna: la destra incapace di condannare Casapound, il centrosinistra incapace di prendere le distanze dai centri sociali. Questo perché la politica oggi ha una dinamica tutta identitaria: poiché io devo coltivare soprattutto la mia tribù non sono in grado di prendere le distanze neanche dalla parte più estrema. Questa identità è una trappola perché ognuno parla alla sua curva ma nel frattempo in Italia si sta svuotando lo stadio. De Gasperi è esattamente l’opposto, rappresenta la politica che concilia il proprio punto di vista con l’interesse generale. In questo senso il libro è un inno alla grande politica, quella che manca oggi, che servirebbe. Basta vedere del libro una delle cinque lezioni, quella sulla politica estera, come parla all’oggi. Oggi abbiamo nuove sfide che guarda caso rimandano all’atlantismo, a come declinarlo, e al tema di fondo che l’interesse nazionale si gioca soprattutto fuori dai confini”.

locandina il costruttore