Presentazione a L’Aquila del libro di Mario Narducci Via Crispomonti numero sessantuno

Presentazione a L’Aquila, presso la libreria Colacchi, del libro “Via Crispomonti numero sessantuno”, ultima silloge del giornalista, saggista e scrittore aquilano, Mario Narducci. 20 anni di poesie, in una raccolta densa di buoni sentimenti.
“Via Crispomonti numero sessantuno” è l’ultimo libro di Mario Narducci, giornalista, scrittore, saggista aquilano, che verrà presentato a L’Aquila, venerdì 29 novembre.
La presentazione del libro sarà presso la libreria Colacchi che si trova su Corso Vittorio Emanuele II n.5. Interverranno con l’autore, la poetessa Anna Maria Giancarli, la professoressa e critica letteraria, Liliana Biondi, con letture di Franco Narducci. Mario Narducci, conosciuti da tutti come “Mariolò”, non ha bisogno di grandi presentazioni: penna raffinata, elegante, in oltre mezzo secolo di attività ininterrotta ha sempre sentito il bisogno di mettere nero su bianco, in poesia, le sue emozioni e le vicende che lo hanno visto protagonista. In via “Via Crispomonti numero sessantuno”, con prefazione di Massimo Pamio, ed edita da Mondo Nuovo,”Mariolò” ha raccolto le poesie scritte negli ultimi 20 anni, racchiudendo un universo d’amore incondizionato per i suoi affetti, per la mai dimenticata moglie e compagna di una vita intera Mariolina, madre dei suoi 3 gioielli, Francesco Maria, Marialaura, Maria Giovanna. Il titolo dell’ultimo libro richiama a una via dell’Aquila, la strada della sua casa d’infanzia. Al suo interno sono mescolati passato, presente e speranza per il futuro con l’intento di, “Racchiudere questi ultimi 20 anni, metterli dentro uno scrigno, selezionando le poesie che mi hanno suscitato sempre delle emozioni, positive o negative che possano essere – spiega l’autore ai microfoni del Capoluogo -. La poesia per me è appagamento, mi ha aiutato a mettere insieme spezzoni di vita, a comunicare il grande amore che provo da sempre per la mia famiglia, per Mariolina, per i miei nipoti, per la mia città”.

Mario Narducci, storico giornalista, decano dell’Ordine, ha scritto e scrive ancora oggi pagine di vero giornalismo aquilano. Vaticanista, scrittore, poeta, storico, ironico, da sempre pungente dove serve, ma con garbo e fede. Presidente dell’Istituto di Abruzzesistica e Dialettologia, promotore del Premio L’Aquila intitolato al cugino Angelo, direttore storico del quotidiano “Avvenire”, Mario è stato storico direttore di “Tvuno”, nella sua lunga, fortunata, felice ed intensa carriere ha lavorato inolre per “Il Resto del Carlino”, “La Gazzetta del Popolo”, “Avvenire” e “Il Popolo” seguendo per quest’ultimo, come vaticanista, i viaggi apostolici di Paolo VI nell’ultimo scorcio del pontificato e, per 10 anni, quelli di San Giovanni Paolo II, poi raccontati in un libro. Un’attività talmente intensa che non sì è fermata nemmeno durante il lockdown: i lunghi mesi di forzata e necessaria clausura hanno portato alla stesura dei “Racconti in quarantena”, pagine dolcissime e dense di “aquilanitas” attraverso le quali ha riportato in auge ricordi, personaggi, scorci di quell’Aquila “de na’ote” che ha sempre tanto amato!
Nella nuova silloge invece Mario ha lasciato che la penna mettesse nero su bianco le emozioni, la tristezza, ma anche la sua infinita speranza, sorretta da una fede cristiana incrollabile. Un libro dove si parla anche di perdite affettive, che hanno segnato gli ultimi anni di Mario. “Il tuo amore / è un meleto / ritto sulla collina /… Il tuo amore è un ciliegio / carico da spezzare i rami… / Il tuo amore è una vigna / pronta per la vendemmia… / Il tuo amore è un fico settembrino…”, ma la distanza è prossimità, “Perché nel suo cuore non manca nessuno, perché il suo cuore ha ancora un flusso vitale, il succo di ciò che tra sé e le persone ha dato vigore al corpo e all’anima”, scrive la poetessa e politica italiana Maria Lenti, nella sua lunga e toccante recensione.