ZTE lascia L’Aquila, chiude il centro di ricerca 5G

ZTE lascia L’Aquila. Doveva essere il primo centro di ricerca sul 5G in Italia, ma lo è stato per poco tempo. Da qualche mese il laboratorio aquilano della multinazionale cinese che si era installato al Tecnopolo ha chiuso i battenti.
ZTE lascia L’Aquila. Doveva essere il primo centro di ricerca sul 5G in Italia, ma lo è stato per poco tempo. Da qualche mese il laboratorio aquilano della multinazionale cinese che si era installato al Tecnopolo ha chiuso i battenti.
ZTE Corporation (0763.HK / 000063.SZ) è il fornitore internazionale di soluzioni tecnologiche per le telecomunicazioni, le imprese e i consumatori per l’Internet mobile. Con base a Shenzhen (Cina), è una società leader a livello globale nel settore degli apparati per telecomunicazioni e soluzioni di rete (nel 2019 erano circa gli 500 operatori di telecomunicazioni in 140 Paesi). Nel 2017 era stato sottoscritto l’accordo tra UnivAq e la società ZTE Italia, finalizzato all’istituzione di un Joint Innovation Center.
A febbraio 2019 era stato condotta la sperimentazione del MISE in partnership con l’Università dell’Aquila. L’obiettivo era quello di realizzare un laboratorio urbano orientato all’innovazione che aveva portato L’Aquila ad essere individuata dal Ministero per lo Sviluppo Economico come una delle città nelle quali si sarebbe svolta la sperimentazione pre-commerciale del 5G in Italia. Una partnership fortemente voluta dall’allora rettrice di UnivAq, la professoressa Paola Inverardi che, proprio nel 2019, in occasione della prima videochiamata 5G attraverso il Mediterraneo, effettuata presso la sede del Centro di ricerca e innovazione sul 5G di Zte del Tecnopolo, aveva ribadito come l’obiettivo dell’ateneo aquilano fosse quello di avviare, “Un proficua collaborazione affinché il polo del capoluogo d’Abruzzo potesse divenire un centro di ricerca consolidato, punto di riferimento per idee e spinta occupazionale per laureati e ricercatori”.
L’apertura di ZTE al Tecnopolo aveva destato non poche polemiche dal momento che era avvenuta quasi in concomitanza con la chiusura della Intecs e il licenziamento di circa 80 ricercatori altamente qualificati.