Modus Operandi, da 20 anni accanto ai ragazzi nel loro cammino di studi

21 novembre 2024 | 06:24
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Modus Operandi, da 20 anni accanto ai ragazzi nel loro cammino di studi

Modus Operandi compie 20 anni: il centro aquilano, specializzato nel supporto allo studio delle materie scientifiche, è cresciuto insieme ai suoi ragazzi. “Lavoriamo cercando di rendere gli studenti autonomi”

La realtà aquilana Modus Operandi compie 20 anni. Il Centro è cresciuto, nel tempo, insieme ai suoi ragazzi, prendendoli per mano e aiutandoli a superare le difficoltà, dalle scuole medie fino a Concorsi e Università. “Non vendiamo pacchetti, da noi non c’è nulla di preconfezionato. Lavoriamo come un sarto, cercando di rendere i ragazzi autonomi nello studio”.

PUBBLIREDAZIONALE – Modus Operandi taglia il traguardo dei suoi 20 anni. Il Centro aquilano specializzato nel supporto allo studio delle materie scientifiche e tutoraggio DSA ha mosso i suoi primi passi a Santa Giusta, in uno storico palazzo del centro, prima che arrivasse il terremoto a cambiare tutto. Nato dalla passione di due fratelli per la didattica delle materie scientifiche, Modus Operandi ha aperto i battenti nel novembre 2004. “La passione per l’insegnamento delle materie scientifiche e il rapporto con ragazzi e famiglie ci ha ispirato: abbiamo sempre pensato che fosse importante poter essere da supporto ai giovani e, al tempo stesso, ai loro genitori. Per queste ragioni abbiamo aperto la nostra attività. Siamo rimasti nella nostra prima sede, a Santa Giusta, fino al venerdì precedente al sisma”, raccontano Solange e Fabio Borsellini, titolari del Centro.

Il terremoto ha portato un’inevitabile pausa. Rimessi a posto i pezzi, Modus Operandi ha riaperto a febbraio 2010, continuando a portare avanti la sua attività. “Siamo nati per offrire supporto agli studenti nello studio di materie come matematica, chimica, fisica, analisi. Lavoriamo con i ragazzi a partire dalle scuole medie, arrivando fino all’Università”. Non solo, Ci occupiamo anche di seguire i ragazzi nella preparazione ai concorsi. Inoltre, negli anni, siamo diventati tutor per i Disturbi Specifici dell’Apprendimento“, continuano i fratelli Borsellini.

Perché il nome “Modus Operandi”? “Perché il nostro obiettivo è fornire un metodo agli studenti che ci scelgono. Non siamo una stampella fissa, ma diamo un metodo affinché questi ragazzi possano proseguire gli studi in maniera autonoma. Abbiamo adottato questo metodo specifico anche nell’approccio con gli studenti che hanno disturbi dell’apprendimento: cerchiamo, in ogni singolo caso, di raggiungere l’autonomia”. 
Oggi Modus Operandi ospita i suoi ragazzi nella sede di via Australia, n.14. 

Modus Operandi

Guardandosi indietro, Solange e Fabio non possono fare a meno di vedere la strada percorsa insieme. Dal palazzo in centro storico alla riapertura, in tempi incerti e difficili, nel piazzale dell’ex supermercato Paiper, sulla statale 80, in 60 metri quadrati di container. 
“Qui siamo rimasti fino al 2014. Chiamavamo quel container ‘la scatola’. Eppure, lì dentro abbiamo ricominciato a vivere, abbiamo ripreso in mano il nostro lavoro, facendo un passo in più ogni giorno e tornando a stare insieme. Ci siamo adattati e siamo ripartiti, nel vero senso della parola. Sono stati proprio i ragazzi a cercarci, nonostante all’epoca avessimo ancora solo il vecchio numero fisso e, a causa di alcuni problemi in centro storico, non era stato possibile trasferire la linea mantenendo quello stesso numero”.

Come sono seguiti i ragazzi?
Il nostro è un protocollo pensato e messo a punto nel tempo. Non lavoriamo mai proponendo pacchetti. Quando viene uno studente, se minorenne accompagnato da un genitore, facciamo una consulenza attraverso la quale andiamo ad individuare e definire necessità e obiettivi. Dopo questo primo incontro, spieghiamo, al genitore o al ragazzo stesso, il metodo di lavoro e il percorso che riteniamo necessario. Poi saranno loro a valutare la nostra proposta e a comunicarci l’eventuale decisione di iniziare il percorso con noi.
Nel caso di studenti con disturbi d’apprendimento richiediamo tre incontri di consulenza. La lezione
– concludono – è l’ultimo step: perché c’è bisogno di lavoro per capire esigenze e obiettivi da raggiungere”. 

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