Legge elettorale Abruzzo, D’Amico apre a Marsilio sulla riforma

19 novembre 2024 | 15:05
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Legge elettorale Abruzzo, D’Amico apre a Marsilio sulla riforma

Legge elettorale Abruzzo, D’Amico raccoglie la sfida della riforma avanzata dal Presidente Marsilio. Condivisione sul collegio unico

Legge elettorale Abruzzo, c’è l’apertura dell’opposizione per la riforma. Il leader del centrosinistra in Regione, Luciano D’Amico, ha dato disponibilità al dialogo con la maggioranza per la revisione della normativa alla base dell’assegnazione dei seggi ai consiglieri. D’Amico dichiara di condividere il cuore della proposta del Presidente della Giunta Marco Marsilio, ovvero l’istituzione del collegio unico.

Il tema è da tempo una delle priorità politiche di Marsilio, che ha sul finire della scorsa legislatura ha depositato un’apposita proposta di riforma. Venne travolta da polemiche incrociate, e Marsilio l’ha rilanciata già nel discorso di apertura della legislatura. Ora si è riaperta la discussione in Commissione Statuto: nel corso dell’ultima seduta Marsilio ha dichiarato di puntare all’approvazione entro il primo anno di legislatura, e ha successivamente “sfidato” l’opposizione alla condivisione. D’Amico ha risposto parlando a nome di tutto il Patto per l’Abruzzo: “Noi siamo d’accordo sull’idea di partecipare alla scrittura di questa nuova legge, e siamo d’accordo anche sull’idea cardine del collegio unico intorno a cui prende forma la nuova legge. Essere eletti in un unico collegio regionale, con voti che possono arrivare da tutti i territori della regione, è un ottimo antidoto contro la tentazione di rappresentare gli interessi più particolari”.

Il collegio unico è infatti la novità politicamente più rilevante della proposta Marsilio, che andrebbe a rivoluzionare la legge elettorale abruzzese attualmente in vigore che prevede quattro circoscrizioni coincidenti con i territori provinciali. Altri contenuti significativi della proposta Marsilio per riforma la legge elettorale Abruzzo sono l’introduzione della tripla preferenza di genere, l’ampliamento del numero dei candidati in lista da 30 a 45, l’elezione in Consiglio di due candidati presidenti “perdenti” (ora solo uno) purché le loro liste ottengano complessivamente almeno due seggi.

Marsilio aveva detto al riguardo, nel discorso di apertura della legislatura: “Nella passata legislatura evidentemente non erano mature le condizioni, ma non mi sono arreso. Ora mancano cinque anni alle prossime elezioni ed è giusto porre questo tema al centro nel primo giorno della legislatura”. Per Marsilio la norma va “approvata il prima possibile, e migliorerà da subito la qualità della legislazione. Tutti gli assessori hanno un’appartenenza territoriale, e saranno indotti a non fare gli assessori della loro città né della loro provincia. Dovranno invece essere assessori al servizio dell’intera comunità abruzzese, perché ad essa, con il collegio unico, dovranno poi rispondere. E aggiungo anche che i consiglieri dovranno essere al servizio dell’intera comunità abruzzese“.

D’Amico ha messo sul piatto la proposta di agire anche sul tetto delle spese dei candidati, prefigurando “un meccanismo in cui si mettono a disposizione dei servizi primari che possano essere uguali per tutti. Dare meno soldi ma dare più opportunità”. Il leader dell’opposizione si è spinto anche a prefigurare un percorso rapido: “Giusto che il primo passo in Consiglio, audizioni a parte, lo faccia il presidente: ci presenterà un suo testo, ci dirà se tiene conto del nostro spirito costruttivo e di queste nostre idee e poi credo che si possa immaginare un cammino rapido. Credo che in primavera potremmo arrivare al voto su un testo definitivo che potrebbe nascere da un ottimo e possibile compromesso”.

D’Amico quindi sfida a sua volta Marsilio sulla predisposizione di un ulteriore proposta che tenga conto delle idee dell’opposizione. Chiede inoltre a Marsilio un cambio di paradigma anche sulla gestione ordinaria della Regione: “Bisogna eliminare gli sprechi e le doppie funzioni che aumentano i costi di gestione. Questo si può fare unificando tutte le realtà inutili di cui non si giustifica la funzione”. Gli esempi portati sono le quattro Asl e le sei società di acquedottistica.

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