Scabbia nelle scuole dell’Aquila, cosa c’è da sapere

Segnalati nuovi casi di scabbia a scuola. Nessun allarme: casi in risoluzione nelle 24h dall’inizio del trattamento.
L’AQUILA – Segnalati nuovi casi di scabbia a scuola. Nessun allarme: casi in risoluzione nelle 24h dall’inizio del trattamento e contagi solo con lunghi e prolungati contatti epidermici. Nessun rischio dalla condivisione di banchi o sedie.
Dopo i primi casi segnalati al Capoluogo d’Abruzzo da alcune famiglie di studenti dell’alberghiero dell’Aquila, spaventate dalla circolare d’istituto attraverso cui si davano disposizioni per evitare contagi di scabbia certificati tra alunni dello stesso istituto, nuove segnalazioni arrivano questa volta dagli studenti del Cotugno, anche se non ci sono conferme ufficiali per ora. Non mancano le preoccupazioni, ma come già sottolineato per quanto riguarda i primi episodi, non c’è da fare allarmismo. La preoccupazione maggiore nasce dal fatto che si tratta di una malattia di cui in Italia si era sostanzialmente persa traccia, ma non provoca gravi conseguenze né è di immediata trasmissibilità.
Come spiegato al Capoluogo d’Abruzzo dal dottor Enrico Giansante, direttore UOC SIEPS, i casi di scabbia si risolvono nel giro di poche ore dall’inizio del trattamento sanitario. D’altra parte, i contagi avvengono solo con un prolungato contatto epidermico o a contatto, altrettanto prolungato, con lenzuola o letti “contaminati”. “Non si tratta tratta di una malattia infettiva o diffusiva” ha spiegato il dottor Giansante. “Si tratta di un acaro, quindi non si trasmette come un virus: non basta una stretta di mano, né viene trasmesso attraverso contatto con banchi o sedie. Insomma, a scuola i ragazzi non hanno nulla da temere”.
Rilanciamo anche per i casi del Cotugno, quindi, le stesse rassicurazioni: le preoccupazioni per il “ritorno” di una malattia che sembrava sparita sono comprensibili, ma non sono giustificati allarmismi. La scabbia si cura in poco tempo e non è di immediata trasmissibilità.