Sport e inclusione, perchè il calcio… non è solo calcio

A #nonsolocalcio, le parole e le emozioni nell’evento organizzato dalla LND Abruzzo sull’inclusione. Prima la persona.
Federica, Mattia, Marina e Andrea sono quattro calciatori che giocano nel Lanciano Special, nell’Accademia Soccer di Pescara e nel Rurabilandia di Teramo.
Si allenano dalle tre alle quattro volte a settimana. “E siamo forti”, dice Federica, con orgoglio. Sono arrivati allo stadio Bonolis di Teramo l’8 novembre scorso, insieme ai loro compagni di squadra, per raccontare, in rappresentanza di tutti, quanto sia bello giocare insieme, senza pensare al quando, al dove. Con la voglia di divertirsi insieme: di segnare, ma anche di sognare. Perché quando chiedo ad Andrea cosa direbbe a chi ancora non è andato a vedere una partita della sua squadra, lui mi risponde che “le porte sono aperte, sempre. Noi ci divertiamo, venite con noi”.

E’ tutto qui il senso dell’inclusione. Dello sport che semina cultura e che si è anche fatto strumento, con il passare degli anni e con una maggiore sensibilità, di un cambio di linguaggio nel comunicare la disabilità.
Prima la persona, sempre, senza etichette o distinzioni: così come fa il pallone.
“La palla è democratica: rotola sempre, chiunque la calci, ovunque la si calci”, dice alla platea il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Abruzzo Concezio Memmo. La LND Abruzzo ha organizzato una giornata dedicata alle parole dell’inclusione, con un convegno al quale hanno partecipato i vertici dello sport nazionale e abruzzese, mettendo poi insieme le tre squadre con una rappresentativa di under 17 di Teramo nella “Partita per l’inclusione”, tenutasi nel pomeriggio allo stadio Bonolis.
“La loro gioia è energia”, aggiunge Memmo: e osservandoli quando scendono in campo ed esultano per una azione, imitando il loro idolo calcistico, non si può non essere d’accordo.

L’Abruzzo è la prima regione nella quale si è creata una rappresentativa di atleti paralimpici. Si chiama Abruzzo Specialed è uno straordinario strumento di inclusione sociale, un contenitore di valori e principi da trasmettere e diffondere principalmente alle nuove generazioni e all’intera comunità. È riconosciuta a livello nazionale come un punto di riferimento per l’inclusione attraverso lo sport ed è un altro passo verso un calcio sempre più inclusivo.
“Un’iniziativa importante per il movimento dilettantistico, ma ancor di più per i ragazzi del Dipartimento Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale”, sottolinea il presidente LND Giancarlo Abete. “Realtà come queste sono il giusto proseguimento del percorso iniziato dal DCPS, permettendo così ai ragazzi di avere ulteriori motivazioni e alla LND di supportarli in maniera concreta”.
Nello staff della Rappresentativa c’è Simone Vitale: alle sue spalle, una lunga carriera da giocatore, poi allenatore. È il fondatore dell’Accademia Soccer, che sostiene e promuove attività sportive per atleti con disabilità di vario tipo. Il calcio, per lui e i suoi ragazzi e ragazze, è più di un gioco: è un progetto di vita. “La nostra attenzione più che al gioco va alla formazione” dice durante il suo intervento. “Le nostra priorità sono le emozioni, poi viene il calcio. Da dieci anni con l’Accademia Soccer facciamo inclusione dentro ma soprattutto fuori dal campo, grazie a iniziative che hanno creato una vera e propria famiglia attorno ai nostri atleti. Il calcio, insomma… per noi non è solo calcio”.
Fare comunità, stare insieme, con un pallone che rotola – democraticamente – o nella merenda post partita. “Quando finiamo gli allenamenti o un match, la cosa più importante è quello che ci portiamo a casa: le emozioni e la grinta che abbiamo provato durante l’allenamento”, dice Federica.
Lei, insieme a Mattia, Marina, Andrea e a tutti gli atleti del calcio paralimpico abruzzese, sono calciatori e calciatrici. Ma soprattutto sono atleti e atlete che non penseranno mai che il calcio sia solo calcio. Perché è un progetto di vita, fatto di emozioni e di valori.

Settima puntata di #nonsolocalcio: le parole dell’inclusione