Scontro tra auto e cervo, Regione condannata al risarcimento

19 novembre 2024 | 09:59
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Scontro tra auto e cervo, Regione condannata al risarcimento

Il Giudice di Pace dell’Aquila ha condannato la Regione Abruzzo a risarcire i danni materiali subiti da un’automobilista a causa dell’attraversamento della strada da parte di un cervo di grosse dimensioni

Il Giudice di Pace dell’Aquila ha condannato la Regione Abruzzo a risarcire i danni materiali subiti da un’automobilista a causa dell’attraversamento della strada da parte di un cervo di grosse dimensioni.

Nello specifico, il conducente del veicolo nell’agosto del 2020 si trovava a percorrere la S.P. 46 nel Comune di Tione degli Abruzzi (AQ), all’interno del Parco Sirente Velino quando, all’improvviso, si è trovato un cervo in attraversamento. L’impatto è stato fortissimo e inevitabile. La tragedia fu evitata solo perchè l’automobilista stava percorrendo la strada a velocità moderata.  L’uomo, difeso dall’avvocato Carlotta Ludovici, del foro di L’Aquila, ha avanzato una richiesta per il risarcimento del danno. Dopo una lunga istruttoria testimoniale e documentale il GOP di L’Aquila ha stabilito di condannare al risarcimento del danno la Regione Abruzzo, stabilendo che lungo la strada in questione al momento dell’incidente non erano presenti dissuasori, segnali luminosi e acustici di pericolo, segnaletica di attraversamento animali selvatici, guard rail, né illuminazione pubblica e ribadendo l’orientamento giurisprudenziale pressoché unanime in virtù del quale in caso di incidenti provocati da fauna selvatica unica ed esclusiva responsabile, peraltro ex art. 2052 c.c. in quanto il criterio di imputazione della responsabilità previsto da tale disposizione si fonda non sul dovere di custodia, ma sulla proprietà o, comunque, sull’utilizzazione dell’animale, è l’ente regionale e nel caso specifico la Regione Abruzzo.

Chiarisce l’avvocato Ludovici: “Ancora una volta ci troviamo ad assistere ad eventi gravi e perigliosi, riconducibili a condotte colpevoli imputabili all’Ente Regione, il quale non ha predisposto tutte quelle misure idonee (ad esempio sistemi di ritenzione o di dissuasione ottica) dirette ad evitare che la fauna selvatica arrechi danni a cose o a persone, come purtroppo accaduto nel caso specifico con conseguenze limitate soltanto grazie alla prudenza dell’automobilista. Le misure idonee di cui disquisisce in sentenza il Giudice, se finalmente venissero adottate, potrebbero non soltanto tutelare gli utenti della strada, ma anche gli stessi animali, che inconsapevolmente sono destinati a morte certa o quasi”.

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